L'ipnosi in psicoterapia. Cenni di applicazione

I INTRODUZIONE Ho affrontato il corso di ipnosi clinica della scuola del Professor Granone, con la curiosità e l’interesse per una fenomenologia di cui avevo sentito molto discutere ma della quale non possedevo alcuna conoscenza scientifica. Le lezioni frontali seguite durante il percorso formativo, le esperienze dirette e la letteratura consultata, mi hanno portata alla decisione di affrontare, quali tesi finale, il presente lavoro che ha lo scopo di fornire una panoramica sull’attuale applicazione dell’ipnosi in ambito psicoterapeutico. Rispetto a quando è nata, la patologia dei pazienti che ricorrono oggi all’ipnosi è molto cambiata, così come è cambiato il rapporto con il terapeuta che, come ben sappiamo, è una delle pietre fondamentali della psicoterapia. Nel tempo si sono modificate anche alcune concezioni delle malattie da trattare ed è quindi stato inevitabile che anche alcuni elementi che costituiscono l’ipnosi abbiano subito delle modifiche. Oggi, chi si avvicina all’ipnosi da neofita, sia per proprio conto, sia seguendo un percorso di studio, si imbatte in una letteratura scientifico-descrittiva che ben lungi dall’essere un manuale si rivela invece una raccolta anedottica di autori vari senza che gli esempi riportati abbiano carattere scientifico. Alcune idee sull’ipnosi sono rimaste immutate dal tempo di Freud, e questa difficoltà a sganciarsi da certi legami rende più difficile l’ingresso di questa disciplina nella terapia medica e psicoterapeutica ufficiale. Ancora oggi infatti, buona parte del pubblico, ma anche medici e psicologi, associano quasi istintivamente il concetto di ipnosi con quello di anestesia chirurgica, concetto che si ricollega alle ancestrali esperienze di Esdile e di Elliotson, che furono sicuramente importanti e significative ma che ormai rivestono solo più un carattere storico. Altri invece associano il concetto di ipnosi con la fenomenologia sonnambulica facile ed identificano la trance ipnotica come uno strumento idoneo a scavare nel profondo del soggetto la presenza di situazioni intricate che vengono riportate alla superficie attraverso la descrizione che l’ipnotizzato comunica al terapeuta. Altri ancora la conoscono come una imposizione risolutiva capace di eliminare alcune dipendenze anche al di là