Il peso della componente femminile nello scenario politico europeo: un'analisi statistica
A sessant’anni dall’acquisizione dei diritti politici da parte delle donne, l’Italia è fra i Paesi europei e mondiali con le percentuali più basse di donne in Parlamento. Oggi si tende a considerare ormai superata la questione dell’uguaglianza tra i sessi. Tuttavia, nonostante gli incontestabili miglioramenti delle condizioni di vita delle donne, gli uomini continuano ad occupare posizioni di maggiore potere in tutti i settori lavorativi. E in particolare, è nelle istituzioni politiche che le donne rappresentano costantemente una minoranza. Dopo le ultime elezioni (aprile 2006), nel Parlamento italiano su 959 tra deputati e senatori, le donne sono solo 153, cioè pari a meno del 16% del totale.
Quali sono le ragioni di una così scarsa presenza femminile nelle istituzioni politiche italiane? E ancora, quali sono le differenze tra uomini e donne che potrebbero implicare questo risultato? E perché non si verifica lo stesso risultato anche nei Paesi scandinavi, dove invece la presenza delle donne in Parlamento talvolta (è il caso della Svezia) è pari a quella degli uomini? Quali sono, infine, le possibilità di cambiamento circa la presenza femminile nelle istituzioni del nostro Paese?
L’intento di questa ricerca è quello di osservare i dati demografici, economici e sociali dei 25 Paesi dell’Unione Europea (escludendo per motivi di tempo Bulgaria e Romania), per poi interpretarli con riguardo alla presenza delle donne in Parlamento.
Fine ultimo della ricerca è quello di costruire un modello statistico che indichi le strade per contribuire a migliorare la situazione nel nostro Paese.
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Informazioni tesi
Autore: | Amalia Di Palma |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Domenico Piccolo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 209 |
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