La variazione dei prezzi relativi da Ricardo a Sraffa
Nel 1960, al tempo della pubblicazione di “Produzione di merci a mezzo di merci” di Piero Sraffa, il dibattito teorico era dominato dalla contrapposizione fra l’impostazione keynesiana e quella neoclassica. Ormai dimenticata era invece la teoria del valore e della distribuzione propria degli economisti classici. E’ a quest’ultima che Sraffa si riallaccia, fornendone una formulazione rigorosa e ponendo, nello stesso tempo, le basi per la successiva critica della teoria marginalista della distribuzione.
A entrambi i fini, della riproposizione del punto di vista degli economisti classici e della critica della teoria marginalista, appare centrale la posizione occupata dal problema della variazione dei prezzi relativi al variare della distribuzione del reddito. E’ a tale problema che è dedicato il presente lavoro. Sarà analizzato dapprima il modo in cui esso si presenta nell’opera di D. Ricardo. Se ne ripercorrerà poi la trattazione fattane da Sraffa, ricostruendone le implicazioni per la scelta delle tecniche.
Prima di iniziare è necessaria una breve digressione sulla struttura analitica delle “teorie del sovrappiù sociale” – ossia dell’impostazione teorica che accomuna Adam Smith, Ricardo e Marx. In queste teorie, ”l’obiettivo principale è quello della determinazione del sovrappiù sociale, ovvero di quella quantità di beni di cui la società può disporre senza che venga compromessa, di anno in anno, la riproduzione del processo produttivo sociale” . Il sovrappiù sociale è determinato dalla differenza fra il prodotto sociale netto (ovvero la quantità di beni prodotti in un dato anno al netto di quelli necessari per la reintegrazione dei mezzi di produzione) e l’ammontare annuale dei salari che i lavoratori ricevono la loro sussistenza (ammontare che Ricardo chiama “consumo necessario”).
Grazie all’ipotesi che le condizioni di produzione, il numero di lavoratori impiegati ed il salario reale sono determinati esogenamente (il salario reale si ritiene determinato sulla base di circostanze storiche e sociali), gli economisti classici considerano come dati il prodotto sociale netto e il “consumo necessario”, e si concentrano sulla determinazione del sovrappiù.
Il rapporto fra il sovrappiù sociale e il capitale impiegato nell’economia rappresenta il “saggio del profitto”. Poiché, tuttavia, Smith e Ricardo identificano il capitale impiegato con l’insieme dei salari – che si suppongono pagati all’inizio del ciclo annuale della produzione – per questi autori (ma non per Marx e Sraffa) il saggio del profitto è dato dal rapporto fra il sovrappiù sociale e il “consumo necessario”.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Iacono |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Politica |
Relatore: | Fernando Vianello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 36 |
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