FINANZIAMENTI
ED ASSICURAZIONE
DI AZIENDA
Appunti di Giada Marconi
Università degli Studi di Pisa
Facoltà: Economia e Management
Corso di Laurea in Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici
Esame: Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici
Docente: Antonella Cappiello, Elena Bruno
A.A. 2021/2022
Tesi
online
A P P U N T I
TesionlineFINANZIAMENTI
IMPRESE FINANZIARIE
Le imprese finanziarie, a differenza di quelle di produzione, non producono un output
concreto ma risorse finanziarie. Un’impresa di produzione non riesce ad autosostenersi,
perciò ha bisogno delle imprese finanziarie le quali cederanno dei capitali (capitale di terzi).
La banca è l’intermediario per eccellenza ed è la prima interfaccia con la quale l’impresa di
produzione si relazione per avere le risorse finanziarie. Il processo di trasformazione di una
banca differisce da quello di un’impresa di produzione perché abbiamo l’input uguale
all’output. Non esiste solamente la banca, ci sono anche le assicurazioni che coprono
l’impresa da eventuali rischi.
Il sistema finanziario può essere definito un sistema articolato e integrato di strumenti e
mercati, di intermediari e autorità di controllo che presiedono al suo regolare funzionamento.
Può essere considerato un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento dei bisogni finanziari
delle unità operanti nel sistema economico. Così gli operatori (imprese, famiglie, enti
pubblici) avvalendosi dei servizi prestati dagli intermediari, in prevalenza di estrazione
bancaria, negoziano sui mercati nel rispetto delle procedure previste dall’ordinamento
giuridico. Dal punto di vista strutturale, i suoi elementi costitutivi sono:
● istituzioni composti da
➔ intermediari finanziari (banche, assicurazioni, poste italiane) che effettuano gli
scambi finanziari con imprese, pubblica amministrazione e famiglie
➔ autorità di controllo: enti che vigilano sulle precedenti; vigilano sia sul corretto
funzionamento dei mercati sia sul rispetto del corpus normativo da parte degli
operatori. I maggiori poteri li ha la banca d’Italia in quanto si interfaccia direttamente
con il pubblico ed è l’unico che può effettuare operazioni di prelievo ed erogazione
delle risorse finanziarie; questa funzione è importante perché permette un
allocazione efficiente delle risorse, cioè le canalizza, ovvero le indirizza verso i settori
più in crisi. Un’altra funzione delle banche è il controllo della moneta, essa produce
dei sostituti della moneta (assegni): le politiche monetarie hanno effetti sul mercato
reale. Poi abbiamo IVASS, COVIP, ANTITRUST..; ognuna di esse ha un proprio ruolo
● mercati
➔ monetario (mercato in cui si negoziano attività di breve periodo, ad es. i BOT = 3
mesi)
➔ finanziario (in cui i titoli scambiati hanno una scadenza superiore ai 12 mesi) e
possono essere di due tipi:
➢ regolamentati: luoghi organizzati in cui si realizza lo scambio delle attività finanziarie
ed è gestito da una società di gestione
➢ non regolamentati: è un mercato finanziario in cui l’offerta e la domanda delle risorse
finanziarie degli operatori si incontrano direttamente senza intermediari e gli scambi
non sono regolamentati da una disciplina specifica (es. mercato privato)
● strumenti finanziari. Sono attività finanziarie basate su rapporti contrattuali volti a
disciplinare i diritti e obblighi spettanti reciprocamente alle parti interessate. Sono
quelle attività che spostano le attività in surplus (famiglie: acquisto azioni,
obbligazioni, quote di fondi..) a quelle in deficit (imprese e settori pubblico: prestiti,
cessione di titoli e per entrambi la negoziazione di titoli obbligazionari e azionari)
1● infrastrutture a supporto della circolazione delle attività finanziarie, garanti
dell’efficienza complessiva del sistema, quali, il sistema dei pagamenti e le reti
tecnologiche a supporto degli scambi.
Le funzioni si riconducono sostanzialmente alle seguenti:
1. il trasferimento delle risorse finanziarie dalle unità in surplus a quelle in deficit (funzione di
intermediazione creditizia);
2. l’offerta di strumenti di pagamento (funzione monetaria);
3. la trasmissione all’economia degli impulsi di politica monetaria;
4. la gestione dei rischi finanziari.
I CIRCUITI FINANZIARI
Il trasferimento di risorse finanziarie dalle unità in surplus a quelle in deficit può avvenire
mediante due differenti circuiti di intermediazione:
● circuito indiretto: il trasferimento di risorse si realizza per il tramite di operatori (gli
intermediari finanziari), i quali offrono strumenti finanziari volti al soddisfacimento
delle esigenze di finanziamento e d'investimento manifestate, rispettivamente, dalle
unità in deficit e da quelle in surplus. Questo tipo di intermediazione è quello
maggiormente in uso nel sistema finanziario domestico, dal momento che consente
di colmare la situazione di asimmetria informativa dell’investitore rispetto al
prenditore di fondi, con correlata possibilità di comportamenti opportunistici del
secondo a danno del primo; l’altro problema è che le imprese non possono fare
riferimento ad un unico risparmiatore per avere le risorse necessarie, ma ne ha
bisogno di una moltitudine. Questa incapacità di trovare un accordo porta al motivo
che giustifica la presenza delle banche e quindi l’utilizzo del circuito indiretto
● circuito diretto: il collegamento tra risparmio e investimenti avviene direttamente tra
i prestatori e i prenditori finali. Non è comunque da escludere l’intervento di un
intermediario, che – agevolando l’incontro tra domanda e offerta – offre supporto
all’emissione e alla negoziazione e/o svolge attività di consulenza nei confronti degli
investitori, senza agire in nome proprio e senza produrre strumenti da destinare allo
scambio. Questi ultimi, infatti, sono attinti direttamente sul mercato e il relativo rischio
di insolvenza della controparte ricade sul datore di fondi, e non quindi
sull’intermediario.
LA BANCA
Le caratteristiche dell'intermediario banca sono:
● è un intermediario finanziario (cioè uno dei possibili operatori che si possono trovare
nel sistema finanziario) quindi un soggetto sottoposto a controllo. I motivi che portano
al necessario controllo del sistema finanziario sono gli obiettivi di politica monetaria,
gestione del rischio, ecc.. Il controllo viene esercitato da una pluralità di autorità
articolate per finalità. L'esercizio del controllo nel rispetto delle regole viene svolta da
banca italia congiuntamente con la consob che mantiene la trasparenza e
correttezza delle operazioni
● La disciplina che regola l'attività delle banche è contenuta nel testo unico bancario
(Art. 10 del TUB) del ‘93. Con il tub viene introdotta una nuova legge bancaria resa
necessaria per i cambiamenti esterni legati al recepimento delle direttive comunitarie
2● secondo l’art. 10 ha una funzione di intermediazioni creditizia e una funzione
monetaria.
TUB
● è una raccolta di leggi che regola l’attività delle banche
● è strutturata in titoli che individua una materia specifica di regolazioni che sono sub
articolati in capitoli e sezioni
● il numero complessivi di articoli sono 162, anche se soggetto a continui
aggiornamenti (ultimo gennaio 2020) deve mantenere le caratteristiche iniziali della
struttura del TUB. I titoli che influenzano gli aspetti della banca vanno dal titolo I al
titolo IX (es. autorità creditizie, le banche, la vigilanza)
● prima del testo unico esisteva la legge bancaria del ‘36; il TUB introduce dei principi
di cambiamento. I principi sono:
A. definizione di banca contenuta nell’art. 10: attività che poggia sull'esercizio
congiunto della raccolta del risparmio e dell'erogazione del credito.
La raccolta di risparmio e l'esercizio di credito costituiscono l’attività bancaria.
Quindi si pone debitrice nei confronti dei soggetti depositanti e creditrice nei
confronti del soggetto beneficiario. Se l’intermediario svolge una sola di
queste funzioni non sarà una banca ma si chiamerà intermediario finanziario.
Se svolge solo la raccolta di fondi a scopo di investimento abbiamo
intermediari del mercato immobiliare, se svolge solo la funzione di erogazione
del credito abbiamo le cosiddette società finanziarie. Le banche esercitano
oltre all’attività bancaria, ogni altra attività finanziaria, secondo la propria
disciplina. Le attività finanziarie sono tutte quelle attività rivolte alla
negoziazione di titoli per conto proprio o di terzi.
L’operatività della banca si estende dunque a molteplici attività, tra cui le
operazioni particolari di credito (credito speciali), l'assunzione di
partecipazione in imprese non finanziarie (nel rispetto dei limiti imposti dalle
autorità di vigilanza), le emissioni di prestiti obbligazionari e altre forme di
provvista oltre il breve termine
B. riconoscimento della natura imprenditoriale dell’attività bancaria.
La banca, che è sempre stata considerata un soggetto unico, inzia ad essere
privatizzato. Quindi la sua attività è ispirata ai principi di massimizzazione del
profitto, di avversione ai rischi aziendali e di saggia amministrazione
dell’impresa. Quindi deve operare perseguendo l'obiettivo del raggiungimento
dell'equilibrio economico a valere nel tempo nel rispetto delle regole
prudenziali
C. despecializzazione dell'attività bancaria
attiene al principio in base al quale non esistono più intermediari che
svolgono attività diverse, ma esiste un unico intermediario denominato banca.
Con il TUB la banca può esercitare due tipi di attività, prima non poteva farlo
perché c’era una forte specializzazione settoriale. Questa despecializzazione
si legge nelle sue tre forme: istituzionale (prima il sistema finanziario era un
sistema pluralistico), temporale (prima le banche svolgevano attività bancaria
nel breve periodo) e operativa (possono svolgere qualsiasi operazione di
natura bancaria e finanziaria)
3D. forme giuridiche di costituzione bancaria
a tal proposito abbiamo le S.P.A. (Società Per Azioni) e le S.C.A.R.L. (Società
Cooperative per Azioni a Responsabilità Limitata, sotto questa forma giuridica
si possono costituire le banche popolari e le Banche di Credito Cooperativo).
Gli elementi che possono spingere una banca alla scelta della forma giuridica
sono la dimensione del capitale della banca, il numero dei soci, il grado di
concentrazione del capitale nell’ambito della compagine sociale e gli obiettivi
della compagine sociale.
A parità di capitale le banche popolari, a differenza delle spa, devono
rispettare due vincoli: il 10% dell’utile deve essere destinato a riserva legale e
il totale dell’attivo non può mai essere superiore ad 1 miliardo di euro, se
viene superato, anche se ha lo stesso capitale sociale di una spa, non può
essere considerato più banca popolare. Inoltre il numero dei soci nelle
banche popolari non può essere inferiore a 200; ciascun socio non può
detenere il valore complessivo delle azioni superiore all’1% del capitale.
Per le BCC il numero dei soci non può essere inferiore a 500. Prima della
riforma delle banche di credito cooperativo il numero dei soci era uguale a
quello previsto per le banche popolari. Inoltre i soci non possono detenere il
valore delle azioni di importo superiore a 100 mila euro. In aggiunta devono
riservare il 70% degli utili a riserva legale.
Le condizioni per l’accesso al mercato del credito sono disciplinate dal titolo II
del TUB e sono, oltre alla forma giuridica le seguenti:
→ deve avere capitale iniziale, il cosiddetto principio dei fondi propri: 10
milioni per la costituzione di un S.P.A., banche popolari e banche di garanzia
(anche se SCARL) e 5 milioni per le banche di credito cooperativo (BCC).
Durante l'attività bancaria questo fondo minimo non può mai scendere al di
sotto del limite stabilito.
→ deve indicare la sede legale e la direzione nel territorio della repubblica
italiana
→ deve presentare l’atto costitutivo, lo statuto e un programma concernente
le attività iniziali dal quale emergono gli obiettivi aziendali, il livello di rischio
assumibile tollerato, il modello di business della banca (come la banca si
pone al mercato, cioè quale attività prevalente intende svolgere), informazioni
sulla composizione del capitale sociale, sulla struttura organizzativa che la
banca intende adottare, le previsioni sull’adeguatezza patrimoniale, cioè sulla
capacità di agganciare l’operatività ad una variabile (patrimonio di vigilanza)
perché deve essere garantito il principio di sana e prudente gestione
→ deve essere in possesso dei requisiti di onorabilità dei titolari delle
partecipazioni qualificate (partecipazioni detenute dall’impresa partecipante di
importo superiore del 10% del capitale sociale)
→ devono esistere requisiti di onorabilità, di professionalità e di indipendenza
degli esponenti aziendali
→ non devono sussistere, tra la banca o i soggetti del gruppo di
appartenenza e altri soggetti, stretti legami che ostacolino l’effettivo esercizio
delle funzioni di vigilanza
→ che sia prevista l’adesione ad un sistema di garanzia dei depositi
Questi sono i requisiti necessari perché una banca costituenda possa
chiedere l'autorizzazione a banca d’Italia per l’accesso all’attività bancaria.
4Banca d’Italia controlla se la documentazione risponde ai requisiti
regolamentari e la BCE autorizza alla costituenda banca l’accesso al mercato
del credito. Questo avviene anche per le modifiche di business.
E. istituzionalizzazione della vigilanza prudenziale
con il TUB viene introdotta la vigilanza prudenziale. Prima c’era la vigilanza
strutturale autorizzativa la quale incideva sulla struttura di mercato e sulle
operazioni svolte dalle banche; l’attività bancaria era sottoposta ad
autorizzazione preventiva da Banca d'Italia. Con il TUB abbiamo sempre una
vigilanza ma di tipo prudenziale, quindi l’autorizzazione banca d'italia la
concede solo in fase di costituzione dell'attività bancaria; una volta che la
banca ha accesso al mercato essa non è più sottoposta a controllo da parte
della BI.
Gli organismi addetti al controllo sono le autorità creditizie individuate nel
TUB nel titolo I all’art. 5. Tali autorità sono il CICR (comitato interministeriale
per il credito e il risparmio), il ministro dell’economia e delle finanze e banca
d’italia. Le prime due svolgono un ruolo regolatorio, l’ultimo è l’organismo
tecnico operativo del CICR, quindi ha poteri regolamentari su delibera del
CICR. Le finalità degli organismi di vigilanza sono:
→ la sana (equilibrio economico a valere nel tempo) e prudente (rispetto dei
requisiti prudenziali) gestione degli oggetti vigilanti
→ garantire la stabilità complessiva dei sistemi, prima era rivolta alla singola
istituzione
→ efficienza e competitività del sistema finanziario
→ osservanza delle disposizioni in materia creditizia
Il CICR è un organo politico ed esercita l’alta vigilanza in materia del credito e
di tutela del risparmio dando indicazioni mediante un’attività ad induzione
normativa. Il CICR è composto dai ministri dei diversi dicasteri: è presieduto
dal ministro dell’economia e delle finanze; in alcuni casi di provvedimenti di
urgenza può anche sostituirsi al CICR pur sempre convocandolo. Svolge
anche funzioni autonome: determinazione di onorabilità e professionalità per
gli esponenti aziendali, apertura dei provvedimenti di amministrazione
straordinaria e sanzioni amministrative per gli esponenti aziendali. Quindi ha
poteri di intervento in caso di crisi e poteri sanzionatori.
Fanno parte del CICR poi il ministro dell’agricoltura, del commercio, ecc… Gli
altri ministeri però non sono esclusi nelle scelte.
Banca d’Italia è un organo operativo; le sue funzioni sono la vigilanza sul
sistema bancario, la tutela della concorrenza in ambito bancario, la
sorveglianza sul sistema dei pagamenti, la vigilanza sul mercato interbancario
dei titoli di Stato e il servizio di tesoreria dello Stato. Quindi ha poteri
regolamentari, informativi e ispettivi finalizzati a controlli di stabilità e
concorrenza
F. rimodellamento del rapporto banca/industria
nel testo unico viene data la possibilità per le banche di acquisire
partecipazioni nel capitale delle imprese, quindi quella disciplina che viene
individuata come partecipazioni detenibili. Il modello originario era basato sul
principio della specializzazione, quindi la legge del ‘36 vietava alla banca di
acquistare partecipazioni nel capitale delle imprese e viceversa.
5Questa partecipazione è fortemente disciplinata dalla normativa per evitare
una catena di crisi generata da un soggetto che partecipa al capitale.
La disciplina impone limiti partecipativi con riferimento a tutte le tipologie di
aziende. La partecipazione della banca allo sviluppo delle imprese si può
spingere secondo due aggregati diversi:
→ limite di concentrazione nell’ambito dell’acquisizione di partecipazione in
una determinata impresa. Risale al 15% della quota partecipante
→ limite complessivo si riferisce a complessi di partecipazioni detenute dalla
banca nel settore delle imprese (non finanziarie). Risale al 60% del
patrimonio della banca partecipante. L’altro 40% lo deve utilizzare per
svolgere l’attività bancaria o finanziaria
E FUNZIONI DELLE BANCHE
Le funzioni delle banche che le differenzia dagli altri intermediari finanziari sono:
● funzione di intermediazione creditizia
capacità della banca di coniugare le richieste provenienti dalle unità in surplus
(risparmiatori) con quelle provenienti dalle unità in deficit (imprese). Quindi la banca
si pone come intermediario tra questi due soggetti. In questo trasferimento si legge
l’attività di produzione della banca che è peculiare perché prevede come input e
output il denaro. In questo processo di trasferimento delle risorse la banca effettua
una trasformazione qualitativa e temporale dei fondi racconti: raccoglie risorse a
certe condizioni e le eroga a condizioni diverse (raccoglie risorse a breve termine a
vista ed eroga risorse a medio lungo termine). La trasformazione qualitativa attiene
alle diverse condizioni contrattuali: a breve termine a vista vuol dire che l’unità in
surplus che trasferisce le risorse in banca ha in ogni momento, indipendentemente
dalle condizioni contrattuali prese con la banca, il diritto di ricevere su richiesta le
risorse depositate. Anche quando il risparmiatore instaura con la banca un rapporto
di deposito durevole con un contratto che tipicizza questo trasferimento in qualunque
momento ha il diritto di chiedere il rimborso delle somme anche se il contratto vincola
il depositante a non prelevare le risorse prima di una certa scadenza. La banca
questi soldi li prende a debito, quindi li deve restituire, le modalità di trasformazione
evidenziano quella trasformazione qualitativa della moneta. Le unità in deficit
chiedono i soldi a lungo termine e la banca li trasforma. In questa trasformazione la
banca si assume i rischi di raccolta conti e di erogazione del denaro:
→ di liquidità: è il rischio in cui incorre a seguito di una incapacità di far fronte agli
impegni assunti.
→ di credito è il rischio di insolvenza della controparte (unità in deficit), soggetto che
richiede credito; inoltre è rischio di peggioramento della capacità di rimborso del
prestito del soggetto debitore. La banca corregge il rischio di credito mediante
un’attività peculiare che è volta a valutare la solvibilità del debitore prima
dell’affidamento e con un’attenta attività durante il corso del finanziamento
denominata attività di monitoraggio
● funzione monetaria
capacità della banca di porre in circolazione i propri debiti come strumento di
pagamento affinché si possano inserire sempre di più nel circuito dei pagamenti e
definire surrogati monetari per favorire il processo di scambio all’interno delle
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