Pianificazione e controllo aziendale:
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Dettagli appunto:
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Autore:
Giada Marconi
[Visita la sua tesi: "Studio di un sistema di trasporto merci di ultimo miglio per la città di Livorno"]
- Università: Università degli Studi di Pisa
- Facoltà: Economia
- Corso: Economia e Legislazione dei Sistemi logistici
- Esame: Pianificazione e controllo aziendale
- Docente: Nicola Giuseppe Castellano
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PIANIFICAZIONE E CONTROLLO AZIENDALE Appunti di Giada Marconi Università degli Studi di Pisa Facoltà: Economia e Management Corso di Laurea in Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici Esame: Pianificazione e controllo aziendale Docente: Nicola Giuseppe Castellano A.A. 2022/2023 Tesi online A P P U N T I TesionlinePIANIF ICAZ IO NE E CO NT RO L L O AZ IENDAL E AL L INE AM ENT O SU SCHE M I DI BIL ANCIO DI ESERCIZ IO 1/3/2023 I prospetti di bilancio di esercizio, inteso com e pacchetto inform ativo, si com pone di alcuni prospetti i quali rappresentano la sintesi di tutte le operazioni registrate in contabilità generale. Q uindi nel bilancio di esercizio troviam o la sintesi di quello che abbiam o registrato in riferim ento a: operazioni di vendita, operazioni di approvvigionam ento, ecc. La redaz ione d el bilancio di esercizio è regolam entata da: ● norm e del codice civile ● principi contabili Q uindi quando ci riferiam o al bilancio di esercizio tutte le aziende redigono il bilancio secondo lo stesso schem a e lo stesso contenuto di voci. Il bilancio di esercizio si com pone di due prospetti: ● conto econom ico ● stato patrim oniale Poi abbiam o il rendiconto finanziario e un pacchetto di inform azioni integrative (nota integrativa) per capire com e si form ano i valori ch e t roviam o all’interno dei prospetti, quali criteri abbiam o utilizzato per form are le poste di bilancio. Nella nota integrativa troviam o anche un dettaglio di alcune poste di bilancio: una disgregazione che ci perm ette di capire cosa c’è dentro quella voce. Es. nello stato patrim oniale le partecipazioni si possono valutare con criteri dif ferenti, per apprezzare il risultato raggiunto di un’azienda bisogna conoscere i criteri. L ’altro pacchetto inform ativo è rapp resentata d alla relazione sulla gestione degli am m inistratori che contiene delle inform azioni che perm ettono di leggere i risultati, per esem pio l’analisi degli am m inistratori su quello che è l'andam ento del m ercato, questo per valutare i risultati di un'azienda rispetto al m ercato in cui opera. Le aziende di grandi dim ensioni si possono strutturare in un gruppo di più im prese Es. BR T SP A → brt trasporti spa, brt m agazzino spa, brt facchinaggio Q uindi 3 società indip endenti c he lavorano per un unico cliente e possedute dalla stessa azienda (un'azienda può acquistare altre aziende → soggetto econom ico??). Dal punto di vista del bilancio ogni azienda deve redigere il bilancio di esercizio in cui troverem o i ricavi di vendita (servizi che vendono a brt spa) e i costi che sostengono per ef fettuare per esem pio il trasporto a brt spa. Se si vuole vedere il risultato che BR T consegue com plessivam ente, inquadrandola com e un’unica entità dob biam o v alutare il b ilan cio co n so lid ato (stessa struttura del bilancio di esercizio) che ha dei valori, nei suoi prospetti, che si form ano concettualm ente som m ando le poste dei singoli bilanci di esercizio delle aziende che fanno parte del gruppo, escludendo i valori che si ricollegano ad operazioni tra società del gruppo in quanto rappresentano operazioni realizzate tra le aziende del gruppo. Es. brt trasporti vende servizi a brt m agazzino 1Solo la capogruppo produce sia il suo bilancio di esercizio sia il bilancio consolidato, m a se si vuole vedere l'andam ento dell'azienda si deve vedere il bilancio consolidato, perchè gli andam enti del bilancio di esercizio possono essere influenti da politiche di bilancio o di convenienza fiscale (gli am m inistratori portano utili alla capogruppo anziché alle controllate). CO NT O ECO NO M ICO Costi e ricavi (riferiti all’esercizio) vengono m essi in contrapposizione del c onto econom ico per determ inare il risultato econom ico dell’esercizio. Un conto econom ico perm ette di m isurare il risultato di periodo (ultim a voce del CE ) com e contrapposizione di ricavi e costi di com petenza. Il principio della com petenza econom ica perm ette di determ inare i criteri per la corrispondenza di costi e ricavi di com petenza di quell'esercizio che potranno partecipare o m eno al risultato dell’esercizio. L ’esercizio in genere è un periodo di tem po c he v a dal prim o G ennaio al 31/12 di un certo anno. Il ricavo è di com petenza del periodo quando la vendita si perfeziona, nel caso di beni m obili quando si verifica il passaggio di proprietà. Nel conto econom ico trovo i ricavi relativi ai prodotti che ho venduto nel corso dell’anno, la cui proprietà si è trasferita dal venditore al com pratore. Il trasferim ento dipende dal tipo di bene e dalle condizioni contrattuali. Es. se spedisco il 28 il ricavo è in questo anno. Q uando l’ogg etto d ella vendita è un servizio il ricavo si considera di com petenza quando il servizio è prestato, quando il servizio è com pletato. Es. se al 2022 ho dei m ezzi ancora in viaggio non li considero in quell’anno. Nel leasing si ha un servizio continuativo; i canoni di locazione che corrispondono al periodo di bilancio si considerano di com petenza. Negli af fitti la com petenza econom ica viene definita per corrispondenza tem porale Poi ci sono dei casi particolari, per esem pi o g li im pianti di produzione, la cui proprietà si trasferisce, secondo la legge, nel m om ento in cui c’è un collaudo che dà esito positivo. Dal lato dei co sti, il principio di com petenza dice che un costo è di com petenza quando il fattore produttivo a cui il costo si riferisce ha ceduto la propria utilità (è stato utilizzato). La legge è ancora più specifica perché dice “..nel conseguim ento dei ricavi” (è stato utilizzato e produce ricavi). Le rim anenze in m agazzino non vengon o t rascritte nel conto econom ico perché qui considero solo i costi di com petenza. La rilevazione delle rim anenze di prodotti finiti si rilevano quando vengono venduti Q UA D Q uando è di com petenza vuol dire che partecipa al risultato di periodo; per applicare il principio della com petenza econom ica si utilizzano le scritture di assestam ento le quali considerano, nella form azione del risultato di periodo, solo i costi e i ricavi di periodo. I costi sono di com petenza quan do s ono correlati ai ricavi, i costi nella contabilità esprim ono sem pre fattori produttivi, quando il fattore produttivo è stato utilizzato per produrre un ricavo, m ente i ricavi quando vi è l’atto giuridico. I ratei e i risco n ti ci sono a causa di un postulato del principio della com petenza econom ica. 2Nascono anche perchè certe volte si sostengono dei costi che in parte sono rinviabili all’esercizio successivo, e quindi è necessario spezzare il costo sostenuto perché nell’applicazione del principio della com petenza econom ica una parte di quel costo non può partecipare alla form azione del risultato di periodo, m a deve essere rinviato (risconto); oppure ci può essere il caso in cui noi non abbiam o delle evidenze che ci perm ettono di iscrivere un costo in contabilità m a s appiam o che quel costo c’è e lo dobbiam o considerare (rateo). I ratei servono per integrare costi e ricavi non di com petenza di questo periodo; i risconti servono per togliere, rinviare costi e ricavi che non sono di questo esercizio L'am mo rtam en to è un altro esem pio dell’applicazione del principio di com petenza riferito a fattori pluriennali. Le quote di am m ortam ento sono dei costi che noi andiam o ad iscrivere in contabilità generale al 31/12 su una base di una stim a , i n base a quanto noi abbiam o sfruttato durante l’anno un fattore produttivo pluriennale. 2/3/2023 BIL ANCIO CIV IL IST ICO CO NT O ECO NO M ICO Inizialm ente il conto econom ico era raf figurato com e se fosse un m astrino che vede in dare i costi e in avere i ricavi. In realtà ● i costi li potrem m o definire com e com ponenti negativi di reddito, quindi voci che influiscono negativam ente sulla form azione del risultato di periodo; ● e allo stesso m odo i ricavi utilizzando una m etodolo gia u n po’ più tecnica li potrem m o definire com e: com ponenti positivi di reddito Q uindi il risultato di periodo si form erà com e dif ferenza tra: com ponenti negativi di com petenza del periodo e com ponenti positivi di com petenza del periodo. Q uesto perché nel conto econom ico non abbiam o solo costi e ricavi m a anche delle altre voci che pur influendo positivam ente o negativam ente sulla form azione del risultato di periodo non sono propriam ente né costi né ricavi. Il conto e conom i co risponde alla dom anda se ho guadagnato oppure no. Per esem pio avrem o le rim anenze finali che sono com ponenti positive di reddito m a non sono ricavi. Il ricavo è una com ponente che fa riferim ento alla vendita di un bene oppure ho prestato servizio o ho incassato del denaro. rim anenze di prodotti finiti sono com ponenti positivi di reddito e rientrano nei costi ● I costi di periodo fanno riferim ento a m aterie produttivi, am m ortam ento, personale e costi di servizio ● Le r im anenze iniziali si troveranno nel ce con lo stesso segno dei costi Le rim anenze si contrappongono dando vita ad un nuovo concetto. Le rim anenze finali di prodotti finiti vanno inserite con il segno + a cui vanno a contrapporre le rim anenze iniziali di prodotti finiti con il segno -. Le rim anenze di prodotti finiti e di m aterie prim e vengono considerate in term in i d i variazio n i nella loro contrapposizione e la variazione può essere sia positiva che negativa 3Il legislatore volle però rinnovare la struttura del CE perché quella iniziale era poco utile per fornire inform azioni al m anagem ent in relazione ai risultati di im presa; si passò quindi da una struttura a costi/ricavi e rim anenze a un co n to eco n o mico scalare; vi sarà, perciò, un ausilio nella lettura e interpretazione del risultato di periodo. Cam bia il fatto che i costi (-) vengono considerati in contrapposizione ai ricavi (+ ) nella stessa sezione, i valori sono class ificati n ella stessa colonna con segni opposti. Q uindi siam o passati dal m astrino ad un prospetto scalare. Q UA D Il vantaggio è legato al fatto che nella gestione di un’azienda costi e ricavi si form ano in am biti diversi ad una gestione. Q uindi, in tal m odo, vi è la possibilità di raggruppare ricavi e costi legati alle diverse categorie aziendali con la possibilità di calcolare un risultato specifico generato dalla specifica tipologia di attività. Conseguentem ente il co ntenuto i nform ativo del CE aum enta. CO NT O ECO NO M ICO CIV ILIS T ICO - EXCE L La prim a m acro aggregazione di valore si chiam a valo re d ella p ro d u zio n e a cui si contrappone un altro aggregato che prende il nom e di co sti d ella p ro d u zio n e. T ra i costi della produzione ci sono tutta una serie di voci che distinguono le varie tipologie di fattori produttivi, tra le quali i ricavi delle vendite e delle prestazioni, le variazioni delle rim anenze di prodotti in corso di lavorazione, sem ilavorati e f initi, variazioni dei lavori incorso su ordinazione, increm enti di im m obilizzazioni e altri ricavi. Un’azienda che produce e vende navi ha a che fare con lavori in corso su ordinazione: prodotti com plessi che richiedono m olto tem po per il com pletam ento dell’attività produttiva e la caratteristica principale è che tale lavoro viene realizzato sulla base di specifiche caratteristiche definite insiem e al cliente, la produzione parte quando acquisiam o l ’ordine. I p rodotti in corso di lavorazione sono di un’azienda che produce telecom andi, penne, ecc.. G li increm enti di im m obilizzazioni sono com petenti positivi di reddito che servono per rettificare dei costi che abbiam o sostenuto per realizzare internam ente un bene durevole, la norm ativa contabile ci dice che questi costi non devono essere contanti nei costi di periodo; parliam o della capitalizzazione dei costi, es. realizzazione di un altro m acchinario. Q UA D R itorneranno p oi nel CE attraverso l’am m ortam ento, questo perché non è giusto com putare questi costi nell'esercizio di periodo perché sono stati sostenuti per realizzare un nuovo m acchinario, per questo utilizziam o la voce “increm enti di im m obilizzazioni di lavori interni”. Nella voce “altri ricavi” rientrano i ricavi accessori, per esem pio le spese di trasporto per chi vende. * Le m inusvalenze si hanno quando il prezzo di vendita di un bene pluriennale è m inore del v alore n etto contabile → costo storico (costo di acquisto del bene) - fondo di am m ortam ento m aturato 4ST A T O P A T RIM O NIA LE Lo stato patrim oniale continua ad essere un prospetto a sezioni contrapposte, le due sezioni prendono il nom e di attività e passività e netto (capitale netto). La sezione del dare prenderà il nom e di attività, la sezione dell’avere prenderà il nom e di passività e capitale netto. ST A T O P A T RIM O NIA LE CIV ILIS T ICO - EXCE L Nella sezione attività abbiam o una serie di elem enti che esprim ono valori che fanno riferim ento a fatto ri p ro d u ttivi che non abbiam o u tilizzato. Po i ci sono altre com ponenti positive e negative di reddito che fanno riferim ento ad am biti diversi che possono coesistere nella gestione di un’azienda. Q UA D * La dif ferenza è che nella com ponente positiva di reddito (rim anenze finali) ho sem pre un ricavo (avere) non vi è l’esistenza di denaro, nei ricavi, in contrapposizione, c’è l’entrata di denaro. (S ono rettifiche da valore a com ponenti positivi e negativi di reddito). Nelle attività dello stato patrim oniale c i sono situazioni diverse che si riferiscono a disponibilità di fattori produttivi pluriennali, parliam o delle imm o b ilizzazio n i → fattori produttivi che cederanno la propria utilità in più esercizi, di cui l'azienda si servirà per un periodo di tem po pluriennale). Non è la natura del bene che lo configura com e im m obilizzazione m a il m odo in cui lo utilizzo, es. per un’im presa che produce m acchinari il m acchinario è una rim anenza di m agazzino. Si scrivono al val ore n etto contabile che è dato dalla dif ferenza tra costo storico (costo di acquisto) e il fondo di am m ortam ento. Il valore netto contabile esprim e il concetto dell’utilità residua, il valore che l’azienda crede di poter trarre dall’utilizzo di quel fattori produttivi nell’attività di gestione, quindi il significato econom ico delle im m obilizzazioni deve essere letto in term ini di utilità. L ’agenzia delle entrate fissa dei lim iti sulla vita utile del m acchinario in quanto l ’am m inistratore ha convenienza a ridurre la vita utile per pagare m eno tasse. Un’altra categoria di valori che possiam o trovare nelle attività dello stato patrim oniale sono le d isp o n ib ilità d i fatto ri p ro d u ttivi co rren ti, in tal caso si ha la prospettiva di utilizzarli una sola volta, in un siglo ciclo operativo (rim anenze) il valore per ragioni di prudenza è determ inato nel m inore tra costo o valore di m ercato (m inore tra i due), se abbiam o acquistato delle m at erie p rim e che non abbiam o utilizzato nello sp il valore associato di queste m aterie prim e è dato dal costo sostenuto m a poi queste m aterie prim e 10 anni dopo non hanno lo stesso valore Un’altra categoria di valori sono i cred iti e nello stato patrim oniale sono classificati in due posizioni diverse, la dif ferenza sta nell'operazione che determ ina l'origine del credito: ● quello nelle im m obilizzazione sono di finanziam ento e nascono quando un’azienda presta del denaro, non c ’è sottostante al credito uno scam bio di beni o servizi, ● quelli nell’attivo circolante sono crediti di fornitura, che nascono a fronte della cessione di beni o servizi, quando si concede la dilazione. 5* T ra parentesi vuol dire che è di segno negativo, opposto La parola passività se è distinta dal capitale netto descrive dei debiti, associato al debito vi è un’uscita di denaro (rim borso del debito). Il capitale netto è un fondo di valore che si form a nella dif ferenza tra attività e passività; quanto m aggiore è il capitale netto tanto più l'azienda viene considerata solida. Nello stato patrim oniale è form ato da una serie di voci, contiene: ● il cap itale → som m a di denaro che c orrispondono a lle quote di capitale dei soci, m isura l’apporto dei soci a fronte della sottoscrizione delle quote di capitale), non è un debito perché l’azienda non è tenuta a ridare le som m e di denaro ● le riserve → sono accantonam enti di utile. I soci possono decidere se distribuire l’utile o se accantonarlo conservandolo così in fondi di riserva, non è detto che ci sia liquidità (??). Le riserve possono essere utilizzate per due ragioni: ➔ distribuire i dividendi success ivam e nte (si può quindi distribuire i dividendi anche quando c’è una perdita) ➔ per coprire eventuali perdite se siam o in perdita (si utilizzano le riserve o si riduce il capitale sociale se possibile I fondi riserva sono una m odalità di autofinanziam ento, l’azienda genera risorse autonom am ente da investire nell'azienda attraverso utili non distribuiti ai soci m a reinvestiti Sarà l'assem blea dei soci ad approvare il bilancio entro 120 giorni dalla fine dell'eserciz io, d ecidendo la destinazione del risultato di periodo. I soci potrebbero decidere di non decidere (pensarci l’anno dopo) questo perchè, quando si produce una perdita, per evitare di annullare i fondi o ridurre il capitale sociale se si ritiene che la perdita sia dovuta a circostanze eccezionali che non succederanno l’anno dopo si può rinviare all'esercizio successivo. Le im m obilizzazioni nel codice civile sono suddivise in tre categorie: ● imm o b ilizzazio n i materia li → r appresentano fattori produttivi ad utilità pluriennale con la caratteristiche che questi fattori sono caratterizzati dalla m aterialità, applichiam o l’am m ortam ento tranne i terreni perchè si presum e che abbia un’utilità indefinita nel tem po, anche le opere d’arti nelle norm e contabili italiane ● imm o b ilizzazio n i imm ateriali → fattori produttivi ad utilità pluriennali che non sono dotati di m aterialità, m a solo in parte (voce tre e 4), i costi di sviluppo son o c ollegate ad attività necessarie per inserire nel m ercato una nuova scoperta, la dif ferenza con 3 e 4 i costi di sviluppo non sono fattori produttivi m a costi che l’azienda ha sostenuto e si presum e abbiano un’utilità pluriennale (oneri pluriennali), non siam o in presenza di un bene (diritto di non far utilizzare ad altri qualcosa di nostra proprietà, es diritti di utilizzazione), qui non abbiam o nulla che possiam o vendere. L'avviam ento non è nè un bene né un onere, la sua presenza i n bilancio si ha quando si acquista (m assa di attività e passività più altri soldi) ● imm o b ilizzazio n i fin an ziarie → 08/03 6Il rendiconto finanziario è m olto im portante, il suo obiettivo inform ativo è di m ettere in evidenza quello che è il flusso di cassa prodotto, quindi di m isurare il cash flow m isurato per ef fetto della gestione e com e i diversi am biti della gestione aziendale hanno contribuito a generare e consum are denaro (risultato econom ico asincrono rispetto alla m anifestazione finanziaria). Nel rendiconto finanziario ci sono tre am biti che m isurano il flusso di cassa (cassa - usc ita) c on riferim ento all'area operativa corrente che m i fa capire qual è il flusso di cassa che si è sviluppata dallo svolgim ento delle operazioni di gestione. ANAL ISI DE L L O ST A T O P A T RIM O NIAL E F INANZ IARIO Il bilancio di esercizio rappresenta il principale strum ento di com unicazione per l’esterno degli andam enti di sintesi valutati sotto l’aspetto econom ico-finanziario e patrim oniale. Le logiche di redazione e valutazione sono pertanto ispirate principalm ente verso l a soddisfazione delle esigenze conoscitive dei principali interlocutori aziendali (stato, banche, clienti e fornitori, collettività, studiosi), tutti in vario m odo interessati a tenere sotto controllo gli andam enti aziendali. I m eccanism i di analisi ed interpretazione delle inform azioni di bilancio sono quindi applicati con l’obiettivo di individuare i principali trend delle grandezze econom iche finanziarie e patrim oniali e, nei lim iti del possibil e, d i individuare le cause gestionali o di m ercato che hanno contribuito a produrre i risultati. In questo senso il bilancio di esercizio può essere utilizzato com e strum ento inform ativo interno oltre che esterno. V i sono però dei lim iti inform ativi; il bilancio di esercizio ed i relativi strum enti di analisi, perm ettono di tracciare un profilo essenzialm ente basato su im m agini “consuntive” delle variabili aziendali. T utto ciò ci pone di fronte a due ordini di conside razioni: 1 . in prim o luogo occorre considerare che il quadro diagnostico che si ricava dalla lettura di un bilancio assum e validità soltanto nella m isura in cui gli andam enti passati sono rappresentativi degli andam enti attuali e prospettici dell’azienda. Di conseguenza una corretta analisi di bilancio deve essere realizzata confrontando situazioni contabili riferite alm eno a tre esercizi consecutivi attraverso cui disegnare linee di tendenza che perm ettano di delineare i l più probabile scenario di sviluppo dell’attività aziendale, integrati da confronti con “benchm ark di settore” (concorrenti principali o m edie di m ercato). 2. In secondo luogo da quanto sopra deriva che il bilancio ha una scarsa tem pestività di segnalazione di problem i gestionali che possono sfociare in una crisi aziendale: i valori di bilancio rappresentano l’ef fetto, m isurato in term ini m onetari, di azioni um ane e più in generale del com porsi di varia bili i nterne ed esterne. Pertanto nel m om ento in cui il bilancio evidenzia in m aniera palese un probabile sintom o di crisi, le relative cause potrebbero già attraversare una fase degenerativa dif ficilm ente sanabile. Da ciò segue che l’analista dovrà utilizzare gli strum enti di interpretazione del bilancio d’esercizio per cogliere piccoli segnali che potrebbero anticipare crisi di più grave entità. Si ricorda infine che l’applicazione pratica degli schem i e degli indicatori d i seguito presentati richiede necessariam ente la personalizzazione sulle specifiche caratteristiche aziendali. 7L O ST A T O P A T RIM O NIAL E F INANZ IARIO La fin alità dello stato patrim oniale civilistico, dal punto di vista inform ativo, è più verso l'esterno dell'azienda. Le regole del cc e i principi contabili non si rivolgono al soddisfacim ento di fabbisogni inform ativi delle persone che lavorano internam ente all’azienda, m a servono a tutelare gli interessi inform ativi esterni (creditori). Nel m om ento in cui lo sp deve essere usato com e strum ento di controllo, per poter inform ar e i l m anagem ent, necessita una piccola riadattazione dello sp, funzionale a rispondere a determ inate dom ande, legato al soddisfacim ento di scopi inform ativi predeterm inati. Il m acro obiettivo inform ativo è quello della so lvib ilità → attraverso lo sp vogliam o capire se una determ inata azienda è solvibile (ha la capacità di pagare). Abbiam o bisogno di costruire un prospetto di sp che ha delle d ifferen ze rispetto allo sp civilistico. 1. La prim a dif ferenza è nello sco po, l ’obiettivo inform ativo. Lo sp finanziario è costruito in m odo da m ettere in evidenza le fonti di finanziam ento raccolte 2. La seconda dif ferenza è com e l’azienda ha raccolto le fonti di finanziam ento (in quali investim enti sono state tradotte le fonti di finanziam ento) Q uindi lo Stato Patrim oniale finanziario si presenta com e un prospetto a sezioni contrapposte redatto allo scopo di evidenziare (privilegiando gli aspetti sostanziali rispetto a quelli form ali ): ● l a provenienza delle risorse finanziarie raccolte (F onti di finanziam ento); ● l’im piego di tali risorse in investim enti coinvolti nell’attività aziendale. M entre quello civilistico si lim itava a inform are gli interlocutori esterni sull’andam ento di gestione. SEZ IO NE DE LLE P ASSIVIT À - F O NT I La sezio n e d elle p assività viene denom inata in “fonti”. Ci sono tre categorie: 1. capitale netto, o capitale proprio 2. passività consolidate 3. passività correnti T ut to c iò che non è capitale netto è capitale di terzi: som m e di denaro che l’azienda ha raccolto da soggetti terzi (passività consolidate e correnti). Il criterio d i classificazio n e fra le passività è legato al tem po entro cui presum ibilm ente i debiti dovranno essere rim borsati (criterio di esigibilità). In particolare le fonti di finanziam ento sono classificabili in tre categorie principali: ● fonti non soggette a vincolo di restituzione → capitale netto ● fonti esigib ili n el m edio-lungo periodo → passività consolidate ● fonti esigibili nel breve periodo → passività correnti Le fonti non esigibili si riferiscono ai m ezzi finanziari raccolti a titolo di capitale di rischio ed autoprodotti grazie a risultati econom ici positivi generati in precedenti esercizi ed esclusi dal processo di distribuzione ai soci. Nella costruzione dello Stato Patrim oniale F inanziario 8possono rientrare in tale categoria anche gli eventuali m ezzi finanziari raccolti attraverso contribuzioni a fondo perduto ottenute in relazione a specifici progetti di investim ento. Le fonti esigibili nel m edio-lungo e nel breve term ine si riferiscono essenzialm ente a debiti, di funzionam ento e/o di finanziam ento. Per distinguere la durata del breve periodo, necessaria per classificare le fonti di finanziam ento, può essere utilizzato il criterio della durata del c iclo operativo, o in alternativa, può essere utilizzata una convenzione che fissa la durata del breve periodo in un esercizio gestionale (12 m esi). Il prim o criterio può risultare particolarm ente ef ficace in quelle realtà in cui il ciclo operativo ha durata ultrannuale, m entre negli altri casi può risultare più ef ficace utilizzare il m etodo convenzionale. Q uindi per ristrutturare lo sp finanziario, a partire da quello civilistico, dobbiam o riclassificare le v oci c he troviam o nello sp civilistico con riferim ento a queste tre categorie. Per queste voci, lo sp civilistico classifica i debiti in funzione del creditore, qui il criterio che deve prevalere è quello del tem po. Il criterio tem porale è però anche considerato in quello civilistico in quanto ci sono inform azioni sia sui debiti esigibili nel breve e lungo term ine. Il T F R va in quelle consolidate. Sia nell’am bito delle passività consolidate che correnti può essere opport uno d istinguere all’interno di questi debiti due categorie che fanno riferim ento al tipo di operazione che ha determ inato la nascita del debito: ● operativo, (o funzionam ento) → debiti verso fornitori. Nascono com e una sorta di ef fetto collaterale nell’am bito di un’attività che ha uno scopo diverso rispetto alla nascita del debito; verso fornitori nascono quando l’azienda si approvvigiona dei fattori produttivi ● finanziaria → debiti verso banche. Nascono a fronte di u na specifica volontà dell’azienda di contrarre quel debito (bisogno di denaro) SEZ IO NE DE LLE A T T IVIT À - IM PIEG HI La sezio n e d elle attività viene denom inata “im pieghi”. Anche gli im pieghi, ovvero le attività, sono classificati in funzione di un criterio tem porale, tem po entro cui presum ibilm ente gli im pieghi si trasform eranno in denaro. Q uesto principio si chiam a principio della liquidabilità che fa riferim ento a un principio generale; tutte le voci dell’att ivo d ello sp prim a o poi si trasform ano in denaro. Per le im m obilizzazioni avviene durante i 10 anni in cui quel m acchinario viene usato, non è legato alla dism issione. Q uesto perché la trasform azione in denaro delle im m obilizzazioni non è una trasform azione fisica, m a è contabile e avviene per ef fetto dell’am m ortam ento. La contropartita dell’am m ortam ento è un fondo am m ortam ento (attività dello sp con segno negativo), il valore netto contabile si riduce fino a che non si a zzera, è com e se l'im m obilizzazione gradualm ente, nel corso del tem po, scom pare dal bilancio dal punto di vista contabile. La presenza dell'am m ortam ento m i perm ette di creare un valore in più rispetto al risultato di periodo Q uindi nello sp finanziario, com e conseguenza del criterio della liquidabilità, abbiam o due m acro voci: ● attivo fisso, si form a considerando tutti quegli investim enti che si trasform ano in denaro più lentam ente (m edio-lungo), gradualm en te 9● attivo circolante, in cui andrò a classificare tutte quelle voci che si trasform eranno in denaro entro un breve term ine Anche con riferim ento all'attivo tra sp finanziario e civilistico ci sono delle dif ferenze nascoste dal fatto che anche nello sp civilistico trovo la definizione di attivo circolante, m a non corrisponde al principio di breve periodo, quindi dovrebbero rientrare nell’attivo fisso (m edio-lungo term ine). Lo sp civilistico classifica i valori con al tre l ogiche. L ’attivo fisso viene ulteriorm ente scom posto con riferim ento alla tipologia delle im m obilizzazione: ● im m ateriali ● m ateriali ● finanziarie Il criterio di prevalenza porta ad includere nella categoria delle im m obilizzazioni m ateriali (o eventualm ente im m ateriali), eventuali fattori produttivi durevoli utilizzati con continuità dall’azienda anche in assenza del titolo di proprietà, per esem pio in forza di un contratto di locazione finanziaria . N ell’attivo fisso è possibile inserire altre categorie di im m obilizzazioni allo scopo di evidenziare investim enti non coinvolti nell’attività operativa aziendale (im m obilizzazioni patrim oniali) o investim enti in fattori produttivi di norm a facilm ente liquidabili, che tuttavia per vari m otivi non avranno la possibilità di trasform arsi in liquidità nel corso dell’esercizio successivo alla data di riferim ento del bilancio (im m obilizzazioni com m erciali) Nell’attivo c ircolante vi sono tre categorie: ● liquidità im m ediate, denaro che abbiam o già a disposizione ● liquidità dif ferite, sono dei valori che rappresentano denaro, m a la trasform azione in denaro ci sarà a breve, com e i crediti ● disponibilità, relative e rim anenze di m aterie prim e e fattori produttivi che ho acquistato m a non ho ancora utilizzato Lo stato patrim oniale finanziario si utilizza per valutare l’azienda nella prospettiva della solvibilità → un'az ienda è s olvibile quando possiede le capacità di rim borsare i debiti che ha contratto, si ricollega direttam ente ai debiti che l'azienda già ha acquisito o che potenzialm ente sta cercando di acquisire. L ’ANA LIS I DE LLA SO L VIBILIT À AZ IENDA LE Il segnale esterno più evidente di una crisi in atto può essere sicuram ente rappresentato dal sorgere dello stato di insolvenza, ovvero l’incapacità dell’azienda di far fronte ai propri im pegni finanziari. Un’azienda che versa i n c ondizioni di insolvenza con m olta probabilità si sta avvicinando al dissesto, la fase term inale della crisi. L ’accertam ento dell’insolvenza com porta di solito la richiesta di restituzione dei capitali concessi in prestito dai finanziatori, e la chiusura delle linee di fido concesse dai fornitori, con conseguente rischio di blocco delle attività produttive e com m erciali. Indicazioni sul grado di solvibilità aziendale possono essere acquisite attraverso l’an alisi d e lla liq u id ità e d ella so lid ità p atrim o n iale. 10La liquidità di un’azienda si riconduce all’equilibrio finanziario, ed in particolare alla capacità di rispettare le scadenze senza rischiare di com prom ettere le condizioni che garantiscono l’equilibrio econom ico e patrim oniale: in questo caso la solvibilità aziendale è analizzata in un’ottica di breve periodo. Il tem a della liquidità non è un rischio grave, è un'azienda che potrebbe onorare i propri debiti con un po di ritardo. La solidità patrim oniale invece esp rim e d a un lato l’adeguatezza della struttura delle fonti di finanziam ento raccolte in relazione alla struttura degli im pieghi, dall’altro la capacità del patrim onio aziendale di rim borsare i debiti contratti, prescindendo dal periodo di scadenza. Liquidità e solidità patrim oniale rappresentano due variabili da considerare congiuntam ente per esprim ere un giudizio sulla solvibilità aziendale. Sia l’analisi di liquidità che di solidità patrim oniale possono e ssere e f ficacem ente realizzate attraverso la costruzione di uno Stato Patrim oniale F inanziario. ANA LIS I DE LLA LIQ UIDIT À Se il processo di costruzione dello Stato patrim oniale finanziario è applicato correttam ente, l’aggregato delle passività correnti esprim erà l’im porto dei debiti esigibili entro i dodici m esi successivi alla data del bilancio, m entre l’attivo circolante rappresenterà l’im porto degli investim enti che, con buona probabilità, si trasform eranno i n denaro entro lo stesso periodo. L ’analisi della liquidità è una sim ulazione che si fa concentrandoci sulle voci dello sp finanziario che sono a breve scadenza. L ’analisi della liquidità è essenzialm ente basata sul confronto tra questi due aggregati; in particolare può essere definita liquida quell’azienda che - alla data di riferim ento dello stato patrim oniale - riesce virtualm ente a rim borsare le passività in scadenza nel breve periodo, senza com prom ett ere l e condizioni di equilibrio patrim oniale ed econom ico future. Di conseguenza l’analisi della liquidità in prim a battuta si realizza confrontando l’attivo circolante con le passività correnti. La logica dell’analisi di liquidità è quella di una sim ulazione: im m aginiam o che a un certo m om ento tutti i creditori di breve term ine richiedono all'azienda il pagam ento di quanto gli spetta. La dom anda che ci poniam o di fronte ad un evento teorico di questo tipo è se l’azie nda h a la capacità di rim borsare tutti i debiti a breve senza com prom ettere le condizioni di svolgim ento della gestione. Bisogna m antenere il presupposto della co n tin u ità azien d ale (g o in g co n cern ). Dobbiam o capire se tra le attività ce ne sono alcune più facili da trasform are in denaro e se sono suf ficienti per soddisfare i debiti. Sulla base di questa logica nasce il prim o indicatore sotto form a di una dif ferenza (capitale circolante netto) o di un rapporto (indice str uttura c orrente). Entram bi questi indicatori si basano sul confronto tra attività correnti e passività correnti, vogliam o valutare quando sm obilzzando tutte le attività, che si possono trasform are in denaro, l'azienda possa soddisfare tutti i debiti. CCN = attività co rren ti - p assività co rren ti ISC = attività co rren ti / p assività co rren ti 11L ’interpretazione dell’indice di struttura corrente assum e una valenza particolarm ente significativa soprattutto nel caso in cui presenta valori negativi (inferiori ad 1): in tal caso infatti l’im porto dell’attivo circolante non è suf ficiente a rim borsare le passività in scadenza, di conseguenza una teorica richiesta di rientro dei debiti a breve da parte dei finanziatori può essere soddisfatta solam ente ricorrendo allo sm obilizzo di una parte dell’attivo fis so. I n questa situazione risultano sicuram ente com prom esse le condizioni future di operatività e di equilibrio econom ico e patrim oniale, pertanto l’azienda analizzata può senza dubbio essere definita com e non liquida. Se il CCN è m aggiore di zero vuol dire che gli investim enti di breve periodo sono teoricam ente suf ficienti a rim borsare le passività correnti, questo non basta a dire che l'azienda è liquida, possiam o però escludere degli squilibri gravi. G li squilib ri g ravi ci saranno nel caso in cui il CCN è m inore di zero, l'azienda non è liquida perchè se fosse chiam ata a rim borsare istantaneam ente tutte le passività in scadenza, pur am m ettendo che possa riuscire a trasform are in denaro le attività correnti, esse possono coprire solo una parte delle passività correnti, dovrebbe rim borsare anche una parte di attivo fisso (abbiam o fattori pluriennali che determ inano le attuali condizioni operative dell’azienda). Siam o in una si tuazione d i rischio, vi è un eccesso di passività correnti, perché di fronte ad una richiesta di rim borso del credito si dovrebbe trasform are in denaro anche una parte di attivo fisso (dism ette una parte della struttura produttiva, vendita di m acchinari), questo va a contrastare l’attività produttiva dell’azienda → no continuità aziendale. Una prim a dif ferenza tra i due indici è sul valore della soglia (IS C è < o > a 1) La possibilità di confrontare due aziende dal punto di vista d ella liquidità che hanno una dim ensione diversa non è consigliabile perchè il valore assoluto potrebbe essere fuorviante (CCN) perché potrebbe essere uguale, 550 euro per un’azienda non ha lo stesso peso per un’altra azienda (non è detto che l'azienda con il valore assoluto m aggiore è più liquidata) ISC m i da il valore in term ini relativi, utile per confrontare aziende diverse. Con un ISC di 0,66 vuole dire che con le attività correnti riesco a coprire il 66% delle pa ssività c orrenti. Si ritiene, quindi, più significativo l’utilizzo del quoziente, perchè rispetto al m argine perm ette di acquisire inform azioni non solo sulla positività o negatività (nel caso in cui sia rispettivam ente m aggiore o m inore di 1), m a anche sulla “vicinanza”, in term ini relativi, al punto di equilibrio (la distanza per eccesso o per difetto da 1). Q uest’ultim a inform azione non è disponibile con l’utilizzo dei m argini e si rende m olto utile soprattutto n el c aso in cui si ef fettuino com parazioni orizzontali. ● Se l’IS C o CCN sono m inore c’è uno squilibrio, vi è un potenziale rischio, ha delle fonti a breve che sono eccessive rispetto a quella che è la struttura degli im pieghi, la struttura di bilancio è finalizzata a m igliorare la situazione: si consiglia di ridurre il peso dei debiti a breve → rim uovere le cause dell’indebitam ento o spostare una parte dell'indebitam ento dal breve al m edio lungo term ine. E’ l'operazione di c onsolidam e nto dei debiti, si può fare quando l'azienda è proprietaria di beni soggetti a garanzia (possono garantire con il proprio patrim onio), ciò m ette l’azienda in una posizione di rischio. ● Q uando la situazione invece non è negativa non c’è uno squilibrio m a non possiam o esprim erci a com pleto favore della liquidabilità. Dobbiam o prendere in 12
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