L'immunosoppressione tumorale nel carcinoma renale
In un lavoro precedente del laboratorio, è stata descritta un’attività inibitoria da parte di una linea di carcinoma renale (K1) sulla cross-presentazione di antigeni tumorali. L’attività inibitoria scompariva se le cellule erano trattate con UVC ad alta energia.
Nel presente studio si è cercata la conferma di tale effetto sulla linea K1 e su un’altra linea della stessa istologia (RCC53), analizzando il contributo del tumore e del suo sopranatante sulle fasi precoci di inglobamento e maturazione delle DC. Si sono quindi cercati i fattori, cellulari o solubili, responsabili dell’effetto inibitorio esercitato dalla linea K1. È risultato che i linfociti T regolatori, identificati come CD4+CD25highFoxP3+, non sono responsabili dell’effetto in quanto non sono aumentati nei linfociti sottoposti a più cicli di stimolazione con DC caricate con il tumore.
Il coinvolgimento di gangliosidi, che hanno una nota attività inibitoria sui linfociti e sono altamente espressi su cellule di carcinoma renale, è stato escluso sulla base di esperimenti di cromatografia HPTLC (High Performance Thin Layer Cromatography), in quanto la loro presenza nelle due linee tumorali K1 e RCC53 era differente e non era inibita da UVC. Il rilascio di TGF-β, al contrario, era abbondante nel sopranatante della linea K1 ed era inibito dal trattamento con UVC: ci è parso quindi ragionevole studiarne il ruolo nell’immunosoppressione dei CTL. Si è osservato che l’inserimento, nella coltura, di anticorpi bloccanti il TGF-β ripristinava la risposta CTL (valutata in un test immuno-enzimatico attraverso il rilascio di IFNγ a livello di singola cellula). Il ripristino era massimo quando l’anticorpo era aggiunto nelle fasi di co-incubazione della cellula dendritica con il tumore o di attivazione dei linfociti autologhi con DC mature. In particolare l’anticorpo ripristinava, in modo modesto ma significativo, l’espressione dei marcatori maturativi da parte delle DC esposte a tumore e successivamente maturate con citochine pro-infiammatorie.
In conclusione, il presente studio conferma il ruolo immunosoppressorio del carcinoma renale, anche se non ne individua completamente i fattori/cellule responsabili. Sono di rilievo, comunque, l’inattesa assenza di coinvolgimento di linfociti T regolatori a fronte di un’elevata produzione di TGF-β da parte del tumore, e la partecipazione di quest’ultimo nelle fasi di caricamento e cross-presentazione delle DC ma non nella fase effettrice dei CTL.
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Informazioni tesi
Autore: | Mariagrazia Simone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche |
Relatore: | Lina Matera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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