La corruzione, una consuetudine "contra legem"
La corruzione al giorno d'oggi si presenta come un dato costantemente in crescita, dilagante nella pubblica amministrazione, e la cui percezione è talmente diffusa da indurre i consociati ad un atteggiamento di tollerabilità nei confronti di atteggiamenti platealmente delittuosi. Il presente lavoro si incarica di evidenziare gli aspetti sociologici derivanti dall'incrocio di dati Istat con dati del Casellario giudiziario. Ciò che viene fuori è l'incapacità del sistema penale di far fronte al suo precipuo compito: la deterrenza.
Di fatto i consociati non percepiscono più il disvalore penale dei reati di corruzione.
Ciò che si è evidenziato è che l'analisi economica applicata al diritto dimostra come il progressivo aumento dei delitti in discorso sono il frutto di cattive politiche criminali.
Non si è disdegnato di evidenziare come i processi selettivi operati in sede giudiziaria facciano da filtro all'applicazione delle norme penali. Queste ultime sono state analizzate nei loro aspetti soggettivistici e oggettivistici. Non tralasciando di marcare le differenze tra i delitti in esame e il delitto di "concussione", specie alla luce della sentenza n. 5116 del 1997 della Cassazione che pone un nesso dogmatico tra le due fattispecie.
Da ultimo, ma non meno importante, ci si è preoccupati di prospettare delle proposte di riforma non solo in tema penale ma anche, e soprattutto, in sede amministrativa, dove i controlli sono venuti meno per una congerie di recenti interventi normativi che ne hanno scardinato le fondamenta.
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Ambrogio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giovanni Fiandaca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 204 |
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