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Una possibilità bilingue. La Bottega d'Europa di Caterina Cangià.

Teatro e computer al servizio dell'apprendimento della lingua inglese come esperienza parallela alla realtà della lingua madre. Dalla scuola di Roma fondata dalla Professoressa Caterina Cangià, alla sfida del CLIL, Content and Language Integrated Learning, nella scuola contemporanea. La tesi affronta le problematiche metodologico didattiche dell'insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria, passando attraverso accreditate teorie glottodidattiche per fondersi nell'immediatezza della pratica teatrale laboratoriale, fulcro della Bottega.
La possibilità bilingue è la scuola europea, nella quale a ciascun studente sia garantita la possibilità di vivere la sua vita grazie ad un doppio canale linguistico che li accompagni lungo l'intero percorso di studi, condiviso con gli allievi europei.
Il CLIL, difeso e diffuso dalla ricerca e dall'impegno della Prof.ssa Gisella Langé si pone come alternativa reale nella scuola pubblica, alla finzione della simulazione, nella quale l'allievo non raggiunge una piena autonomia e motivazione all'uso della lingua in situazioni quotidiane reali, perché limitato dal proprio sistema linguistico e culturale.
Pedagogia, glottodidattica, linguistica, si integrano e si supportano a vicenda, alla ricerca di un equilibrio che spazi dal Natural Approach di Krashen, al Learning che vivono gli studenti tra le mura dell'aula.
Utopia o possibilità? La Bottega ha realizzato il possibile nel suo hic et nunc: ai docenti del futuro la scelta di cogliere la sfida per un mondo e una mente "altra", possibile...

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Introduzione La Bottega d’Europa è una scuola di comunicazione situata nel quartiere Montesacro di Roma il cui scopo consiste nel formare alunni dai tre ai diciotto anni attraverso l’attività teatrale e la multimedialità interattiva “vissute” in lingua inglese. La realizzazione di tale ambizioso progetto è di suor Caterina Cangià, (soprannominata sisternet in virtù dell’impegno per la diffusione delle tecnologie multimediali nella didattica) una salesiana dell’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice, da anni impegnata nella formazione della personalità umana basata su una visione olistica della stessa, che ne accentui le relazioni presenti nella globalità affettiva e cognitiva delle sue componenti. Suor Caterina fonda ufficialmente la Bottega d’Europa nel 1993 come associazione no-profit, ma il progetto si svolgeva in via sperimentale già negli anni Ottanta. Nata ad Alessandria d’Egitto, suor Caterina trascorre la sua infanzia immersa in una realtà multilinguistica e multiculturale, acquisendo la capacità di esprimersi in cinque lingue. Prosegue gli studi secondari in Francia e in Italia dove si unisce alle Figlie di Maria Ausiliatrice e parte come missionaria in Libano, esperienza che segnerà profondamente la sue scelte didattiche future. Nel 1981 si laurea in Scienze dell’educazione presso l’Ateneo Salesiano di Roma e nel 1992 con la tesi intitolata, un copione ipermediale nella glottodidattica infantile della lingua straniera. L’osservazione esplorativa dell’interazione bambini-computer nel contesto di apprendimento della lingua straniera facendo teatro, consegue il dottorato di ricerca. Oggi suor Caterina è docente di Didattica delle lingue moderne presso la Libera Università Maria Santissima Assunta LUMSA e insegna Nuove tecnologie a servizio dei processi di insegnamento-apprendimento presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma. La prima parte del presente elaborato Una bottega “artigiana” si apre con l’introduzione della figura di suor Caterina, passando poi a descrivere il suo percorso didattico durante la missione in Libano. In seguito si addentra nella realtà della Bottega d’Europa, analizzandone le finalità didattiche, i soggetti coinvolti e le attività intraprese. Dal momento che la Bottega d’Europa accoglie studenti di varie fasce d’età, il capitolo secondo circoscrive l’analisi all’alunno della scuola primaria, facendo riferimento all’impostazione teorica esposta dalla professoressa Cangià nel testo L’altra glottodidattica. Il bambino è l’obiettivo primario del percorso didattico in lingua straniera e la comprensione della specificità del suo stadio evolutivo è il primo passo verso una definizione dell’approccio che unisce teatro e computer. La possibilità di una didattica che si configuri come didattica del “fare” in lingua straniera si basa anche sull’individuazione di una professionalità docente in grado di rispondere alle richieste di una glottodidattica che riunisca solide competenze linguistiche alla conoscenza psicopedagogica propria del docente di scuola primaria. La riflessione si inserisce in un quadro normativo e di sviluppo della scuola pubblica attualmente ancora in via di definizione, che lascia aperta la questione relativa alla professionalità del docente di lingua straniera. Successivamente l’attenzione si sposta all’interno dello spazio e del tempo, categorie che racchiudono i soggetti e le attività con le quali essi interagiscono nella Bottega.

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela De Rosa
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Nicola Prof. Siciliani de Cumis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 226

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