Sviluppo sostenibile e agricoltura
Lo sviluppo sostenibile si può realizzare trasformando gli aiuti in investimenti necessari alla crescita economica. Ma questi tentativi sono stati resi vani da una burocrazia inefficiente e costosa che ha prodotto critiche all’Undp, il programma ufficiale di sviluppo delle Nazioni Unite. Un altro ostacolo da rimuovere per favorire le zone più depresse del mondo è costituito dai sistemi di protezione tariffaria e doganale posti in essere dai paesi sviluppati nell’ambito del commercio. Infine per vari paesi in via di sviluppo le norme restrittive, dal punto di vista ambientale, costituiscono una barriera all’esportazione per via degli alti costi necessari per raggiungere un livello di tutela ambientale consono agli standards dei paesi sviluppati. Gli indicatori e i modelli ambientali consentono di perseguire la sostenibilità nell’uso delle risorse e nelle interazioni tra uomo e ambiente, interpretando le dinamiche del sistema uomo-ambiente e individuando gli interventi possibili. Tra di essi rivestono particolare importanza gli indicatori ambientali, tra i quali il Living Planet Index (LPI), proposto dal WWF, fornisce dati sulla base di una media delle specie prese in considerazione. I dati forniti nel 2008 dal Living Planet Report, evidenziano che la biosfera, ai livelli attuali, non riuscirà a reggere la pressione umana con conseguente decremento produttivo. Un altro indicatore dell’area ambientale è l’Impronta ecologica (Ecological Footprint), permette di valutare gli effetti delle attività umane sulla sostenibilità ambientale attraverso una stima della capacità produttiva dei sistemi naturali. Tra i vantaggi di questo metodo vi è la flessibilità di utilizzo e la facilità nell’interpretare i risultati. Tra gli svantaggi possiamo ricordare l’uniformità del sistema di calcolo e la significatività dei risultati. Passando ad analizzare il settore agricolo osserviamo che l’intensificazione dei processi produttivi agricoli ha generato esternalità ambientali negative dovute all’inquinamento della terra, dell’acqua e dell’aria. Tutto ciò ha prodotto costi ambientali che si sono riversati sugli abitanti delle aree agricole. Ma sono state prodotte anche esternalità positive costituite da funzioni che difendono l’assetto idrogeologico e il paesaggio. Per questi motivi è necessario adottare un tipo di agricoltura sostenibile intesa come sistema in grado di soddisfare le esigenze economiche, sia per gli agricoltori che per i consumatori, senza compromettere l’ambiente. Osservando il settore agricolo, l’analisi agro-ambientale più dettagliata è quella che considera la sostenibilità agricola attraverso tre dimensioni. L’analisi della dimensione sociale, svolta attraverso due parametri il capitale umano e le uguali opportunità, ha evidenziato problemi relativi alle opportunità lavorative e all’acceso degli agricoltori alle risorse e ai servizi sociali. L’analisi della dimensione economica viene realizzata tenendo conto dell’efficienza dei fattori produttivi, della permanenza delle aziende agricole nel mercato (vitalità), e del contributo del settore agricolo alla formazione della ricchezza nazionale (competitività). L’analisi della dimensione ambientale si basa su 5 parametri: il suolo che evidenzia l’influenza delle attività agricole sul terreno; la qualità dell’aria riguardante la quantità di emissioni gassose e il consumo energetico; le risorse idriche valutando la sostenibilità dal punto di vista del loro uso e dell’inquinamento; la biodiversità attraverso tre aspetti: la diversità genetica delle specie, la diversità delle specie cioè il numero di esse ed infine le diversità di specie all’interno degli ecosistemi; e per ultimo il paesaggio attraverso indicatori che rappresentano elementi di pressione sulle attività agricole e variazioni del paesaggio stesso. Il tutto rappresentato utilizzando lo schema DPSIR. L’agricoltura biologica fu riconosciuta dal Regolamento (CE) 2092/1991, che introducendo un sistema di controllo per tutelare i consumatori e i produttori, il quale si basò su una serie di principi che consentivano la produzione e il consumo di prodotti agricoli rispettando le risorse naturali, la biodiversità, evitando l’uso di prodotti chimici e la riproduzione di organismi geneticamente modificati. Dal punto di vista economico l’agricoltura biologica produce sia un aumento di costi di produzione , sia contenute perdite in termini di rese, e sia variazioni di reddito e di occupazione. Dal punto di vista ambientale vi è una maggiore tutela degli ecosistemi (uso di sostanze naturali per fertilizzare e biodiversità). La multifunzionalità agricola consentente di svolgere tre funzioni, oltre quella alimentare, permettendo di conseguire obbiettivi sociali e cioè: una economica (occupazione e crescita economica), una di sicurezza alimentare (quantità e qualità di produzione), e una ambientale (ambiente e risorse naturali), che può essere positiva (esternalità positive), e negativa (esternalità negative).
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Informazioni tesi
Autore: | Luigi Molino |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli studi di Napoli "Parthenope" |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Daniela Covino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 201 |
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