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La scissione non proporzionale di società

L’argomento che mi trovo ad affrontare in questa sede si può dire che sia di recente formazione, dal momento che una disciplina normativa per la scissione è stata introdotta grazie al decreto legislativo n° 22/91, che ha dato attuazione alla direttiva 82/891/CEE.
La scissione non proporzionale rappresenta un solo aspetto della scissione in generale e si presenta di più difficile attuazione nella prassi e, quindi, anche meno utilizzata.
Il presente scritto ha voluto analizzare la scissione non proporzionale, confrontandola sempre con quella proporzionale, partendo dall’evoluzione della disciplina, sia prima dell’attuazione della suddetta direttiva, quando ad esprimersi sull’istituto era la dottrina, sia successivamente al decreto legislativo n° 22/91, fino ad arrivare alla situazione post riforma del 2003, attuata a seguito del d.lgs. del 17 gennaio 2003 n° 6; in questo modo, nel primo capitolo sono state confrontate le diverse situazioni che si sono evolute nel tempo e che hanno portato alla disciplina attualmente in vigore con il nuovo art. 2506 c.c..

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1 Introduzione. L’argomento che mi trovo ad affrontare in questa sede si può dire che sia di recente formazione, dal momento che una disciplina normativa per la scissione è stata introdotta grazie al decreto legislativo n° 22/91, che ha dato attuazione alla direttiva 82/891/CEE. La scissione non proporzionale rappresenta un solo aspetto della scissione in generale e si presenta di più difficile attuazione nella prassi e, quindi, anche meno utilizzata. Il presente scritto ha voluto analizzare la scissione non proporzionale, confrontandola sempre con quella proporzionale, partendo dall’evoluzione della disciplina, sia prima dell’attuazione della suddetta direttiva, quando ad esprimersi sull’istituto era la dottrina, sia successivamente al decreto legislativo n° 22/91, fino ad arrivare alla situazione post riforma del 2003, attuata a seguito del d.lgs. del 17 gennaio 2003 n° 6; in questo modo, nel primo capitolo sono state confrontate le diverse situazioni che si sono evolute nel tempo e che hanno portato alla disciplina attualmente in vigore con il nuovo art. 2506 c.c.. Si è proceduto con l’analisi delle motivazioni strategiche della scissione non proporzionale, per capire quando utilizzare, perché e quali obiettivi si pone tale istituto; per evitare di lasciare il tutto solo su un piano prettamente teorico, ho voluto fare riferimento ad esempi pratici, con l’utilizzo di grafici che, a mio parere, rendono meglio l’idea di come dare vita ad una scissione non proporzionale e in quali momenti durante la vita di un’impresa. Quando si pensa alla scissione non proporzionale si immagina che essa venga utilizzata esclusivamente per dividere compagini sociali che si trovano in disaccordo e riescono, tramite essa, a dirimere tali conflitti interni alla società, ma non è così: essa ha, infatti, diversi utilizzi, nonchè il potere di rinvigorire un settore di un’impresa che magari si trova in difficoltà in quel momento, perché ormai, in quel settore, è giunta alla fase di maturità del proprio ciclo di vita. Quando si parla di scissione non proporzionale, mi sono reso conto che un problema molto dibattuto riguarda il fatto che, soprattutto in passato, era un’operazione di difficile attuazione nella pratica, poiché spesso considerata operazione elusiva. Tale tendenza pare oggi essere in calo, ma non sono pochi gli articoli che, non appena si cita la scissione non proporzionale, ne trattano, dal punto di vista fiscale, sottolineandone la predisposizione elusiva; non è questa la sede per una trattazione degli aspetti fiscali della scissione non proporzionale, ma mi sembrava giusto, comunque, accennare alla

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Fornero
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Giovanni Domenichini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 204

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