L'acqua nel panorama economico e politico internazionale
L’acqua è uno degli elementi indispensabili affinché ad ognuno sia assicurato il diritto umano universale “a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia”. (art. 25, Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo).
Eppure, secondo i dati del “Rapporto sullo Sviluppo Umano 2006” dell’UNDP (Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite), “nel mondo, 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua”. Tutti dovrebbero avere almeno 20 litri di acqua pulita al giorno e i poveri dovrebbero riceverla gratuitamente, dice il Rapporto, ma, “mentre una persona che vive nel Regno Unito o negli USA utilizza 50 litri di acqua ogni giorno solo per scaricare il gabinetto, molti poveri sopravvivono con meno di cinque litri di acqua contaminata al giorno e la pagano di più”.
Sulla terra ci sono circa 1,4 miliardi di km3 di acqua, eppure la quantità utilizzabile dall’uomo è minima, infatti il 97% dell’acqua è accumulata negli oceani, quindi le riserve d’acqua dolce sono appena il 3% del totale. Una parte di questo 3% però, è intrappolata nei ghiacciai e nelle calotte polari e non è perciò utilizzabile.
L’acqua è un elemento rinnovabile ma è limitato, dal momento che la sua capacità di rinnovamento può essere alterata prelevando rapidamente ingenti quantità d’acqua dalle falde sotterranee, che impiegano molti anni per rigenerarsi.
Anche la qualità dell’acqua si sta degradando, a causa dell’inquinamento e degli interventi di ingegneria, che modificano l’andamento del ciclo idrologico naturale.
Altri responsabili della carenza idrica nel mondo sono i mutamenti climatici (effetto serra e desertificazione), l’utilizzo intensivo di questa risorsa da parte dell’agricoltura e dell’industria e gli sprechi, dovuti alla cattiva gestione, soprattutto nei paesi più ricchi.
Inoltre, non bisogna dimenticare che l’acqua sulla Terra è mal distribuita e perciò, mentre alcuni paesi dispongono di grandi quantità d’acqua, altri devono fare i conti con riserve idriche limitate.
Tutto ciò, sommato al fatto che la popolazione mondiale è costantemente in crescita, fa crescere la consapevolezza che il mondo si trova sull’orlo di una crisi idrica. Secondo i dati dell’UNDP “nel 2025 più di tre miliardi di persone potrebbero trovarsi a vivere in paesi sottoposti a stress idrico”.
Il problema della scarsità d’acqua, si riflette sia sul piano economico che su quello politico. In questa sede, dopo una breve presentazione delle cause della crisi (dall’utilizzo poco sostenibile da parte del settore agricolo e industriale, allo spreco che se ne fa nelle società occidentali), con tutte le conseguenze che questa porta alle popolazioni interessate, nel secondo e nel terzo capitolo verranno presentati due diversi approcci all’acqua. Esiste infatti una netta divergenza tra chi concepisce l’acqua come una merce vendibile sul mercato e chi la ritiene essere un bene comune vitale, che come tale deve restare pubblico.
In particolare, si sottolinea come l’approccio economico ad un bene fondamentale come l’acqua, non sempre sia la soluzione migliore alle esigenze di milioni di persone che devono fare i conti ogni giorno con la mancanza di questa risorsa indispensabile.
In varie parti del mondo, le popolazioni stanno lottando contro la privatizzazione delle risorse idriche da parte delle imprese multinazionali e in alcuni casi, come è avvenuto nella città di Chocabamba in Bolivia, i cittadini sono riusciti a riprendersi il controllo dell’acqua.
Le alternative ad una gestione da parte dei privati, si basano sul principio che l’acqua deve essere pubblica e che la responsabilità della sua gestione debba ricadere sugli stessi cittadini che ne fanno uso. A tale scopo sono nati il Contratto Mondiale dell’Acqua e l’Amece (L’Assemblea Mondiale degli Eletti e dei Cittadini per l’Acqua), nella consapevolezza che è necessaria un’inversione di rotta se non si vuole che la situazione precipiti nei prossimi anni.
Negli ultimi due capitoli invece il problema della scarsità è analizzato dal punto di vista politico, mettendo in evidenza come la gestione dell’acqua possa essere causa di conflitti sia all’interno degli stati, sia tra di essi. Le dispute che riguardano il controllo dei corsi d’acqua internazionali sono spesso intricate da risolvere, a causa anche dell’inefficienza delle norme di diritto esistenti in materia. Le guerre dell’acqua sono già in atto in varie parti del mondo e, se le previsioni delle Nazioni Unite per il futuro saranno corrette, il rischio che ne scoppino delle altre è molto alto.
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Nisoli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Antonella Nappi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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