Traduzione e commento di ''Horror at Suicide Terrorism'' dal saggio di Talal Asad ''On Suicide Bombing''
In On Suicide Bombing, opera originale e provocatoria, Talal Asad analizza uno dei fenomeni più complessi del mondo contemporaneo, il terrorismo suicida per mezzo di esplosivi, esaminandolo da punti di vista inediti e pungolando il lettore a prendere le distanze dalle risposte preconfezionate al terrorismo, alla guerra in generale e agli attacchi suicidi in particolare.
Qual è la differenza tra un soldato in guerra e un terrorista suicida? Perché un tipo di violenza viene considerata legittima e un altro no?
Se è vero che dopo l’11 settembre 2001 agli occhi di molti gli “attentatori suicidi” sono divenuti l’icona di una “cultura di morte islamica”, Asad però problematizza questo supposto salto concettuale e sulla base di ricerche in campo sociale, politico e antropologico, mette in discussione la concezione occidentale di morte e uccisione, l’idea di “scontro di civiltà” e le numerose argomentazioni avanzate per giustificare l’attuale guerra al terrore, focalizzando l’attenzione sulla nostra risposta emotiva al suicidio e al terrorismo suicida nonché sull’orrore da esso evocato.
Nel terzo ed ultimo capitolo (oggetto della traduzione di questa tesi), Asad analizza l’idea di orrore quale normale reazione al suicidio di un terrorista che si fa esplodere e si rifà, da una parte, agli scritti antropologici per sviluppare il concetto secondo cui l’orrore ha a che fare con il venir meno dell’identità personale e sociale e quindi con la dissoluzione della forma, dall’altra ad alcuni aspetti della teologia cristiana: la Crocifissione infatti rappresenta il più noto suicidio della storia il cui orrore viene trasformato nel progetto di redenzione dell’intera umanità – di nuovo tramite una combinazione di crudeltà e compassione: “[...] Why do people in the West react to verbal and visual representations of suicide bombing with professions of horror? [...] What leads liberal moralists to react to suicide bombings with such horror? Why are there so many articles, books, TV documentaries, and films on the topic? Why are people – myself included – so fascinated and disturbed by it? [...] I offer a tentative answer by looking at some modern conceptions of killing and dying that have emerged out of the Judeo-Christian tradition. [...] What is horror? Horror is not a motive but a state of being. Unlike terror, outrage, or the spontaneous desire for vengeance, horror has no object. It is intransitive. [...] Horror, Cavell observes, is quite different from fear; it is not the extreme form of fear that we call ‘terror’. If fearlessness is a possible alternative to terror, there is no parallel alternative to horror. [...] horror applies not only to the perception that our own identities are precarious but also those of other humans – and not only the identity of individual humans but also that of human ways of life. [...] Horror is a state of being that is felt. Horror explodes the imaginary, the space within which the flexible persona demonstrates to itself its identity”.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanna Regali |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master di II livello in Traduzione di testi post-coloniali in lingua inglese:letteratura,saggistica,teatro e cinema |
Anno: | 2007 |
Docente/Relatore: | Antonio Perri |
Istituito da: | Università degli Studi di Pisa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
FAQ
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