Etica e Diritto. La riflessione di Gustavo Zagrebelsky
Gustavo Zagrebelsky è un giurista italiano che è stato giudice della Corte Costituzionale dal 1995 al 2004. Nel suo articolato pensiero giuridico è rintracciabile una visione dualistica del diritto diviso in lex e ius, concetti riconducibili ai lati formale e sostanziale del diritto. Egli sostiene che la giustizia assoluta sia inattingibile al genere umano che da sempre la cerca, ma non la troverà, in quanto vi sono situazioni di pluralismo o anche, di relativismo della giustizia. La giustizia è una continua ricerca e chi invece crede di conoscere la verità assoluta incorre nel dogmatismo.Ad esempio la Chiesa cattolica ponendo le sue verità senza presupporle, non potrebbe mai ravvedersi della violenza attuata anche in difesa dei propri dogmi.Dunque, affinchè ci sia democrazia, ci deve essere alla base la libertà di pensiero come si evince dall’art. 21 della Costituzione.In una società pluralista, il diritto ha un compito principale, ovvero quello di tenere unite situazioni costituzionali plurali. Il diritto costituzionale è inteso come strumento di garanzia per la convivenza tra diversi piuttosto che come coercizione del più forte sul più debole, un diritto della moderazione e della ragionevolezza. Dunque, il diritto costituzionale è caratterizzato dalla mitezza, esso deve avere un atteggiamento amichevole verso le diversità, ovvero deve assumere un’idea di cittadinanza aperta, basata sul reciproco rispetto e non deve cristallizzarsi nella difesa ostile di un’identità definita a priori. Secondo G. Zagrebelsky, la Costituzione è il pass-partout per trascendere il lato formale del diritto. Infatti essa rappresenta proprio il lato sostanziale del diritto che ha a che vedere con la giustizia. La Costituzione è il luogo dell’amicizia, ma l’amicizia presuppone la condivisione di un ethos comune, al di là del quale c’è inimicizia. La Costituzione, dunque, include, ma al tempo stesso deve escludere. La costituzione come inclusione illimitata è un’illusione angelica, in quanto ogni “atto costituzionale” nasce da una “differenziazione”.Un altro valore importante a cui fa riferimento Zagrebelsky è l’interazione fondamentale per superare la problematica del multiculturalimo. Tale espressione indica la necessità e la capacità delle culture di entrare in rapporto, per definire se stesse, ma al contempo la disponibilità a costruire insieme e, eventualmente, a imparare l’una dall’altra. In questa disponibilità a rinnovarsi apprendendo gli uni dagli altri, c’è il contrario del separatismo e dell’integrazionismo. Per aversi interazione non basta la mera tolleranza. Occorre che ciascuna parte riconosca le altre come controparte in una relazione orientata alla ricerca di soluzioni giuste ai problemi della convivenza, senza richiedere aprioristiche rinunce ai propri ideali e valori. Infatti l’art.3 della Costituzione sancisce il principio dell’uguaglianza formale e sostanziale, che è un principio che trascende la mera tolleranza. Infatti, si ha tolleranza quando un’identità maggioritaria si astiene, per determinazione unilaterale, dal soffocare quelle minoritarie, tollerandole nel seno della propria società, senza riconoscere necessariamente uguaglianza.
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Informazioni tesi
Autore: | Mariantonietta Arces |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Giuseppe Cotturri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 112 |
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