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Bolìvar giura sull'Aventino
Giunto a Roma, per conferire una maggiore legittimità e un aura di sacralità ai suoi ideali, come è consuetudine nella cultura romantica, Simòn Bolìvar pronuncia un solenne giuramento sul colle Aventino, il Monte Sacro per gli antichi romani.
Lo spirito e la profonda convinzione che lo animano nel compiere questo gesto traspaiono dalle parole che sono giunte fino a noi nella versione di Simòn Rodrìguez: «Giuro davanti a voi, giuro per il Dio dei miei padri, giuro su di loro; giuro sul mio onore e giuro sulla mia Patria che non darò riposo al mio braccio, né pace alla mia anima, fino a quando non avrò spezzato le catene che ci opprimono per volontà del potere spagnolo».
La città ed il luogo non sono scelti casualmente; il mito dell'antica Roma e delle sue istituzioni è assai vivo nella concezione di Bolìvar e ancor prima in Rodrìguez. La gloria passata di Roma è evocata a testimone ed a sostegno del futuro di libertà che il ventiduenne di Caracas sognava per il suo popolo.
In tutta la sua vita e nei suoi scritti, il riferimento al passato e soprattutto alla Roma repubblicana saranno una costante, così come nelle costituzioni da lui elaborate verranno riproposte istituzioni dell'antichità.
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