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La prima legge bancaria
La legge n. 812 interviene a gettare le basi del central banking in Italia, riconoscendo alla sola Banca d'Italia sia la facoltà di emissione delle banconote sia l'esercizio della funzione di vigilanza sull'attività degli intermediari bancari.
L'obiettivo della stabilità del sistema bancario viene ulteriormente rafforzato da una serie di disposizioni che il nuovo provvedimento detta con particolare riferimento alle aziende di credito raccoglitrici di risparmio attraverso lo strumento dei depositi: tali aziende sono obbligate ad accantonare un decimo dei profitti come riserve (fino ad un limite massimo del 25% del capitale) e, qualora possano disporre di depositi per una somma superiore a venti volte l'ammontare del proprio patrimonio, sono altresì tenute ad investire l'eccedenza in titoli di Stato o garantiti dallo Stato - da depositare presso la Banca d'Italia - oppure a versare la suddetta eccedenza in un conto corrente fruttifero presso la Banca stessa.
Nel tentativo di favorire la liquidità del sistema - a tutela dei depositanti – la legge introduce dunque l' istituto della riserva obbligatoria: l' espresso divieto di destinare l'intera raccolta alla erogazione di crediti rappresenta certamente un elemento di garanzia tale da rafforzare la fiducia dei depositanti nella solvibilità del sistema bancario . La nuova norma scongiura il rischio che le singole banche detengano livelli di riserve inferiori a quelli ottimali per almeno due ragioni: da un lato, l' elevato costo-opportunità implicito nella detenzione di depositi il cui rendimento è nullo e, dall'altro lato, l' esistenza di un rifinanziatore di ultima istanza che può incoraggiare le banche a detenere portafogli più rischiosi di quelli che esse altrimenti avrebbero scelto.
Questo intervento normativo delinea quindi un assetto istituzionale in grado di elevare il livello di fiducia degli operatori nel sistema bancario e finanziario del Paese. In particolare, la concentrazione delle funzioni di emissione, di vigilanza e di rifinanziamento, sollecitata dalla crisi di instabilità del primo dopoguerra, rappresenta la tappa d'arrivo di un lungo cammino nel corso del quale l'operatore pubblico ah gradualmente acquisito la consapevolezza della esistenza di una stretta relazione tra la gestione ordinata del sistema dei pagamenti, la supervisione delle istituzioni finanziarie ed il prestito di ultima istanza.
Tesi correlate:
- Il processo di monetizzazione in Italia di Amelia Bregoli
- I nuovi provvedimenti in materia di intermediazione finanziaria di Mario Barresi
- L'evoluzione del debito pubblico italiano dalla fine della prima guerra mondiale al consolidamento del 1926 ed i suoi effetti macroeconomici e redistributivi di Pier Paolo Nannoni
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