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Vietato giocare a Videopoker per vincere denaro

6 ottobre 1995

La legge n. 425, che stabilisce la distinzione tra apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici d'azzardo (illegali), da una parte, e da intrattenimento e da gioco di abilità (legali), dall'altra, vieta che la vincita possa avere «alcuna finalità di lucro» e la consente solo nella forma di ripetizione di partite (fino a un massimo di dieci), di gettoni rigiocabili ma non rimborsabili, di consumazioni o di oggetti di modesto valore economico, non convertibili in denaro.
Non si può giocare a Videopoker, quindi, con lo scopo di arricchirsi.
Sono d'azzardo quei congegni «che hanno insita la scommessa o che consentono vincite puramente aleatorie di un qualsiasi premio in denaro o in natura che concretizzi lucro». Ma subito dopo la legge è costretta a specificare una imbarazzante serie di eccezioni: «escluse le macchine vidimatrici per il gioco del Totocalcio, del Lotto, dell'Enalotto e del Totip» ai quali vanno aggiunti Totogol, Totosei e SuperEnalotto.
Questi giochi d'azzardo dispensano molto denaro in cambio di pura fortuna. Ed è ciò che il popolo dei giocatori reclama. Gran parte di questo popolo desidera che questa proprietà appartenga anche al Videopoker, inducendo in tentazione i distributori e i gestori più disonesti. La criminalità organizzata penetra con sempre maggior decisione nella gestione dei Videopoker truccati, attratta dall'enorme giro d'affari ma anche dai vantaggi collaterali: poter riciclare denaro sporco e poter intervenire con l'altra fiorente attività dell'usura, per sfruttare meglio i giocatori in difficoltà.

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