La responsabilità dell'avvocato
La responsabilità professionale dell’avvocato negli ultimi decenni è stata più volte affrontata ed approfondita in giurisprudenza, la quale ha avuto modo di enucleare le ipotesi tipiche di responsabilità dell'avvocato.
II cammino non è stato lineare: non sono mancate contraddizioni ed eccessive genericità.
Tuttavia sono stati completamente superati quegli orientamenti ancora dominanti negli anni Cinquanta del secolo scorso, i quali “concedevano” una sostanziale “impunità” all'avvocato rispetto a sue gravi dimenticanze.
Lungo l’intero percorso sono stati ripresi i concetti fondamentali del contratto d’opera professionale dell’avvocato accennando brevemente agli aspetti generali del contratto di patrocinio e agli elementi che lo caratterizzano, come la diligenza del buon professionista.
Il punto centrale riguarda due aspetti fondamentali del problema della responsabilità dell’avvocato, da un lato si sono approfondite le varie fattispecie di responsabilità che toccano da vicino la professione di avvocato e dall’altro il risarcimento del danno provocato dall’avvocato nella sua attività.
Per quanto concerne il primo punto sono stati esaminati gli obblighi, i doveri e i divieti inerenti la professione di avvocato, i primi derivano dalle conduzioni alle liti e dalla redazione dei pareri, i secondi inerenti il dovere di informazione nelle varie fasi dell’incarico ricevuto ed i terzi riguardano il divieto di ritenzione. Poi è stata vista da vicino anche la responsabilità per il patto di quota lite e il diritto di recesso del professionista.
Sul dovere di informazione dell’avvocato, l'indagine mira a dimostrare che tra le obbligazioni dell'avvocato nascenti dall'incarico professionale incomincia ad affacciarsi anche il dovere di informazione, seppure in misura non rilevante come nel settore delle professioni mediche.
La casistica, poi, continua a mostrare che la maggior parte degli illeciti riguardano violazioni proprie dell'attività del procuratore e non quella di difesa propria dell'avvocato in senso tecnica.
Per quanto concerne, invece, il secondo punto, il risarcimento del danno è stato concentrato sul danno, sia patrimoniale sia non patrimoniale, come pregiudizio da perdita di chance.
Infatti, il tipico danno patrimoniale cagionato dall'avvocato è quello da perdita di chance, quest'ultima intesa come la possibilità di conseguire un risultato favorevole e non, invece, il risultato favorevole in sé mentre, non si può escludere che la violazione dell'incarico professionale possa ledere beni o interessi di rilievo costituzionale del cliente, dunque che l'avvocato possa essere chiamato a risarcire il danno non patrimoniale, nella rilettura costituzionale dell'art. 2059 c.c.
Poi, una volta stabilita la risarcibilità del danno, si è affrontato il concetto di liquidazione dello stesso danno da perdita di chance, seguendo i ragionamenti della Suprema Corte.
La responsabilità dell’avvocato è stata poi affrontata sotto gli aspetti generali della colpa lieve, della colpa grave e del dolo, affrontando i vari problemi tecnici di speciale difficoltà.
Proprio in virtù delle nozioni di “problemi tecnici di speciale difficoltà” e di “colpa lieve”, che, come è noto, consentono di escludere la responsabilità del professionista, il cammino giurisprudenziale non è stato lineare.
Infine, si è cercato di comprendere, in modo autonomo e critico, le motivazioni e gli aspetti rilevanti del codice di deontologia professionale, completando l’opera con le recenti modifiche al codice stesso.
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Informazioni tesi
Autore: | Agrippino Silvestro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Operatore Giuridico |
Relatore: | Daniela Barbierato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 111 |
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