Le politiche giovanili: per i giovani e con i giovani
Il nucleo centrale di questa tesi sono le politiche giovanili: quelle italiane, quelle trentine e quelle dell’Altipiano della Predaia. La mia analisi vuole essere una riflessione sulle politiche giovanili che va da una prospettiva macro (Italia) ad una micro (Altipiano della Predaia). Ovviamente, parlando di politiche giovanili, il primo passo sta nell’esaminare la condizione giovanile ed esplorare questo mondo in continua mobilità. Il mondo giovanile presenta risposte e reazioni nuove e diversificate in relazione ai mutamenti strutturali avvenuti nell’assetto societario. Le aree di maggior sofferenza coincidono con l'abbandono scolastico precoce, l'ingresso ritardato nella vita attiva e la difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, i rallentamenti e le difficoltà nel processo di autonomizzazione dalla famiglia, la perdita di identità culturale e del valore della vita, il vissuto di marginalità sociale e politica. A fianco di una minoranza elitaria che riesce a cogliere le opportunità offerte dai nuovi assetti, si allarga sempre più l'area dell'emarginazione, del disagio e della devianza. In tale contesto, “le politiche giovanili agiscono come supporto e riferimento in processi di transizione e perciò incrociano le età anagrafiche in modo non schematico, flessibile e diversificato” .
In Italia, come vedremo meglio nel primo capitolo, le competenze in materia di politiche giovanili sono suddivise tra diverse Istituzioni: i Ministeri, le Regioni, le Province e i Comuni. In questa molteplicità di soggetti, si è cercato di costruire una strategia di azione che sia adatta a contenere la molteplicità di culture e pensieri di un mondo costantemente in cambiamento (quello giovanile) in una società ormai multietnica e multiculturale. In questa tesi, si è individuato un percorso delle politiche giovanili sia in termini temporali (le tappe italiane delle politiche giovanili dagli anni ’60 ad oggi) sia in termini spaziali (dalla realtà italiana a quella dell’Altipiano della Predaia) proprio perché i soggetti coinvolti sono strettamente collegati uno all’altro nel tentativo di crear una rete di interventi rivolti ai giovani. Per ogni diversa realtà presa in considerazione (italiana, trentina, altipiano della Predaia) ho ritenuto necessario e prioritario dare uno sguardo d’insieme alla popolazione giovanile presente, ai bisogni, alle richieste, così da capire meglio quali strategie e quali interventi siano adatti e quali sono stati effettivamente adottati e messi in atto. Inoltre ho cercato di individuare le legislazioni pertinenti in materia e gli interventi messi in atto.
Nel primo capitolo il contesto analizzato è quello italiano; dopo aver analizzato le principali forme di partecipazione giovanile, ho dato ampio spazio all’analisi delle tappe delle politiche giovanili ricostruite vanno dagli anni ’60 ad oggi:
• Anni ’60: grande mobilitazione e partecipazione giovanile
• Anni ’70: primi progetti di centri di aggregazione (meta narrazioni)
• Anni ’80: fase di “riflusso”
• Anni ’90 e post ’90: riscoperta dell’attivismo e della partecipazione, politica per e con i giovani.
A seguito della digressione temporale ho ritenuto importante esaminare i riferimenti giuridici italiani al riguardo, evidenziando i ruoli e i compiti di Stato, Regioni, Province e Comuni. In ultimo, per quanto riguarda il contesto italiano, mi sono soffermata sul progetto dei Piani Nazionali giovani, quale strumento volto al ringiovanimento del Paese, azione svolta attraverso il riconoscimento del giusto spazio al talento, al merito, alle capacità, alle potenzialità e alla forza dei giovani.
Nel secondo capitolo l’ambito di analisi si sposta ad un ambito più circoscritto: il Trentino.
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Informazioni tesi
Autore: | Enrica Biava |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Carlo Buzzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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