Unificazione monetaria europea e teoria delle aree valutarie ottimali
Il presente lavoro dopo aver descritto il percorso che a partire dall’unione valutaria, sancita da un accordo volto a mantenere fissi i rapporti di cambio, ha condotto all’unione monetaria, segnata dall’abbandono delle valute nazionali e dalla nascita di un’unica autorità monetaria, esamina attentamente la letteratura che, dal 1961 ai giorni nostri, si è occupata di individuare le caratteristiche dei paesi che partecipano ad un’Area Valutaria Ottimale. In particolare, dapprima si sono analizzati i criteri che Mundell (MUNDELL, 1961), Mckinnon (MCKINNON, 1963) e Kenen (KENEN,1969), fautori del’approccio tradizionale alla teoria AVO, ritengono decretare il successo di un’area valutaria, per poi introdurre il secondo approccio alla citata teoria conosciuto come “analisi costi-benefici” ad opera di Ishiyama (ISHIYAMA, 1975), giungendo, così, alla cosiddetta “nuova teoria AVO” sviluppata da Tavlas (TAVLAS, 1993) e basata sulle idee di Barro e Gordon (BARRO E GORDON, 1983). Si sono poi analizzate le politiche economiche europee ed i problemi ad esse connessi. Relativamente alla politica monetaria si pone l’attenzione sulle istituzione che ne sono responsabili, sugli obiettivi che da queste devono essere perseguiti e sulla strategia messa in atto per perseguirli. Per quanto concerne la politica fiscale si pone la questione di come vada condotta. A tal proposito, abbiamo analizzato due punti di vista: quello della teoria AVO, che suggerisce autorità fiscali nazionali dotate di flessibilità e autonomia e quello contenuto nel Trattato di Maastricht e nel PSC che prevedono, invece, regole esplicite sull’entità dei disavanzi dei bilanci nazionali.
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Informazioni tesi
Autore: | Eva Pisaturo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'amministrazione |
Relatore: | Concetto Paolo Vinci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 69 |
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