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Mussolini: all'Asse servono ancora tre anni di pace
Mussolini prepara un lungo appunto per Ciano, come direttiva per i colloqui che questi avrà con Ribbentrop. L'appunto spiega perché le potenze dell'Asse, e soprattutto l'Italia, abbiano bisogno di un periodo di pace della durata non inferiore ai tre anni. Tale periodo, per quel che riguarda l'Italia, è necessario: «a) per sistemare militarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia, dalla quale deve uscire una armata di mezzo milione di uomini; b) per ultimare la ricostruzione e il rifacimento delle sei navi di linea attualmente in corso; c) per il rinnovamento di tutte le artiglierie a medio e grosso calibro; d) per spingere innanzi la realizzazione dei piani autarchici che devono rendere vano ogni tentativo di blocco da parte delle Democrazie possidenti; e) per realizzare l'Esposizione del 1942, la quale, oltre a documentare il primo ventennio del Regime, può fornirci riserve di valuta; f) per effettuare il rimpatrio degli italiani dalla Francia, problema di natura militare e morale molto serio; g) per ultimare il già iniziato trasferimento di molte industrie di guerra dalla Valle del Po nell'Italia meridionale; h) per approfondire sempre più i rapporti non solo tra i governi dell'Asse, ma fra i popoli, al che gioverebbe indubbiamente una distensione dei rapporti fra Chiesa e Nazismo, distensione che è anche molto desiderata dal Vaticano.
Per tutte queste ragioni l'Italia fascista non desidera anticipare una guerra di carattere europeo, pur convinta che essa sia inevitabile. Si può anche pensare che tra tre anni il Giappone abbia condotto a termine la sua guerra in Cina».
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