Il verbo in italiano L2: apprendimento e insegnamento
In questo lavoro ho voluto prendere in considerazione il verbo dell'italiano lingua seconda (L2) sia dal punto di vista dell'apprendimento, e quindi della linguistica applicata, che dal punto di vista dell'insegnamento e quindi della glottodidattica.
Ho presentato alcuni concetti fondamentali quali gli elaboratori interni che regolano il processo di acquisizione linguistica, l'input, e la morfologia naturale, utili per spiegare le modalità di svolgimento di tale processo.
La teoria su cui è basato questo lavoro è quella proposta da Stephen D. Krashen composta di cinque ipotesi, che si basa sul concetto di input linguistico. Ho presentato anche alcune critiche a questa teoria che non ne minano la validità ma la completano.
Per descrivere il processo di apprendimento del verbo in italiano L2 ho proposto un'analisi del sistema verbale della lingua italiana e i risultati emersi nell'ambito del 'Progetto di Pavia' sull'acquisizione dell'italiano come lingua seconda grazie al quale sono state evidenziate delle sequenze di apprendimento per il verbo valide in contesti di apprendimento non guidato.
In occasione di questo lavoro ho condotto una ricerca in contesto guidato somministrando a 58 apprendenti stranieri un questionario e un test per l'elicitazione delle forme verbali. Grazie a questo test ho potuto verificare la validità delle sequenze di apprendimento anche in contesto guidato.
Dopo aver presentato alcuni metodi di insegnamento sia tradizionali (es. grammaticale-traduttivo) che comunicativi (es. approccio comunicativo) e legati alla teoria di Krashen (es. Listening Approach), ho delineato alcune linee di sviluppo per la creazione di un modulo formativo per l'insegnamento del verbo in italiano L2 che, tenendo conto sia delle sequenze di apprendimento che degli aspetti positivi dei diversi metodi di insegnamento descritti favoriscano l'apprendimento del verbo.
Ho infine fornito un esempio di unità didattica per l'insegnamento del verbo in italiano L2: questa unità è stata pensata per gli stadi intermedi di apprendimento ma, con alcune modifiche, può essere adattata anche per altri livelli e tipi di apprendenti; la struttura stessa di un'unità didattica ben si presta, infatti a modifiche anche in itinere.
N.B. Per i riferimenti all'interno della tesi al CD-ROM, rimando al sito internet https://ada2.unipv.it/~franz/
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Marchesi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Silvia Luraghi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 189 |
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