La disciplina del transfer pricing in ottica nazionale ed internazionale
Sin dai primi anni novanta ad oggi, le multinazionali, nell' elaborazione della propria attività strategica, sono state influenzate da un lato dal processo di globalizzazione dei mercati e dal processo tecnologico che ha rimosso gli ostacoli alla circolazione di beni e servizi, e dall'altro dalla modernizzazione dei sistemi fiscali caratterizzati, a volte, dalla competizione in materia fiscale mossa da alcuni Stati nei confronti della maggior parte dei Paesi industrializzati. Questa situazione ha ingenerato nelle multinazionali la tentazione di strutturare le proprie attività non tanto in funzione delle reali necessità aziendali quanto in vista della minimizzazione del carico fiscale. E' in tale contesto che assume rilevanza il fenomeno del transfer pricing, ed infatti, gli ordinamenti giuridici dei vari stati hanno da tempo introdotto disposizioni dirette a regolamentare la determinazione del valore da attribuire alle transazioni che intercorrono tra soggetti residenti e soggetti esteri appartenenti al medesimo gruppo. Il presente lavoro si propone innanzi tutto di analizzare gli elementi costitutivi dell'istituto per poi passare ad un'analisi della disciplina nazionale e di quella elaborata da organizzazioni internazionali quali l'OCSE e la Comunità Europea che hanno cercato di assicurare principi comuni al fine di garantire omogeneità di trattamento delle operazioni intercompany. La finalità è quella di effettuare gli opportuni raffronti per poi procedere all'individuazione di possibilità di raccordo tra le stesse. Vengono presentati, inoltre, i rimedi predisposti sia in sede nazionale che internazionale, per prevenire e risolvere le controversie in tema di transfer pricing derivanti dalla possibilità che si verifichino fenomeni di doppia imposizione economica. Da ultimo l'attenzione si focalizza sulla tematica attuale della documentazione quale confronto dialettico tra amministrazione finanziaria e contribuente, che permette di mettere in evidenza la recente novità introdotta in Italia con la legge n.122/2010.La carenza di una disciplina comune, e quindi, la presenza di scelte autonome da parte dei singoli ordinamenti costituiscono fattori di negatività che determinano effetti preclusivi sul piano dei rapporti economici e delle strategie aziendali in generale.
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Informazioni tesi
Autore: | Rosangela Bruno |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | economia e legislazione d'impresa |
Relatore: | Carlo Garbarino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 166 |
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