Definizione di Teoria dell'etichettamento (labelling theory)
La teoria dell'etichettamento (labelling theory) è una teoria emersa tra gli anni '50/'60 in risposta alle interpretazioni funzionaliste e del consenso sociale attorno ai fenomeni di devianza. Secondo questi ultimi approcci, infatti, la devianza è un'azione che contravviene alle norme sociali condivise da una determinata comunità. In altre parole, la devianza è determinata oggettivamente, è una caratteristica intrinseca di determinati comportamenti.
La teoria dell'etichettamento rifiuta questa prospettiva, sottolineando come la devianza non sia un elemento inerente di alcune azioni sociali che divengono pertanto devianti, bensì è un'etichetta, una definizione sociale applicata a determinati comportamenti a seconda del tempo e del luogo. La teoria dell'etichettamento sostiene, riprendendo un approccio fenomenologico, che la legge, così come ogni altra istituzione sociale, è definita storicamente e culturalmente: quanto oggi è considerato deviante un tempo potrebbe non esserlo stato (si pensi al duello) e viceversa.
La devianza non è dunque inerente a specifici comportamenti, bensì è il risultato della costruzione sociale che definisce alcune azioni come devianti rispetto ai propri valori condivisi. Il comportamento deviante, pertanto, risulta da come gli individui definiscono le azioni e non dalle azioni, ossia dall’etichetta che la collettività applica alle azioni.