Appunti sul testo "Storia della Grecia moderna". Viene trattata la situazione politica della Grecia dall'impero Bizantino all'invasione Turca.
Lingua e letteratura neo-Greca
di Gabriella Galbiati
Appunti sul testo "Storia della Grecia moderna". Viene trattata la situazione
politica della Grecia dall'impero Bizantino all'invasione Turca.
Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
Facoltà: Lettere e Filosofia
Esame: Lingua e letteratura Neo-Greca
Docente: Costantino Nicas
Titolo del libro: storia della Grecia moderna
Autore del libro: Nicolas Svoronos
Editore: Editori Riuniti - Roma
Anno pubblicazione: 19741. La situazione politica Greca XI _XII sec.
Introduzione: la situazione politica della Grecia dall’impero bizantino all’invasione turca
La crisi interna dell’impero bizantino ha inizio assai prima che si profili la minaccia dei turchi. A partire dal
secolo XI, soprattutto durante il XII, l’indipendenza della potente classe dei proprietari terrieri e
dell’aristocrazia militare aumentava continuamente, così da produrre, nel corso dei secolo XIV e XV, una
disgregazione amministrativa e un indebolimento del potere centrale. A tale disgregazione fecero seguito
guerre civili e disordini politici e sociali. nel medesimo periodo, all’interno dell’impero e al di là dei suoi
confini, andavano formandosi le nazioni balcaniche che rivendicavano la propria indipendenza e che diedero
origine agli Stati moderni dei Balcani.
La classe media delle grandi città, i ricchi commercianti e artigiani, insieme con gli alti funzionari che, a
partire dal secolo XI, erano gli avversari dell’aristocrazia militare, cominciavano a manifestare tendenze
separatiste. Fu questo il motivo per cui il governo centrale, a dispetto del proprio assolutismo, fu costretto ad
accordare diversi privilegi alle grandi città dell’impero come Adrianopoli, Salonicco, Serre, Giannina,
Monemvasia, alcune delle quali poterono godere di una vera e propria amministrazione comunale.
Costantinopoli cessava di essere l’unico centro direttivo dell’ellenismo, parecchi focolai politici e
intellettuali venivano formandosi nelle provincie corrispondenti alle regioni della Grecia antica, dove le
tradizioni greche avevano più vitalità e più immediato era il ricordo dell’antichità.
Parallelamente alla lingua classica si usa, a partire dal XI secolo, nella letteratura la lingua popolare che
prendeva la sua fisionomia moderna.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
Lingua e letteratura neo-Greca 2. La dominazioe franca in Grecia
I La Grecia asservitaLa dominazione franca
La penetrazione franca comincia in Oriente con la prima crociata (1096-1099). Il risultato delle crociate che
seguirono fu l’occupazione dei territori dell’impero bizantino puramente greci o popolati in maggioranza da
greci: durante la terza crociata fu fondato il regno di Cipro sotto i Lusignani (1192), la quarta crociata si
concluse con la presa di Costantinopoli (1204) e con la spartizione dell’impero tra i crociati. Costantinopoli
con la Tracia costituì l’impero franco di Costantinopoli (1204-1261), la Macedonia formò il regno di
Tessalonica (1204-1224), l’Ellade centrale fu divisa in diverse baronie, il Peloponneso formò il Principato di
Morea, lo Stato franco più importante dopo i possedimenti veneziani in Grecia. Il vero dominio in Oriente
appartiene a Venezia. L’Eubea, le Cicladi, le isole Ionie, l’isola di Creta, Cipro, dal 1489 erano possedimenti
veneziani. Oltre a questi grandi territori, una serie di basi navali, Modone, Corone, Salonicco, in seguito
Nauplia e Argo, Lepanto, l’isola di Egina, Monemvasia, e alcuni quartieri commerciali di Costantinopoli,
assicuravano a Venezia il controllo del Mediterraneo orientale. Genova, a partire dal XIII secolo, si assicurò
la sua parte nella spartizione di zone dell’impero e giunse, nel XV secolo, a tenere sotto il proprio dominio
le isole di Taso, Samotracia, Imbro, Lemno, Chio, Samo, Nikaria, come i porti di Eno nella Tracia e di
Focea nella Ionia. I Cavalieri dell’Ospedale di San Giovanni occupavano Rodi dal 1308.
L’idea nascente di unità nazionale era già abbastanza sviluppata per permettere che forze greche si
raggruppassero intorno a capi locali e formassero dei nuclei di resistenza. Gli obiettivi erano cacciare i
franchi e ricostituire l’unità dell’impero. Michele Paleologo riuscì a riconquistare Costantinopoli (1261) e
l’impero visse per altri due secoli. Ma tale impero è solo uno Stato nazionale attaccato dai serbi, bulgari e
turchi.
Alla fine del secolo XV ai franchi rimanevano solo le isole e qualche punto della costa.
L’amministrazione dei paesi conquistati, che aboliva ogni forma di autonomia indigena, anche nel campo
ecclesiastico, e lo sfruttamento del territorio, accrescevano gli odi fra i latini e i greci e si risolvevano in una
facilitazione delle conquiste turche. Solo la politica realistica di Venezia fu capace di adattare la propria
amministrazione alle particolarità locali. Essa non abolì gli episcopati ortodossi nel Peloponneso, autorizzò
la ricostituzione degli episcopati di Cefalonia e di Cerigo, e impedì che entrassero nei suoi domini del
Levante l’Inquisizione e i Gesuiti. Venezia capì la necessaria capacità di adattamento di fronte alla
resistenza dei propri amministrati, riconoscendo determinati privilegi locali come a Corfù e a Salonicco.
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