De Saint Piere et du Jougleur e Du vilain qui conquit paradis par plaid: gabbasanti e gabbati in due fabliaux sulla soglia dell'aldilà
Dopo essere stata affascinata dal carattere insolitamente teatrale dei testi comici medievali, ho scelto di interessarmi più da vicino alla produzione di questi racconti chiamati fabliaux.
In un corpus di circa 150 testi, ve ne sono molti che presentano esplicitamente la parodia dell’universo cortese, mostrando l’aspetto carnevalesco del mondo medievale. Si ride per la dissacrazione dei valori sacri, per la messa in mostra delle parti corporali oscene, rovesciando la realtà quotidiana, ma pur sempre rimanendo all’interno di un innocuo gioco beffardo.
Meno diffuso è invece il tema espresso nei due fabliaux che ho analizzato: ovvero il dialogo nell’aldilà, dove la comicità si sposta dalla terra verso Inferno e Paradiso, chiamando in causa santi autorevoli, Satana e i suoi diavoli e addirittura Dio Onnipotente. San Pietro è inoltre il protagonista di una parodia che ha come vero bersaglio Gesù Cristo, in una discesa agli inferi il cui tono è notevolmente abbassato tanto dal temperamento aggressivo dei personaggi, quanto dal mezzo usato per redimere le anime: il gioco dei dadi, notoriamente condannato dall’istituzione ecclesiastica. Possiamo solo immaginare quanto dovesse apparire blasfemo un lancio di dadi da parte di San Pietro.
Sia nel Saint Piere et le jougleur che nel Vilain qui conquit paradis par plaid, si cerca di rielaborare quella domanda che affannava e che ancora oggi affanna costantemente gli intelletti: la sorte dell’anima dopo la morte. Gli autori anonimi delle due opere rendono protagoniste le figure, già molto sfruttate, del villano e del giullare, ma ne mettono in luce, in modo originale, un lato positivo e inaspettato. Infatti, e si tratta di un punto di grande importanza nel mio elaborato, essi hanno cercato di risollevare le sorti di due categorie maltrattate, respinte ed emarginate dalla società da parecchi secoli, permettendo loro di salvare la propria anima e non solo.
Il tentativo è comunque debole e inadeguato a riscrivere le numerose pagine di commenti negativi e di satira “contraria” documentate nei secoli; ma mette in discussione, innegabilmente, la legittimità di un atteggiamento oramai scontato.
I fiumi di inchiostro consacrati alla figura e alla reputazione del villano, mi hanno permesso di descriverlo in tutta la sua brutalità, in tutto il suo essere animale, simile ad un asino, ad un maiale e ripudiato da Dio, poiché alcune sue caratteristiche ricordavano divinità pagane e creature infernali. La messa in luce degli aspetti negativi del villano ha convalidato, di contro, il coraggio e la peculiarità del Vilain qui conquit, così come di altri testi, nel tentativo di riscattare questo personaggio.
E’ stato interessante, inoltre, nel corso dell’elaborazione, scoprire l’origine del bando del Villano, non tanto dal Paradiso, poiché risulta più chiaro ed espressamente motivato dalla Chiesa e nelle opere cronologicamente precedenti, quanto la cacciata dall’ Inferno, luogo che accoglie di diritto chi è più bestia che uomo; tanto più che l’origine di tale bando è molto antica.
Non ha avuto molta più fortuna il povero giullare, come il villano maltrattato e condannato dalla società e dalla Chiesa. Se l’esclusione dal Paradiso appare anche per lui scontata, nel fabliau del Saint Piere viene cacciato persino dall’Inferno, anzi si può dire che “se lo gioca”, nel vero senso della parola, a dadi.
La partita disputata tra San Pietro e il menestrello è uno dei rari esempi di descrizione fedele di un gioco veramente esistito. Grazie alla precisa testimonianza e alla passione per il gioco del monarca di Castiglia Alfonso X el Sabio, è possibile affermare con certezza di quali giochi si parli.
Il gioco dei dadi e la vittoria del santo sono state uno spunto felice su cui scrivere l’ultimo capitolo, oltre che per riunire villani e giullari in un unico destino.
In fin dei conti, pur perdendo all’Inferno, il giullare guadagna il Paradiso, e per la gioia delle anime liberate e anche dei lettori, si congiunge col villano nella misericordia divina.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Ramona Monzani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Maria Carla Marinoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 51 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Poesia e Profezia nel poema dantesco : il canto XIX dell' Inferno
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi