Il fenomeno dell'Hikikomori: uno studio esplorativo
La terra del Sol Nascente è un arcipelago del continente asiatico situato tra l’oceano Pacifico e il mare del Giappone. Anche se conta quasi 3000 isole, quattro sono quelle nelle quali risiede la quasi totalità della popolazione (Hokkaido, Honshu, Shikoku, e Kyushu). Dal momento che circa il 73% del paese è montagnoso, risulta difficilmente edificabile per una popolazione di quasi 130 milioni di individui, ed è per questo che si sviluppano nuclei urbani con una altissima densità demografica.
Oggi il Giappone rappresenta la terza potenza economica mondiale caratterizzato da un alto costo della vita, tradizioni fortemente radicate e un codice di condotta molto ristretto. Il tasso di natalità si è abbassato fino a 1,3 figli per donna, e per questo si è cominciato a riporre nell’unico figlio tutte le aspettative dei genitori. E’ in questo contesto che negli ultimi anni si è evidenziata la presenza di una problematica relazionale che prende il nome di hikikomori.
Questo fenomeno consiste in una volontaria e ostinata forma di autoreclusione che si origina durante l’adolescenza e che nei casi più gravi può protrarsi anche per più di una decina di anni; questa chiusura incondizionata si estende rapidamente a tutte le aree della socialità, investendo anche i rapporti più intimi come la famiglia e gli amici.
I tentativi di risalire all’eziologia di questo fenomeno hanno portato a rilevare degli elementi comuni nella vita di questi ragazzi, quali, ad esempio, la pressione di genitori carichi di aspettative e richieste di successo o le violenze subite a scuola da frequenti atti di bullismo. L’impatto con il mondo degli adulti, investito principalmente di valori consumistici e di successo personale, può, in molti casi, procurare una reazione involutiva di paura, angoscia e solitudine nell’adolescente che lungo il suo percorso di emancipazione si trova a nutrire una sfiducia totale e profonda verso la realtà che lo circonda. Nei casi più estremi, questo senso di inadeguatezza dell’adolescente minaccia l’attitudine basica di fiducia e può trasformarsi in reazioni di rabbia, di violenza, di devianza nelle quali l’equilibrio psicologico-affettivo è compromesso. Il confronto con l’altro diventa così insostenibile, l’altro è una presenza minacciosa, una continua conferma delle proprie inadempienze, dei proprio insuccessi, va tenuto lontano, negato, privandogli ogni possibilità di contatto, autoesiliandosi in una piccola fortezza tecnologica.
La relativa novità del fenomeno e la frammentarietà delle informazioni a riguardo rendono necessario un approfondito studio della letteratura, per il momento estremamente scarsa nel panorama italiano, che non si limiti alla consultazione di testi occidentali ma che analizzi questo fenomeno dall’interno della società giapponese.
Questo lavoro si propone di analizzare le cause che stanno alla base del fenomeno ricercando nella letteratura internazionale a disposizione e sottolineando come un’informazione mediatica strettamente vincolata al retaggio culturale, possa influire negativamente sull’interpretazione del fenomeno stesso.
È stata in seguito riportata una modalità di intervento promossa dalla società giapponese che si traduce nell’istituzione di organizzazioni private non governative, le organizzazioni no-profit; queste organizzazioni, pur non fornendo un supporto terapeutico clinico, si occupano del reinserimento lavorativo dei soggetti hikikomori, e ciò rappresenta comunque una risposta propositiva al fenomeno, seppur non risolutiva.
L’approccio prettamente psicologico infatti risulta poco usato in Giappone, ma dai pochi contributi emersi e in particolar modo da uno studio eseguito dal Professor Hattori Yuichi si sposta l’attenzione su una effettiva problematicità psicologica che invece sarebbe all’origine del fenomeno e che nel corso degli anni si traduce in diversi disturbi appartenenti allo spettro della Fobia Sociale, accumunabili a livello fenomenologico dal ritiro sociale.
È stato infine considerato il fattore Internet, del quale i ragazzi sono grandi fruitori e che può rappresentare sì un pericolo, ma anche un possibile primo elemento di aiuto; l’Avatar Therapy una terapia che si svolge esclusivamente in sede virtuale può essere indicata in una prima fase di recupero di questi ragazzi.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Pieri |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Teresa Lorito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 120 |
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