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Il manifesto pubblicitario tra arte e comunicazione

Per parlare del rapporto fra l’arte e la pubblicità non è necessario andare molto indietro nel tempo. Infatti, ancora oggi tale rapporto è vivo e intenso, ed è particolarmente evidente nel caso del manifesto pubblicitario. L’intento di questo elaborato è proprio quello di mostrare come si presenta il legame fra i due settori nel nuovo millennio e di spiegarne le ragioni, che certamente non dipendono da carenze creative da parte dei pubblicitari, ma trovano radici nei valori che in senso semiotico si vogliono racchiudere nel messaggio pubblicitario.
Il presente elaborato si articola in due parti distinte: i primi due capitoli sono volti alla ricostruzione storica del rapporto fra l’arte e la pubblicità, mentre i successivi hanno lo scopo di mostrare, attraverso vari esempi di réclame, l’attualità di tale rapporto e le ragioni che ne sono alla base.
In quella che può essere considerata la prima fase di questo lavoro, quindi, l’approccio metodologico adottato è di carattere storiografico; con l’ausilio di una bibliografia ampia e composita abbiamo trattato sia di quegli artisti che a partire dalle origini del manifesto si sono cimentati nell’attività pubblicitaria, sia della storia della pubblicità e del suo rapporto con l’arte. Di particolare importanza in questa prima fase sono stati i testi di Lancellotti Storia aneddotica della réclame, e di Falabrino, Storia della pubblicità italiana, e ancor di più il libro Arte e pubblicità di Elio Grazioli, che affronta il rapporto fra arte e pubblicità nel secolo scorso.
Nella seconda parte della tesi l’argomento è affrontato seguendo un approccio di tipo analitico atto a scorgere, nei manifesti pubblicitari proposti - e ciò è stato possibile anche grazie a una preziosa risorsa rintracciata on line, il sito internet «www.advoftheworld», che quotidianamente pubblica e rendere disponibili in formato di buona qualità numerose immagini pubblicitarie provenienti da ogni parte del mondo - quei significati e quegli elementi iconografici che evidenziano il filo conduttore che lega ancora oggi la pubblicità al mondo dell’arte.
L’analisi condotta sulla campionatura di manifesti prescelta è stata frutto di un’interpretazione originale del materiale, fondata da un lato su criteri metodologici storico-artistici e dall’altro su uno studio attento delle nozioni relative al testo pubblicitario nella semiotica generativa e nella più importante analisi semiotico-testuale della comunicazione pubblicitaria, quella realizzata dal semiologo e pubblicitario professionista Jean-Marie Floch.

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6 INTRODUZIONE Sin dagli esordi, ed in particolare con la nascita del manifesto, la pubblicità instaurò uno stretto legame con il mondo dell‟arte. Già alla fine dell‟Ottocento alcuni artisti iniziarono a cimentarsi nella realizzazione di réclame. Uno di questi, figura chiave per il rapporto fra arte e pubblicità, fu il pittore postimpressionista Henri de Toulouse- Lautrec. L‟artista francese, ritenuto uno dei padri del manifesto moderno, portò avanti parallelamente sia l‟attività artistica che quella pubblicitaria, facendo spesso confluire dinamiche ed esperienze da un settore all‟altro e tracciando una strada che è stata, dall‟inizio del Novecento in poi, ripercorsa da molti altri artisti. Anche in Italia, con qualche anno di ritardo rispetto alla Francia, sin dagli inizi del secolo scorso i due mondi si sono più volte intrecciati, in particolare durante il periodo futurista, attraverso la figura di Fortunato Depero, che aprì uno studio pubblicitario attraverso il quale collaborò con diversi marchi italiani di fama internazionale. Il più famoso fu il marchio Campari, per il quale Depero realizzò centinaia di proposte pubblicitarie, sigillando un sodalizio dalla durata decennale. Sulla scena internazionale fu durante il Surrealismo che la pubblicità e l‟arte vissero il loro rapporto di simbiosi più florido. In particolare, furono il surrealista spagnolo Salvador Dalì e il francese René Magritte a far emergere le loro attitudini in campo pubblicitario, tanto che Magritte nel 1920 decise addirittura di avviare un proprio studio pubblicitario, lo studio Dongo, il quale rappresentò la sua principale fonte economica.

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Informazioni tesi

  Autore: Carmine Di Michele
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi della Basilicata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Teoria della comunicazione
  Relatore: Maria Adelaide Cuozzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 138

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