La regolamentazione della comunicazione politica. Evoluzioni e prospettive
Si tratta di un excursus dall'art.21 alla legge sulla par condicio.
Non altro che un evoluzione della comunicazione politica tracciata sulla base delle direttive prima del Costituente poi del legislatore, scelte che si sono dovute adeguare a quelle che sono state le tecnologie imperanti della fine dello scorso secolo e l'inizio di questo.
Si evince che sostanzialmente la politica è nata e vissuta in quelli che sono i luoghi pubblici, ora virtuali allora reali.
Per la centralità che l'agorà, dalla memoria ateniese ai giorni nostri, ha assunto si è sentita lanecessità di disciplinare tale attività.
Oltrettutto la legislazione sulle votazioni va a rispecchiare quella che è la forma di governo dell'ordinamento in questione, pertanto il caso italiano si caraterizza per quell'imbattersi nei principi costituzionalmente garantiti al libero cittadino, che con l'esercizio del voto realizza la propia "isonomia", il ritardo legislativo riscontrato nell'adeguarsi ai media vigenti e la situazione italiana che presente un'anomalia del tutto singolare , ovvero un duopolio non in grado di garantire in toto il pluralismo informativo, principio ricavato dalla lettura integrata dei vari articoli costituzionali.
Dopo svariati tentativi legislativi contingenti e settoriali, decreti emanati e reiterati, non ritenuti satisfattivi, dopo ore di discussione parlamentare si è giunti il 18 febbraio 2000all'emanazione di una legge organica che si rapporta ai vari mezzi allaluce delle loro caratteristiche e finalità, serbando in sè l'intento di garantire "parità di condizioni di accesso durante le campagne elettorali e referendarie e comunicazione politica".
A tal fine si attribuiscono alla Commissione Parlamentare il controllo del servizio pubblico, all'Autorità il controllo del servizio privato e la sanzione dei comportamenti qualora si ritiene violino quanto previsto dalla l.28/2000 e dalle disposizioni date in occasione dei singoli appuntamenti elettorali (art.10, legge n.28/2000).
Inoltre da parte del legislatore c'è stato anche il tentativo, per la prima volta, di disciplinare la comunicazionepolitica, seguendo due linee fondamentali di indirizzo: comunicazione politica (art.2, legge n. 28/2000) e messaggi autogestiti (art.3, legge n.28/2000).
Emerge nell'operato del legislatore non solo la garanzia del pluralismo e dell'effettiva uguaglianza ma altrettanti obblighi edivieti che vanno aldilà di questo scopo tutelando l'elettore dalla suggestionabilità affinchè esprima il proprio genuinamente.
Uno sguardo alle altre esperienze staniere è stato dato per trarre spunto dai comportamenti assunti nel medesimo ambito da altristati, non si può infatti escludere l'analisi di quella che è stata l'esemplare esperienza spagnola.
In effetti per migliorarsi non si può prescindere dal confronto in nessun ambito della vita personale, sociale tantomeno politica. Per quanto riguarda l'analisi del caso italiano non possiamo altrettanto sottovalutare quella che è la nostra anomalia, avere un presidente del consiglio che è allo stesso tempo un imprenditore nel settore delle telecomunicazioni e che pertanto mantiene il controllo tanto del pubblico che del privato. La disciplina vigente è quindi ritenuta "una legge bavaglio" dallo stesso che vorrebbe "liberalizzare" il mercato senza troppe libertà negative e l'opposizione che a sua volta si auspica un controllo più severo e ulteriori misure restrittive.
Tutto questo mentre sono in ballo molteplici principi costituzionalmente garantiti che permettono all'elettorato di dare la propria "autorizzazione ad agire".
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Informazioni tesi
Autore: | Lucia Liuzzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli studi di Perugia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Errico Carloni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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FAQ
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