Definizione di Scuola classica
Quelle teorie, nate nel '700 (Smith) e sviluppatesi nell'800 (Ricardo), secondo cui il mercato da solo, attraverso aggiustamenti nel mercato del lavoro e nei prezzi, riesce a raggiungere una situazione di equilibrio di pieno impiego. Si tratta della cosiddetta invisible hand. Esse rifiutano la possibilità che un intervento dello stato possa essere utile, ma anzi lo ritengono potenzialmente dannoso. A questa scuola sono collegate quella successiva neoclassica (Marshall, Walras, Menger - marginalismo) la monetarista (I. Fisher, M. Friedman - neutralità della moneta) e quella della NMC (Lucas - aspettative razionali). A questa scuola di pensiero, che presenta la pecca di non riuscire a spiegare il perchè spesso ci si trovi in situazioni di squilibrio economico anche di lungo periodo, cercò di sopperire la scuola keynesiana (Keynes, Tobin, Modigliani) propugnatrice di un intervento dello stato nell'economia allo scopo di sopperire alle inefficienze del mercato, in quanto alla lunga, diceva Keynes, se si attendono i riequilibri di lungo corso della teoria classica, siamo tutti morti.