''Se mi traduci mi cancelli'': traduzione italiana di titoli di film americani
Sull’esigenza di un giudizio critico sulla qualità di una traduzione influiscono due considerazioni fatte riguardo all’importanza dei titoli e del loro valore culturale. La prima è che i titoli vanno a modificare, sia a livello qualitativo che quantitativo, la cultura nella quale sono inseriti. La traduzione produce effetti quantitativi che riguardano l’aumento di testi che vengono diffusi all’interno di una comunità linguaculturale; ma anche effetti qualitativi dovuti alle strategie di traduzione utilizzate e alla loro messa in atto. Tra le parti del testo, i titoli sembrano essere “gli elementi superficiali in grado di esercitare l’impatto maggiore o quanto meno l’impatto più evidente sulla cultura” . I titoli originali sono il frutto della scelta mirata di un autore, che attraverso di essi decide che tipo di reazione ed aspettative suscitare nel potenziale fruitore e, a volte, anche quale chiave di interpretazione suggerire.
I titoli si rivelano dunque parte integrante di un’opera, sia essa letteraria o cinematografica, e la loro traduzione merita la stessa attenzione riservata alla traduzione dell’opera stessa. La scelta del titolo per il lavoro qui riportato è stata di conseguenza svolta in modo accurato. Intitolare l’elaborato “Se mi traduci mi cancelli” vuole infatti essere una provocazione intesa a mettere in evidenza come, sia nel caso specifico del film in questione (“The Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, tradotto in italiano “Se mi lasci ti cancello”) che in molti altri, la traduzione abbia modificato il titolo originale in modo così radicale da annullarne tutte le funzioni di partenza, abbia cancellato le potenzialità comunicative e ne abbia aggiunte altre ex-novo, sulla base di priorità che non corrispondono a quelle del testo fonte. In quanto frutto della scelta mirata di un autore, i titoli svolgono, infatti, delle funzioni specifiche alle quali non è però assegnata la stessa rilevanza: è sempre l’autore a determinare il modo di applicarle e dunque a stabilire quali funzioni rafforzare nella formulazione di un titolo. La traduzione deve porsi come obiettivo il mantenimento più possibile fedele alle funzioni originarie e al loro modo di applicazione, evitando l’innesco di funzioni in origine non considerate rilevanti. In casi come The Eternal Sunshine of the Spotless Mind le funzionalità stabilite vengono invece stravolte in virtù dell’esplicita volontà di farne prevalere altre originariamente non considerate fondamentali (prime fra tutte quella comercial ), di fatto cancellando quella che era stata la scelta dell’autore.
Nello svolgimento del mio elaborato, partendo dalla definizione di denominazione propria, siamo giunti ad un’analisi delle teorie sulla titrologie e sulla traduzione dei titoli cinematografici in particolare, fino a focalizzare il modo in cui tali strategie trovano riscontro nella realtà; da qui la constatazione che il mondo dei titoli cinematografici è regolato da principi molto pragmatici che vedono nella fedeltà al titolo originale un elemento opzionale a discrezione e scelta del ‘traduttore’. Questo non impedisce che si traducano spesso titoli grazie a tecniche intelligenti, rispettose dell’opera originale. Allo stesso tempo, però, vengono resi possibili e legittimi altri tipi di traduzione.
L’analisi si è poi indirizzata verso un nuovo filone, cioè la ricerca dei motivi storici e culturali che hanno determinato le tendenze traduttive degli ultimi anni. In particolare si è focalizzato sulla questione del rapporto tra cultura italiana e cultura anglo-americana. Si è visto che in Italia si affronta il problema traduttivo sempre più tendendo all’atteggiamento trans-discursive e defective, che ammette l’intrusione di elementi esterni alla propria cultura. Allo stesso modo si è visto come questo atteggiamento rischi di trasformarsi in molti casi in un’estremizzazione del comportamento defective, che non solo favorisce l’ingresso di elementi esterni, ma assiste alla sostituzione di questi ultimi a quelli propri della cultura italiana.
La previsione che in Italia la ‘non-traduzione’ dei titoli cinematografici possa essere un primo passo verso l’adozione della tecnica della sottotitolazione, che costituisce un segno distintivo di una cultura curiosa ed aperta a quelle esterne, non sembra trovare conferma.
Il mondo della traduzione non può che uscire indebolito da una situazione di questo genere, non presentandosi le premesse necessarie per un suo svincolamento da fattori e procedimenti esterni che, determinandone le finalità, trasformano quelle che sono le priorità di una traduzione ad opzioni del responsabile dell’ ufficio marketing.
L’indipendenza della traduzione come attività intellettuale deve partire da una concezione nuova della traduzione, che non deve essere opzionale ma obbligatoria: quella di un’attività culturale che richiede il tempo giusto di elaborazione, energie, e soprattutto conoscenze culturali.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Ortenzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Clara Bartocci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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