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Il ruolo delle Ong nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea: il caso Coopi

L’espressione “cooperazione allo sviluppo” nell’accezione più generale, designa l’opera prestata per la realizzazione di determinate attività volte al conseguimento di specifici obiettivi.
A livello teorico i primi esempi di cooperazione li ritroviamo nei contenuti della Carta Atlantica del 1941 dove alcuni punti definiscono in modo esplicito alcuni fra i principali caratteri, fondamenti e obiettivi della cooperazione allo sviluppo concepita come un processo politico complesso volto ad incidere sulle strutture economiche, politiche e sociali di un Paese.
Successivamente la cooperazione allo sviluppo ha avuto un nuovo evolversi grazie al ruolo delle prime ong che si sono interessate ai problemi della poverta e di portare i primi aiuti umanitari in un paese estero. Esse nascono soprattutto in ambito religioso- cattolico, come espressione della carita cristiana , ma diventano ben presto delle vere e proprie organizzazioni, tanto da diventare oggi oggetto di studio del diritto internazionale.
Intorno agli anni '70 le ong incontrano l'aiuto dell' Unione Europea che le definisce organizzazioni della società civile in quanto la loro composizione, fatta sostanzialmente da volontari, e il loro nuovo approccio alle realtà povere , suscita la curiosita' dell'Ue.
La tesi inoltre analizza un progetto realizzato da una delle piu' grandi ong italiane in Ecuador.

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INTRODUZIONE Questa tesi nasce da un profondo interesse per le dinamiche che muovono e sottostanno alla cooperazione allo sviluppo. Interesse maturato in seguito ai miei studi e allo svolgimento di uno stage all’interno di una ong italiana: COOPI. Il lavoro di stagista mi ha portato a conoscere più da vicino il contenuto dell’espressione “cooperazione allo sviluppo”, poiché ho potuto esaminare e approfondire le dinamiche che costituiscono questa realtà attraverso un’esperienza diretta e sul “campo”. Questo breve periodo in cui ho svolto lo stage ho seguito il lavoro di questa ong tanto da farne oggetto del mio elaborato finale. La motivazione che mi ha spinto a ciò è stato vedere come chi svolge il lavoro di “cooperante” sia mosso non da interessi individualistici, bensì da una profonda motivazione morale che il divario Nord-Sud, la povertà, la fame, le disuguaglianze siano problematiche molto sentite e come tali devono essere estirpate. Chi svolge questo lavoro sa bene cosa significhi combattere la fame o la povertà e conosce anche l’impegno che occorre, le energie fisiche, economiche e finanziarie che necessitano per far sì che siano raggiunti risultati concreti e duraturi. L’espressione “cooperazione allo sviluppo” nell’accezione più generale, designa l’opera prestata per la realizzazione di determinate attività volte al conseguimento di specifici obiettivi. Già tale generica formula racchiude le diverse e significative dimensioni entro le quali la cooperazione può esplicarsi (cooperazione politica, economica, culturale ecc…); infatti si tratta di una realtà vasta e multiforme. L’analisi della cooperazione allo sviluppo, non può prescindere da una breve precisazione sul contesto storico in cui nasce e dalla rilevazione dei fattori sui quali si fonda. 2

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Moretti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Fabio Raspadori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

FAQ

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Parole chiave

america latina
convenzione yaoundè
cooperazione
cooperazione allo sviluppo
cooperazione decentrata
coopi
diritto internazionale
fondi europei
ong
organizzazione non governativa
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paesi acp
progetto umanitario
relazioni economiche
unione europea

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