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Eugenio Reale espulso dal Pci

30 dicembre 1956

La segreteria provinciale del Partito comunista napoletano riscontra nelle dichiarazioni e nell'atteggiamento di Eugenio Reale, già membro della segreteria ed ex ambasciatore italiano a Varsavia, un caso di «deviazionismo borghese», decretandone pertanto l'espulsione.
La motivazione per la quale è espulso è quella di aver rilasciato alla «stampa borghese» interviste e dichiarazioni nelle quali venivano «espressi giudizi e interpretazioni false e calunniose sull'VIII Congresso del partito, sulla linea politica e sugli organismi dirigenti da esso scaturiti».
Reale, infatti, scelta la linea della critica dura nei confronti del Pci, non si era risparmiato nell'accusare polemicamente i risultati dell'VIII Congresso e quindi la politica togliattiana: «Nessuna indicazione concreta è venuta sulle prospettive che ha davanti a sé la classe operaia italiana. Togliatti ha parlato come al solito di tutto, ma dai suoi interminabili discorsi non è venuta fuori una linea politica chiara, una direttiva precisa».

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