L'integrazione scolastica del bambino affetto da ritardo mentale
Lo scopo del presente elaborato è quello di effettuare una ricerca bibliografica relativa al problema dell’ integrazione scolastica del bambino affetto da ritardo mentale, in particolare quello lieve in quanto sono proprio le persone lievemente ritardate le persone che possono essere maggiormente aiutate; infatti sistemi educativi sono progettati appositamente per sviluppare le loro abilità e per compensarne gli handicap. Partendo dagli aspetti clinici e diagnostici del ritardo mentale lieve, che fanno da cornice al presente lavoro, intendo successivamente definire sia dal punto di vista teorico, sia dal punto di vista storico-legislativo il termine “integrazione”; questa parola infatti ha sostituito quella di “inserimento nell’ambito scolastico, sociale e legislativo”, segnando il passaggio dalla realtà del bambino portatore d’ handicap inserito nella scuola, ma sostanzialmente isolato ed evitato, alla fase in cui ci si impegna attivamente perché egli sia pienamente integrato nel gruppo dei suoi coetanei, della scuola, del territorio. L'inserimento, pertanto, che si risolve in compresenza fisica o nel lavorare accanto con sopportazione reciproca, porta all'isolamento del soggetto affetto da handicap e perpetua la sua condizione di emarginato. Al momento attuale l’integrazione di alunni in situazione di handicap nelle scuole normali si può ritenere una realtà diffusa nella cultura e nei valori, un diritto certo sancito da una legislazione che viene considerata, da molti, all’avanguardia.
Andrò quindi ad analizzare nello specifico le varie modalità d’intervento e le attività educative che caratterizzano l’integrazione scolastica del bambino per valutarne l’effettivo grado di applicazione di ciò che è stato
elaborato a livello teorico e le difficoltà che gli “attori” di questo processo incontrano nell’interpretare correttamente le norme, tenendo conto che vi è differenza tra inserimento (che è un fatto non ancora connotato qualitativamente che può limitarsi all’accoglienza passiva) e integrazione (che implica invece un processo attivo che coinvolge tutti i componenti di un gruppo e tutti gli elementi di un contesto). Ho iniziato a scrivere questa tesi partendo dal presupposto che “si può insegnare qualsiasi cosa a qualsiasi persona a qualsiasi età, purché venga fatto in modo adatto” .
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Informazioni tesi
Autore: | Jennifer Bertuola |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze psicologiche |
Relatore: | Roberta Cernetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 37 |
FAQ
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