Messa a punto di un metodo molecolare per l' identificazione di OGM in alimenti , sementi e mangimi
Negli ultimi anni, grazie ai progressi realizzati dalle tecniche del DNA ricombinante e del trasferimento genico, le biotecnologie hanno subito una forte crescita soprattutto rivolta al settore dell’agricoltura. Ricercatori impegnati in vari paesi del mondo sono riusciti mediante le tecniche e dell’ingegneria genetica, ad ottenere un numero considerevole di piante geneticamente modificate soprattutto per specie ad elevato interesse industriale quali mais, soia, pomodoro, patata, cotone, colza, barbabietola da zucchero e tabacco
In generale si intende per organismo geneticamente modificato (OGM), un organismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale. (GU n. L 213 del 21. 7. 1982). Nell'ambito di questa definizione la modificazione genetica deve avvenire mediante l'impiego di tecniche il cui prodotto finale non possa derivare dall’uso di metodi di riproduzione tradizionali.
Le principali modificazioni riguardano il miglioramento delle caratteristiche che incidono sul livello di produzione delle piante (piante transgeniche di prima generazione) ad esempio la tolleranza agli erbicidi, la resistenza a parassiti, la sterilità per la produzione di ibridi, la durevolezza dei frutti.
Un esempio di pianta geneticamente modificata per la resistenza al principio attivo di un erbicida è la soia “Roundup Ready Monsanto”. L’erbicida agisce inibendo l'attività dell' ESPS sintetasi, necessaria per la sintesi degli aminoacidi aromatici nella pianta provocandone la morte. Nel genoma della soia, sono stati inseriti geni per la ESPS sintetasi che producono proteine con sensibilità ridotta all'erbicida in modo da poter utilizzare dosi massicce di erbicida senza danneggiare la pianta.
L’esempio più conosciuto di resistenza agli insetti è il caso del mais “Bt- Novartis”, molto più produttivo di quello naturale grazie al gene del Bacillus Thuringensis che codifica per una tossina in grado di uccidere le larve di lepidotteri parassiti.Questa larva è uno dei principali nemici del mais, scava lunghe gallerie all’interno del fusto, il quale si indebolisce e si spezza, e della pannocchia, col risultato che non tutti i chicchi vanno a maturazione. Le proteine del B Thuringiensis si legano a recettori specifici localizzati
sulla membrana delle cellule dell'apparato digerente degli insetti bersaglio e impediscono all'insetto di alimentarsi.
Attraverso gli OGM di prima generazione si è intenti a risolvere problemi secolari dell'attività agricola mondiali, problemi che incidono, attraverso della perdita dei raccolti, sulla redditività degli stessi.
In futuro la ricerca si vede orientata a migliorare anche la qualità degli alimenti mediante la realizzazione di prodotti caratterizzati non solo da modificazioni che risolvono problemi inerenti alla coltivazione, ma anche da caratteristiche nutrizionali migliori o con valenza farmaceutica (piante transgeniche di seconda generazione).
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Informazioni tesi
Autore: | Giulio Paradisi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Biotecnologie mediche |
Relatore: | Mauro Cresti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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