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Il trattamento dei marchi e brevetti nel bilancio IAS

L’ultimo decennio è stato protagonista di importanti mutamenti del contesto economico: dalle medio – grandi imprese si percepisce una crescente necessità di confronto in ambito internazionale, la presenza di un mercato sempre più globale e integrato. Da qui la necessità di armonizzare le norme contabili – con l’introduzione degli International Accounting Standars, il Regolamento comunitario n. 1606/2002 impone a tutte le società europee quotate nei mercati finanziari di redigere dall’esercizio 2005 i bilanci consolidati secondo i suddetti principi – al fine di garantire maggiore trasparenza per quanto concerne la circolazione delle informazioni e la comparabilità dei bilanci.
Tra le risorse immateriali presenti in azienda rientrano i marchi e brevetti (oggetto del nostro studio), nell’analisi dell’elaborato vedremo la rilevanza di tali risorse, all’interno dell’ambito dei nuovi paradigmi aziendali, nelle strategie di crescita e di consolidamento delle imprese che ambiscono a traguardi importanti come la creazione di valore e il vantaggio competitivo che tende a garantire al prodotto caratteri di univocità e differenziazione.
La prima parte del lavoro è incentrata sul contributo apportato dalla dottrina contabile italiana nel classificare e definire la categoria dei beni immateriali, ponendo l’accento sulla differenza che sussiste tra risorse immateriali – ove rientrano i marchi e brevetti – e risorse intangibili ed evidenziando i presupposti teorici per la loro individuazione attraverso delle classificazioni.
Alla luce di quanto detto si passa al trattamento dei marchi e brevetti nella prassi nazionale riportando alcuni esempi: vengono delineati i principali riferimenti normativi per quelle imprese cui non è prevista l’applicazione dei principi contabili internazionali, con riferimento al principio contabile nazionale n.24 fornito dall’ Organismo Italiano di Contabilità (OIC), che si occupa delle immobilizzazioni immateriali.
Successivamente viene illustrata l’evoluzione del quadro normativo a seguito dell’applicazione da parte dei gruppi d’impresa dei principi IAS/IFRS e, in particolar modo, focalizzando l’attenzione sullo IAS n.38 che si occupa delle attività immateriali. Sulla base degli standard setters internazionali, per rilevare in bilancio i marchi e brevetti, è necessario soddisfare la probabilità di afflusso all’impresa dei benefici economici futuri attesi dalle risorse stesse ed è inoltre necessaria la misura affidabile dei rispettivi costi. Il costo di una immobilizzazione deve poter essere definito con una certa attendibilità; il mancato soddisfacimento di tali condizioni comporta l’iscrizione dei relativi costi nel conto economico dell’esercizio.
Una volta definiti concettualmente gli aspetti che caratterizzano i marchi e brevetti, il cuore dell’analisi viene affrontato nella seconda ed ultima parte puramente dedicata allo studio di due casi relativi ai gruppi Recordati e Diasorin, che rispettivamente operano nel settore chimico – farmaceutico e nel settore della diagnostica in “vitro”. Viene identificata la presenza dei marchi e brevetti, nonché il loro peso sul patrimonio aziendale e le modalità adottate per la valorizzazione di essi.

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19 I BREVETTI Il brevetto è uno strumento che permette al titolare dello stesso di tutelarsi dallo sfruttamento altrui delle idee che oltre ad aver pensato ha anche realizzato. Brevettando infatti una propria invenzione, l’inventore ottiene il diritto di escludere altri dall’utilizzo commerciale dello stesso. Il diritto di brevetto può riguardare invenzioni industriali, in particolare: un metodo o un processo di lavorazione industriale; una macchina, uno strumento, un utensile; un prodotto o un risultato industriale; l’applicazione tecnica di un principio scientifico, suscettibile di immediati risultati industriali. Per poter essere brevettata un’invenzione deve avere le seguenti caratteristiche: - industrialità, possibilità di essere prodotta a livello industriale, cioè a costi contenuti; - novità, l’invenzione non deve mai essere stata accessibile al pubblico prima del deposito; - originalità, l’invenzione, a giudizio di una persona esperta nel campo non deve risultare evidente dello stato della tecnica; - liceità. Il soggetto titolare del diritto di brevetto ha il diritto esclusivo di attuare l’invenzione - fabbricare il prodotto - o cedere a terzi il diritto. L’imprenditore trae profitto dallo sfruttamento del brevetto.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentino Archinà
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Antonio Chirico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

FAQ

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Parole chiave

aggregazioni aziendali
armonizzazione
benefici economici futuri
brevetti
business combination
costo attendibile
diasorin
differenzazioni
farmaci innovativi
generati internamente
ias 38
immateriali
intangibles
licenze
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