Il valore dell'ottimismo nella motivazione all'eccellenza
Com’è possibile promuovere il raggiungimento dell’eccellenza da parte dei singoli?
Che cosa significa “motivare”, e come si inserisce questo processo nel contesto degli interventi organizzativi?
Quanto contano le risorse individuali e in particolare l’ottimismo nel raggiungimento del successo?
Questa relazione si propone di cercare una risposta a tutti questi interrogativi, oggi così centrali e rilevanti nel panorama delle organizzazioni.
Il percorso prescelto per questa riflessione è stato suddiviso in cinque capitoli. Si inizia da un approfondimento del concetto di prestazione nel primo capitolo, nel quale si prendono in considerazione gli assunti su cui esso si basa e le sue possibili modalità di valutazione, nel contesto degli studi sulla motivazione.
A questo proposito, il secondo capitolo si propone di affrontare una breve rassegna delle principali teorie della motivazione dal passato ad oggi, mettendone in luce i concetti chiave. In particolare, viene considerata la rilevanza delle aspettative e dei moventi personali in questi processi, analizzando il punto di vista dello studioso McClelland nella sua teoria achievement – power - affiliation. La riflessione prosegue con l’intento di dimostrare che non è possibile realizzare un vero progresso senza aver prima creato le necessarie condizioni per valorizzare pienamente le capacità del singolo individuo.
Nel terzo capitolo, coerentemente con la tesi secondo cui l’individuo è immerso nel contesto in cui vive, ovvero è un “individuo-in-relazione” con la propria realtà di riferimento, è presente un breve excursus sui molteplici cambiamenti storici - culturali avvenuti negli ultimi decenni nel mondo del lavoro. Questa panoramica permette di dare risalto al fatto che le immagini che le persone hanno di sé e dell’ambiente circostante non sono estranee alle ragioni del loro successo, ma anzi concorrono attivamente ad esso.
In seguito, il quarto capitolo è dedicato alle riflessioni riguardanti la tendenza a perseguire il successo e in particolare agli studi di John Atkinson sul calcolo motivazionale. Grazie alle sue ricerche, è stato infatti dimostrato come la tendenza ad agire in vista di un obiettivo non sia la semplice risultante delle aspettative personali e del valore attribuito alla meta, bensì anche della fondamentale inclinazione ad evitare il fallimento.
Nel quinto ed ultimo capitolo, infine, sono trattati in maniera approfondita i concetti di percezione e di proattività, ovvero quella proprietà fondamentale della mente umana che concorre attivamente allo sviluppo di se stessa , adoperandosi per creare le occasioni che maggiormente possono promuovere tale sviluppo. Alla luce di queste riflessioni, il testo si propone anche di chiarire la notevole rilevanza del “pensiero positivo” al fine di migliorare le proprie prestazioni, prendendo in considerazione un’importante risorsa individuale quale l’ottimismo. Il concetto di ottimismo non è trattato come una disposizione innata, ma come un modo di confrontarsi con la realtà che può essere assimilato nel corso della propria esperienza.
In conclusione viene ulteriormente sottolineato come il perseguimento del successo, oggi più che mai, non è un fatto esclusivamente privato bensì coinvolge a tutti gli effetti il sistema sociale a cui l’individuo fa riferimento.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Sordelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Cesare Kaneklin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 29 |
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