Definizione di Profezia autoavverantesi
Il concetto di profezia che si autoavvera è stato introdotto in sociologia da Robert K. Merton nel 1948, nel suo libro Teoria e struttura sociale, per indicare quei casi in cui una supposizione per il solo fatto di essere creduta vera alla fine si realizza confermando la propria veridicità, seppur inizialmente infondata.
Merton trasse ispirazione dal celebre teorema di Thomas, sociologo americano della scuola di Chicago, il quale affermò che “se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. Egli riprese, quindi, l'importanza della definizione della situazione (ossia l'interpretazione del contesto da parte degli attori sulla base delle loro conoscenze e informazioni) nel determinare la condotta sociale, sottolineando come l'azione non sia determinata solo dai mezzi e dai fini, ma anche dalle risorse cognitive e culturali dell'attore.
Le teorie successive che riprenderanno questi concetti sono oggi definite teorie situazioniste, proprio per il ruolo centrale dell'interpretazione della situazione.
L'esempio celebre della profezia che si autoavvera fornito dallo stesso Merton riguarda il caso nel quale un insieme di risparmiatori, temendo il crollo finanziario di una banca, si reca in pochi giorni a ritirare i propri risparmi. Fino a quel momento la banca era un istituto solido e garantito, ma quando i risparmiatori, oltre che credere, agiscono come se il fallimento fosse davvero imminente recandosi tutti quanti a ritirare i depositi, allora essi fanno in modo che le loro aspettative diventino reali, ossia la banca fallisce.
La profezia che si autoavvera si iscrive in quell'ampio filone di studi che indaga gli effetti imprevisti dell'azione (tra i quali l'eterogenesi dei fini di Pareto) e propone la contrapposizione tra razionalità dell'attore e razionalità del contesto.
Ad esso sono ricollegabili anche gli studi di Schelling, concentrati sul rapporto tra le motivazioni individuali e i comportamenti collettivi, e più in generale le ricerche sui dilemmi sociali, ossia quei casi nei quali esiste una tensione tra razionalità individuale e razionalità collettiva che porta il perseguimento dell'interesse individuale ad una condizione collettiva peggiore rispetto a quella iniziale o ad altre altrimenti raggiungibili.