Dimensioni percettive: tecnologia e corpo umano nell'arte contemporanea
Per il mio lavoro di tesi ho deciso di percorrere la strada che porta alle nuove dimensioni del sentire umano attraverso. La percezione del mondo infatti passa attraverso il corpo umano ed è il corpo umano al centro del mio viaggio.
Parte del mio lavoro è dedicata all’arte, alla body art in particolare. La body art è una forma d’arte contemporanea che nasce negli anni 70 e utilizza come strumento della messa in scena il corpo umano. Un’ampia sezione della mia tesi è dedicata a Stelarc, considerato il massimo esponente della body art.
Stelarc sostiene, in accordo con le tesi di Derrick de Kerckhove e di altri studiosi di cibernetica come Hans Moravec, che il corpo umano si evolva adattandosi all’ambiente circostante. Essendo questo ambiente altamente tecnologico, è necessario che il corpo si tecnicizzi per adattarsi.
De Kerckhove, sostiene ne La pelle della cultura e nel saggio Remapping sensoriale, inserito nell’opera a cura di Capucci, sulla falsariga di Andrè Leroy-Gourhan, che nei secoli ciò che si è evoluto è il cervello umano e non il corpo. Sostiene quindi la flessibilità neuronale e l’adattamento all’habitat tecnologico che l’uomo occupa. Per Stelarc è necessario che anche il corpo si evolva e perciò è necessario che la tecnologia lo supporti. Infatti nelle performance di Stelarc è sempre presente l’elemento tecnologico, è sempre rappresentata l’ibridazione tra corpo e cosa, organico ed inorganico. Come in ping body in cui è presente il famoso terzo braccio artificiale, complementare e non sostitutivo, o in stomach sculptures o nelle body suspensions.
Dall’intervista che Stelarc ci ha concesso, emerge come, in linea con i maggiori studiosi di cibernetica, come Moravec, che il corpo umano e il cervello umano abbiano necessariamente bisogno della tecnologia per migliorare se stessi e percorrere la lunga strada dell’evoluzione. Si può quindi parlare tranquillamente di un’evoluzione postumana, che porterà alla creazione di un essere nuovo, un vero cyborg, ma con sentimenti umani e socialità umana. Le differenze tra l’essere umano e l’essere postumano, secondo Stelarc, che riprende ciò che sostiene Moravec nel saggio Robot Universale, risiedono nella capacità percettiva del cyborg, nella capacità di valicare i limiti biologici che rendono l’uomo vittima dell’obsolescenza dell’involucro di carne che lo ospita.
È sostanziale, nell’opera di Stelarc, la sua curiosità verso le tecnologie, che lo spinge a sperimentare su di sé forme estreme di ibridazione, sempre alla ricerca di qualcosa che conduca il corpo umano al miglioramento. Per Stelarc resta comunque sempre fondamentale la comunicazione tra gli esseri umani. Come emerge dall’intervista, infatti, non è possibile nessuna evoluzione e nessuna società senza l’interazione tra gli individui che la compongono. Questo emerge anche dall’esperimento in corso, la progettazione di un terzo orecchio connesso a internet, attraverso il quale sarà possibile per tutti ascoltare ciò che esso riceve.
Già nel futurismo, corrente artistica sviluppatasi all’inizio del XX secolo (la pubblicazione del manifesto è del 1909 ad opera di Filippo Tommaso Marinetti), troviamo l’interesse verso la tecnologia e l’apertura sulla possibilità della creazione di un uomo nuovo, Marinetti nel manifesto descrive un uomo-aviatore, capace di volare. Stelarc invece mira alla creazione di un cyborg che oltrepassa i limiti biologici, che non cade vittima del tempo e della malattia, una creatura postumana diecimila volte più veloce e forte dell’uomo contemporaneo, come lo definisce Moravec.
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Informazioni tesi
Autore: | Michela Mastrosimone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Scienze sociologiche |
Relatore: | Linda De Feo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 105 |
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