Le Aree Marine Protette: modelli di gestione nelle isole italiane
L’ambiente non è sempre stato un valore. E’ facile passare dai Greci ai Romani, fino al Medioevo senza incontrare tracce del problema-ambiente. Quando Watt applicò la forza del vapore su scala industriale non si preoccupò delle tonnellate di carbone rilasciate nell’atmosfera. Da allora il degrado ambientale ha accompagnato l’espansione tecnico-economica. Solo nel secolo scorso l’uomo ha preso coscienza del problema–ambiente, considerandolo come risorsa scarsa e, con una certa sfumatura etica, come un valore. Esso potrebbe sembrare un concetto quasi astratto, ma la realtà mostra che, andando avanti con il tempo, esso diviene un fattore essenziale di sviluppo economico e sociale. L’ambiente non è solo al centro dell’attenzione di politici, scienziati ed esperti, ma anche della gente comune. Sta prendendo piede la convinzione che l’ambiente sia un patrimonio, un bene prezioso da preservare perché condiziona la vita e la salute nostra e delle generazioni future. Questo anche grazie al fatto che in una società come quella attuale assume importanza strategica l’informazione, che si serve di diversi canali per agire come strumento di coesione sociale e di sensibilizzazione.
L’ambiente ha assunto un ruolo ufficiale nell’ultimo ventennio del secolo scorso con l’istituzione del Ministero dell’Ambiente. Le azioni poste in essere erano inizialmente improntate al recupero e, in un secondo momento, alla proposta di iniziative atte a tutelare il patrimonio ambientale attraverso la costituzione di Aree Marine Protette, Parchi Nazionali, Riserve Naturali Statali, terrestri, fluviali e lacuali.
L’intenzione è quella di tutelare la biodiversità e difendere flora e fauna dall’estinzione. Questo è un impegno che ci coinvolge tutti in prima persona, in quanto tutti siamo abitanti della stessa Terra. Superiamo i termini locali o nazionali: si tratta di un tema da affrontare su scala globale se si vogliono ottenere risultati apprezzabili. Solo un’azione definita da parte di tutti sarà decisiva per la conservazione dell’ambiente.
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L’ambiente, inteso in senso ampio, è considerato il complesso di beni e di realtà naturali le cui caratteristiche fisiche e biologiche sono ritenute meritevoli di essere salvaguardate. Esso è rappresentato da quell’insieme di elementi che costituiscono la biosfera e consentono la vita sulla Terra. Tra tali elementi troviamo l’ambiente marino.
L’ambiente marino comprende più in particolare le acque del mare (superficiali e non), il fondo marino ed il sottosuolo corrispondente, nonché tutte le forme sia di natura biologica (pesci e flora) che di natura fisica. Particolare rilevanza rivestono le acque costiere. Se da un lato sono quelle maggiormente soggette al degrado causato da inquinanti provenienti da industrie, dall’agricoltura, da centri abitati e dal traffico marittimo, dall’altro sono le più interessate dalle attività umane, quali la pesca, balneazione e diporto nautico.
L’Italia si pone al centro del Mediterraneo e sviluppa circa 8000 Km di coste che costituiscono un patrimonio inestimabile per varietà di tipologie di organismi vegetali ed animali, di testimonianze archeologiche, storiche, artistiche ed architettoniche e per le diverse culture che lungo di esse si sono sviluppate. Nonostante tutto, la sensibilità verso l’ambiente costiero e marino è stata per lungo tempo trascurata, ed è accresciuta solo negli ultimi decenni.
Secondo quanto affermato da Moschini, si ha una minor consapevolezza dei rischi corsi dall’ambiente marino sia per le minori conoscenze dell’opinione pubblica nei confronti delle dinamiche marine, ma soprattutto per la minor visibilità degli effetti dell’inquinamento e dell’errata gestione delle risorse rispetto all’ambiente terrestre. Il mare è poco “vissuto”, nel senso che non basta che sia molto affollato o dotato dei migliori comfort. Questo allontana ancora di più la concezione di un ambiente naturale gestito con oculatezza. Le coste sono state per molto tempo considerate come una “discarica a cielo aperto” e soggette alla “cementificazione selvaggia” per rispondere al turismo balneare in pieno sviluppo. Una delle risposte a questi problemi è data dalle Aree Marine Protette istituite per preservare porzioni di territorio scarsamente antropizzate.
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L’obiettivo di questo lavoro è quello di dare uno sguardo alle Aree Marine Protette Nazionali, con un’attenzione particolare a quelle dell’isola della Sardegna, e vedere come lo sviluppo economico si può conciliare con la protezione dell’ambiente marino.
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Informazioni tesi
Autore: | Marina Cannas |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Economia e Politiche Europee |
Relatore: | Giovanni Sistu |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
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