La propaganda tedesca nelle Zone d'Operazione "Litorale Adriatico" e "Prealpi" 1943-1945
Quando l’Italia entrò in guerra l’11 giugno 1940, passando dalla fase della “non belligeranza” alla “guerra parallela”, il paese non era sufficientemente armato per condurre una guerra delle proporzioni del secondo conflitto mondiale. Ma il Duce del fascismo si era lasciato attrarre dal facile bottino che la Germania nazionalsocialista gli aveva prospettato, e che gli sarebbe valso il dominio del Mediterraneo e dei Balcani. La politica dell’autarchia, lanciata da Mussolini nel marzo 1936, con lo scopo di “realizzare nel più breve tempo possibile il massimo possibile di autonomia nella vita economica della nazione”, aveva accelerato durante il conflitto mondiale il mutamento dell’economia italiana in senso monopolistico. Il modello economico che si era creato prevedeva la spinta all’industrializzazione bellica e allo stesso tempo l’autosufficienza alimentare, conseguita attraverso il consolidamento di forme arretrate di organizzazione che legavano il contadino alla terra. L’incontro tra gli interessi dei proprietari agrari e quelli degli industriali, che da questo modello produttivo traevano profitto, produsse un blocco sociale della classe dirigente. I risultati del modello autarchico nei primi due anni di guerra furono soddisfacenti, ma il perdurare della guerra rivelò l’inconsistenza del modello economico che il regime aveva portato avanti, fino al punto di mandarlo in crisi e “disgregare il blocco sociale che sino ad allora esso aveva garantito”.
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Informazioni tesi
Autore: | Loris Stafuzza |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia |
Relatore: | Gustavo Corni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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