Gli appunti trattano di Luigi Lanzi e delle sue attività di storico, antiquario e linguista, oltre che storico d'arte.
Importante fu l'attività del Lanzi durante la riorganizzazione degli Uffizi: contribuì alla trasformazione degli Uffizi da collezione medicea a complesso museale moderno, e quindi all'apertura al pubblico.
Si fa un breve accenno al saggio di Lanzi "La storia pittorica d'Italia".
Luigi Lanzi: storico, antiquario e linguista
di Alessia Muliere
Gli appunti trattano di Luigi Lanzi e delle sue attività di storico, antiquario e
linguista, oltre che storico d'arte.
Importante fu l'attività del Lanzi durante la riorganizzazione degli Uffizi:
contribuì alla trasformazione degli Uffizi da collezione medicea a complesso
museale moderno, e quindi all'apertura al pubblico.
Si fa un breve accenno al saggio di Lanzi "La storia pittorica d'Italia".
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Scienze Umanistiche1. Accenni biografici su Luigi Lanzi
Sebbene Lanzi venga ad oggi considerato come uno dei padri della moderna storia dell’arte italiana, si
mostrò tuttavia distante dalla fisionomia tradizionale dell’amatore d’arte, per definizione militante; fu
anzitutto storico, antiquario, linguista, frequentando poco artisti e mecenati e disinteressandosi ai destini
dell’arte a lui coeva. Il motivo che spinse Lanzi verso un interesse per le arti figurative non va ricercato in
un’estetica, né in una passione diretta per le opere, né in un contesto collezionistico: fu invece squisitamente
storico. A Roma nel 1749 Lanzi entrò nell’ordine dei gesuiti, fino al 1773 (anno della soppressione
dell’ordine in Italia per volontà di Clemente XIV), all’interno del quale fu chiamato a reggere la cattedra di
greco. L’appartenenza di Lanzi all’ordine più intellettuale della chiesa cattolica ha portato a leggere il suo
percorso di studioso, l’impostazione delle sue ricerche, le metodologie storiche utilizzate ed anche lo stile
delle sue opere come pesantemente condizionati dalla formazione gesuita. Gli anni romani di Lanzi
coincisero con i papati di Benedetto XIV e Clemente XIV: vanno dunque collocati in un momento storico
aperto al rinnovamento sia politico che culturale. Entrambe i papi furono promotori di musei e mirarono a
dare di sé un’immagine compatibile con il mondo illuminista. La rinnovata attenzione per la storia (dato il
clima di stabilità politica raggiunto in Italia dopo il 1748, costruito sulle opposte pressioni austriache e
francesi), unito allo studio delle antichità (più o meno a partire dagli anni 60 e che portò all’affermazione di
Winkelmann) e l’organizzazione di una politica culturale improntata alla massima visibilità convogliarono
nel museo le energie migliori della cultura romana. Nel 1757
Benedetto XIV annunciò l’apertura del museo cristiano, annesso alla biblioteca vaticana; inoltre la
pinacoteca capitolina è il risultato di un’intelligente politica culturale posta in essere sotto il pontificato di
Benedetto XIV, volta soprattutto alla difesa del patrimonio artistico romano (per ragioni di tutela ed evitare
cioè la dispersione di prestigiosi patrimoni) nonché per scopi didattici (insieme alla pinacoteca venne infatti
istituita l’accademia del nudo di S. Luca che consentiva ai
giovani artisti di studiare dal vero le opere dell’antichità). Proprio la sua attività di antiquario consentì a
Lanzi di trascorrere lunghi anni a Roma.
Alessia Muliere Sezione Appunti
Luigi Lanzi: storico, antiquario e linguista