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Il ddl per il riordino delle professioni intellettuali
Il Consiglio dei Ministri approva il disegno di legge delega per il riordino delle professioni intellettuali su proposta del guardasigilli Fassino. Esso pone le basi per un rinnovamento regolamentare e, al tempo stesso, culturale delle cosiddette "professioni intellettuali".
Il relativo testo - che ovviamente prevede un ulteriore seguito con l'emanazione di provvedimenti legislativi e regolamentari di attuazione per i singoli settori professionali - lascia intravedere i principi verso i quali saranno chiamate a convergere le libere professioni, per il tramite delle organizzazioni che le rappresentano, se vorranno essere in grado di rispondere alle evoluzioni del mercato ormai sempre più complesso e caratterizzato da elementi di estrema dinamicità e flessibilità.
Da tale quadro, si deduce una nuova mission, chiesta agli Ordini professionali, che risponde anche agli indirizzi elaborati dall'Unione Europea in tema di politiche economico-sociali sempre più improntate alla diffusione di logiche concorrenziali a garanzia e tutela dei diritti dei cittadini. In quest'ottica, le professioni intellettuali, oltre ad assicurare la produzione di servizi di sempre migliore qualità, dovranno dimostrare di saper agire quali soggetti integrati nella società e rispettosi del contesto economico, sociale e ambientale nel quale operano. La loro responsabilità verrà ulteriormente ampliata ed inquadrata non solo in termini normativi e vincolistici ma in chiave etico-sociale in quella che viene ormai definita l'accountability, nozione che sottintende un rapporto armonico tra imprese, istituzioni e società finalizzato alla capacità reale di soddisfare la domanda di servizio dell'utente.
Le professioni intellettuali, dunque, saranno chiamate a ripensare l'erogazione delle proprie prestazioni nell'ottica della partecipazione, della qualità, della concorrenza e della innovazione tecnologica. Alla stessa stregua decisivo sarà il ruolo delle strutture di vertice delle stesse professioni, Ordini e Federazioni, coinvolti nell'opera di ammodernamento dei servizi offerti agli iscritti agli albi, implementando il tradizionale ruolo di tutela della professione con quello di promotore della qualità dei servizi offerti nell'ambito della professione.
Il disegno di legge sulle libere professioni, anche se ritenuto da più parti modificabile in senso più liberale e concorrenziale, indubbiamente attua un cambio di prospettiva, ponendo al centro del proposto intervento riformatore il consumatore dei servizi piuttosto che il professionista.
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