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Il ruolo della tariffazione nella gestione dei rifiuti solidi urbani

Il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n.22, all’art.49 sopprime la tassa per lo smaltimento dei rifiuti a favore di una nuova tariffa .
Così operando si modifica sostanzialmente la natura giuridica del tributo, che diviene una tariffa correlata al servizio erogato, a domanda individuale: se finora il prelievo aveva un carattere tributario, ora esso diviene un corrispettivo versato a fronte di un servizio di smaltimento che viene erogato dal Comune.
Poiché il servizio in parola agisce sul ciclo dei rifiuti urbani, è del tutto palese che il sistema di tariffazione predisposto deve risultare coerente con le finalità di politica ambientale alla base del Decreto citato. Questo significa che occorre predisporre forme di incentivazione e di innovazione tecnologica ed organizzativa, con particolare riguardo alle attività di riciclaggio (sia di materia che di energia) così come indicato nella definizione della gerarchia di intervento che, come noto, colloca al primo posto la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, al secondo la raccolta differenziata finalizzata al recupero e al riutilizzo di materia, e al terzo il recupero energetico.
La parametrizzazione tariffaria delle quantità di rifiuti conferiti appare dunque uno degli obiettivi primari, in quanto, rifacendosi al principio “chi inquina paga”, si instaura una correlazione di efficacia ed efficienza tra utente ed impresa incaricata della gestione.
Gli obiettivi generali del decreto sono sia di natura ambientale che di natura economica, aspetti che dovranno trovare una logica interazione: la minimizzazione dell’impatto ambientale è evidentemente l’obiettivo sotteso a tutti gli altri, e vede in prima fila gli Enti Locali ed eventuali loro aggregazioni. Il sistema tariffario previsto intende proporre uno schema che sia tale da risultare incentivante per quanto riguarda il riscorso a tecniche a basso impatto ambientale, e viceversa, penalizzante per quanto riguarda il ricorso a tecniche ad elevato impatto ambientale. E’ evidente che per ridurre la quantità di rifiuti residui prodotti occorre rendere “attrattiva” la raccolta differenziata: nel momento in cui si chiede all’utente di contribuire alla realizzazione di un servizio per il quale egli paga, si creano nell’utente stesso aspettative, che sono di natura psicologica ma anche materiale, ragion per cui la sua partecipazione deve trovare riscontro in sgravi di natura economica.
E’ necessario dunque che l’utente sia in grado di apprezzare la stretta correlazione tra i rifiuti conferiti ed i benefici economici, avendo chiaro che il sistema basato sulla raccolta differenziata è un sistema premiante, mentre quello basato sulla raccolta indifferenziata è penalizzante.

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