Igiene
generale
Appunti di Zoe Franzoni
Università degli Studi di Brescia
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Infermieristica
Esame: Sicurezza negli ambienti di lavoro, prevenzione e promozione della salute
Docente: Bertelli Cesare
A.A. 2020/2021
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline
per InfermieriZoe Franzoni – Igiene generale
L’IGIENE è la disciplina medica che ha come obiettivo la tutela e la promozione della salute umana, il fine
ideale cui tengono l’igiene e la medicina preventiva è che ogni persona nasca sana e mantenga il proprio
stato di salute al più alto livello fino al naturale compimento della vita.
MEDICINA CLINICA: compito di curare e possibilmente guarire il singolo individuo.
MEDICINA PREVENTIVA: compito di promuovere la salute e prevenire le malattie intervenendo
sull’intera comunità.
La medicina della sanità pubblica è mirata alla prevenzione delle malattie e della promozione della salute.
I determinanti della salute sono:
1. Età;
2. Sesso;
3. Fattori costituzionali;
4. Stile di vita;
5. Relazioni sociali e della comunità;
6. Condizioni di vita e di lavoro;
7. Condizioni generali socioeconomiche, culturali ed ambientali.
SANITÀ DEL TERRITORIO: fa da filtro e comprendono le esigenze del paziente.
SANITÀ OSPEDALIERA: si occupa di coloro che hanno una problematica già riconosciuta.
1.1 PREVENZIONE
Atti finalizzati a eradicare o a eliminare le malattie e le disabilità o a minimizzare il loro impatto; è articolato
in livelli che definiscono una prevenzione convenzionalmente chiamata:
1. Primaria;
2. Secondaria;
3. Terziaria.
RISCHIO: probabilità che si verifichi un evento negativo per la salute; la sua misura è strettamente legata al
concetto di probabilità perché il rischio riguarda avvenimenti futuri, che possono verificarsi o meno e che
possono svolgersi con diversa intensità.
1.1.1 PREVENZIONE PRIMARIA
OBIETTIVO quello di impedire L’insorgenza di nuovi casi di malattie nelle persone sane, diminuendo il
tasso di incidenza.
La riduzione dell’incidenza è tanto maggiore quanto più è efficace l’intervento stesso, ì tempo di riduzione
sono in rapporto al periodo di incubazione della malattia.
ESEMPIO: vaccinazioni, controllo di alimenti e dell’acqua potabile, educazione alimentare, lotta alla droga e
protezioni.
1.1.2 PREVENZIONE SECONDARIA
OBIETTIVO la scoperta è la guarigione di casi di malattia prima che si manifestino clinicamente riducendo
la mortalità.
Un intervento di prevenzione secondaria potrà produrre una riduzione della mortalità e/o della prevalenza di
quelle malattie i cui casi, scoperti precocemente, sono subito sottoposti a cura e guariscono rapidamente.
ESEMPIO: diagnosi precoci e screening.
1.1.3 PREVENZIONE TERZIARIA
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OBIETTIVO quello di impedire l’invalidità in persone già ammalate di malattie croniche e di favorirne il
recupero riabilitando.
Recupera le persone portatrici di diverse abilità con conseguente reinserimento familiare e sociale.
1.1.4 PREVENZIONE QUATERNARIA
Concetto innovati e ha come OBIETTIVO la prevenzione della medicina non necessaria e della
medicalizzazione inappropriata per evitare interventi medici in eccesso che farebbero più male che bene e
per cercare un’alternativa.
1.1.5 OSTACOLI DELLA PREVENZIONE
1. Carattere SCIENTIFICO: conoscenza delle origini delle malattie;
2. Organizzazione delle CIVILTÀ INDUSTRIALI: propaganda alcolici, sigarette, alimenti dietetici per
neonati, contaminazione ambientale per negligenza;
3. Modello di ORGANIZZAZIONE SANITARIA: privilegio di aspetti diagnostico – terapeutici rispetto
ai preventivi, enorme spesa sanitaria dovuta alla digestione degli ospedali.
1.2 FATTORE DI RISCHIO
È quel fattore che, se presente, non necessariamente provoca la malattia ma ne aumenta le probabilità di
insorgenza, con possibilità di interazione con altri fattori di rischio.
Possono essere:
FISICI: aria, acqua e radiazioni;
BIOLOGICI: alimenti e acqua;
SOCIALI;
PERSONALI: stile di vita;
GENETICI.
Fare prevenzione significa evitare i fattori di rischio e aumentare i fattori protettivi riducendo le probabilità di
sviluppo di una malattia.
1.3 SALUTE
La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale non la semplice assenza dello stato di
malattia o infermità.
I principali indicatori delle condizioni sanitarie di una popolazione si dividono in:
1.3.1 DIRETTI
DEMOGRAFICI: mortalità, natalità, fecondità etc.
SANITARI: causa della mortalità, invalidità etc.
1.3.2 INDIRETTI
SOCIOECONOMICI: disponibilità di beni essenziali, occupazione e la scolarizzazione;
SOCIOSANITARI: diffusione dei fattori di rischio di tipo comportamentale come alcool e fumo.
I determinanti della salute possono essere modificabili.
1.3.3 OBIETTIVI STRATEGICI
Proteggere il singolo individuo dalle malattie;
Raggiungere il controllo delle malattie nella popolazione;
Eliminare le malattie;
Eradicare le malattie.
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Tuttavia, allo stato attuale, solo per alcune malattie è possibile concepire programmi che prevedano il
raggiungimento di tutti gli obiettivi fino all’eradicazione.
TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA
Con questo termine si indica il cambiamento di caratteristiche delle malattie che ha accompagnato il
miglioramento complessivo delle condizioni di salute dalla fine del XIX alla prima parte del XX secolo.
Insieme al calare della mortalità e al crescere della speranza di vita, si è avuto uno spostamento delle
caratteristiche delle malattie da un quadro dominato dalle malattie infettive a uno in cui prevalgono
MALATTIE CRONICHE DEGENERATIVE come le cardiopatie e i tumori.
Questo scivolamento verso le patologie croniche di può in parte spiegate col fatto che molta più gente ha
vissuto fino all’età in cui queste malattie colpiscono.
Le malattie infettive hanno lasciato il posto alle malattie croniche degenerative grazie a:
Miglioramento delle condizioni nutrizionali;
Incremento delle difese immunitarie specifiche;
Miglioramento delle condizioni ambientali;
Miglioramento delle condizioni di vita;
Disponibilità di farmaci.
Tutto questo porta al benessere della persona.
Caratteristiche Malattie infettive acute Malattie non infettive croniche
Fattori casuali maggiori Specifici e necessari Molteplici, aspecici e non
necessari
Durata del periodo di latenza Breve (giorni o settimane) Lunga (anni o decenni)
Esordio Clamoroso Subdolo e lento con
manifestazione dei sintomi
graduale o improvvisa
Decorso Rapido (giorni o settimane) Lento (anni o decenni)
Esito Guarigione Stabilizzazione o progressivo
peggioramento in molte forme
decesso a distanza di anni o
decenni
Effetto dei miglioramenti
terapeutici
Abbreviano il decorso e
diminuisce la prevalenza
Allungano il decorso e aumenta
la prevalenza.
2.1 PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE
2.1.1 PREVENZIONE PRIMARIA
Evitare il contagio si deve impedire che il microrganismo responsabile arrivi a contatto con l’individuo
recettivo, agendo sulle sorgenti e sui serbatoi di infezioni nonché sull’ambiente.
Per evitar e l’infezione è necessario che il germe patogeno, venuto a contatto con l’individuo, non possa
moltiplicarsi nel suo organismo grazie al fatto che questo è stato reso non recettivo.
2.1.2 PREVENZIONE SECONDARIA
Impedire che l’infezione evolva in malattia conclamata, il limite è il periodo di incubazione così breve da non
consentire l’uso dei mezzi di prevenzione secondaria.
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È riservata solo a poche malattie infettive con tempi di incubazione lunghi.
La metodologia della prevenzione secondaria richiede l’esame di una massa di persone apparentemente
sane per effettuare lo screening cioè la selezione di coloro che sono già ammalati pur non presentando
ancora sintomi di malattia.
SCREENING
Lo screening può essere:
1. SELETTIVO: ricerca operata tra individui appartenenti ad una categoria con un rischio di ammalare
particolarmente elevato;
2. DI MASSA: riguarda l’intera popolazione esposta al rischio e si effettua quando l’incidenza di
malattia è elevata e quando la diagnosi tardiva implica un danno irreversibile.
3. MULTIFASICO: rilievo di diverse condizioni patologiche o di rischio grazie ad esami di laboratori e
clinici.
2.1.3 PREVENZIONE TERZIARIA
Impedire o comunque limitare la comparsa sia di complicanze tardive che di esiti invalidanti in persone già
ammalate di malattie croniche e limitare le conseguenze fisiche e sociali causate da incidenti.
Si basa sulla riabilitazione e la metodologia si basa sulla riabilitazione fisica e l’assistenza psicologica.
Recupero di persone portatrici di handicap con conseguente reinserimento familiare e sociale, la limitazione
della disabilità ha lo scopo di evitare la progressione della malattia o limitare il danno causato da un
incidente..
IGIENE E SANITÀ PUBBLICA
1. Miglioramento delle condizioni igieniche;
2. Miglioramento nel trattamento degli alimenti;
3. Miglioramento nel trattamento dell’acqua e dei reflui;
4. Diffusione delle vaccinazioni.
L’OMS ha declinato le 12 regole d’oro:
- Non fumare;
- Evitare l’obesità;
- Fare attività fisica;
- Mangiare ogni giorno frutta e verdura;
- Non bere alcolici;
- Non esporsi troppo al sole;
- Prestare attenzione a eventuali sostanze cancerogene nei posti di lavoro;
- Se si nota un nodulo, un neo che cambia forma rivolgersi al medico;
- Donne 25 – 64 anni: pap test;
- Donne t0 – 69 anni: mammografia;
- Uomini e donne 50 – 69 anni: SOF;
- Vaccinazione contro l’epatite B.
IGIENE GENERALITÀ
ARTICOLO 32: sancisce il diritto alla salute, tutti hanno diritto ad accedere alle prestazioni sanitarie;
sottolinea l’inviolabilità dell’essere umano.
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1970: istituzioni delle regioni e si assicura il diritto alla salute della popolazione.
1978, con la legge 883, viene istituito il SISTEMA SANITARIO NAZIONALE.
I criteri fondamentali del SSN è:
1. Universalismo: aperto a tutti;
2. Equità;
3. Solidarietà.
La salute è definita dalla costituzione dell’OMS, essa viene considerata un diritto e come tale si pone alla
base di tutti gli altri diretti fondamentali che spettano alle persone.
1.1 OMS
Organizzazione mondiale della sanità, agenzia specializzata dell’ONU per la salute ed è stata fondata il 7
aprile 1948 con sede a Ginevra.
L’obiettivo dell’OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le
popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di
completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o infermità.
Tutto ciò che in qualche modo altera il normale equilibrio dell’uomo e dell’ambiente è di per sé una minaccia
alla salute, la tutela della salute è l’obiettivo dell’igiene che intervenire sulla popolazione sana per mantenere
quelle condizioni di vita che allontanano il più possibile il rischio di malattia.
La salute può essere definita come uno stato di equilibrio dell’uomo e dell’ambiente fisico, psichico e sociale:
OMEOSTASI: capacità da parte dell’organismo di mantenere un equilibrio interno stabile grazie ad
un insieme di processi di regolazione e contro regolazione che agiscono ogni qualvolta si verifica una
variazione delle condizioni esterne.
Contrariamente a quanto di possa pensare, il nostro corpo non raggiunge mai un’omeostasi statica bensì
sempre ad un equilibrio virtuale che secondo alcuni viene definito OMEOSTASI DINAMICA poiché cellule,
tessuti, organi e apparati sono in continuo movimento.
1.2 MALATTIA
Un’ alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell’organismo, capace di ridurre, modificare
negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo.
Le malattie possono essere presenti :
Dalla nascita: CONGENITE;
Insorgere successivamente: ACQUISITE.
1.3 EZIOLOGIA
È la scienza che indica gli avvenimenti, i motivi e le variabili causali di ogni singola malattia.
EZIOPATOLOGIA: causa e proseguo della malattia è non c’è per forza l’associazione causa – effetto.
La scienza si basa su 2 modelli:
1. DETERMINISMO o non probabilistico;
2. PROBABILISTICO o non deterministico.
Le malattie possono essere classificate in base all’eziologia o alla sede anatomica interessata:
Malattie infettive;
Malattie cornico degenerative;
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Malattie ereditarie;
Malattie traumatiche.
1.4 PATOLOGIA
Studia le malattie e i fenomeni ad esse correlate.
1.5 EPIDEMIOLOGIA
Studia la distribuzione, la frequenza delle malattie nella popolazione, la loro modalità di insorgenza; Lola ora
con la medicina preventiva e clinica e si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle
malattie.
ESPOSIZIONE
Evento iniziale che , nel caso delle malattie infettive, dà origine all’infezione; a seconda della loro durata le
malattie sono distinte in:
1. ACUTE: risolvono in pochi giorni o settimane;
2. CRONICHE: persistono per anni o durano per tutta la vita.
ESORDIO
Può avvenire velocemente o in modo subdolo e graduale, l’esito di una malattia può essere:
Guarigione;
Cronicizzazione;
Morte.
PERIODO DI INCUBAZIONE
È il tempo che intercorre tra l’esposizione e la comparsa di sintomi clinici, per le malattie non trasmissibili è
detto PERIODO DI LATENZA e questo periodo varia ampiamente in rapporto al tipo di:
1. Agente;
2. Ospite;
3. Numerosi altri fattori.
PERIODO PRODOMICO
Periodo di transizione tra lo stato di salute è quello della malattia, caratterizzato dai primi sintomi che spesso
non sono specifici della malattia.
Se i sintomi sono molto marcati la malattia è detta in FASE ACUTA; se sono di minore intensità la malattia
è in FORMA SUBACUTA.
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Non sempre i sintomi sono presenti infatti quando non sono presenti si parla di MALATTIA SUBCLINICA
o asintomatica.
REGRESSIONE
Periodo in cui i sintomi si fanno meno intesi, spesso la regressione è dovuta alla reazione dell’ospite.
Tuttavia è possibile che l’ospite non riesca a guarire completamente, quindi la malattia entra in una lunga
fase detta cronicizzazione.
RICADUTA
Ripresa della sintomatologia quando la malattia sembrava ormai avviata verso la guarigione.
CONVALESCENZA
In questa fase si ha il ristabilimento completo delle funzioni dell’organismo che ritorna in stato di salute;
alcune malattie provocano lesioni permanenti e quindi impediscono una guarigione perfetta.
LAVAGGIO DELLE MANI
Nel 1970 Spaulding gettò le basi sui criteri di contaminazione, guardando la criticità; fa una classificazione in
base alla quale venne fatta un’ulteriore classificazione riguardo i disinfettanti.
1. Alto livello: glutaraldeide;
2. Medio livello: alcool;
3. Basso livello: Sali di ammonio quaternario esempio ammoniaca.
Ogni 3 mesi va cambiato il principio attivo del disinfettante per evitare una resistenza dei microbi.
1.1 LAVAGGIO
DETERSIONE: asportazione dello sporco, permette una successiva disinfezione.
DISINFEZIONE: abbattimento di carica microbica riducendo i microbi.
In molti casi viene fatto un unico passaggio con un unico prodotto: detersione + disinfezione =
santificazione.
ANTISETTICO: disinfettanti lo adoperiamo sulla cute o mucose.
STERILIZZAZIONE: eliminazione di tutte le specie microbiche comprese le spore e i prioni (fisica a calore
umido tramite autoclave di tipo B).
DISINFESTAZIONE: rimozione di veicoli e vettori animati o inanimati che possono essere fonti di
problematiche varie.
1.2 LAVAGGIO DELLE MANI
1.2.1 FLORA MICROBICA TRANSITORIA
Saprofiti ciò che si prende dall’ambiente.
1.2.2 FLORA MICROBICA RESIDENTE
Commensali/mutualistici, vivono sulla superficie della persona.
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1.3 TIPOLOGIE DI LAVAGGIO
1.3.1 LAVAGGIO SOCIALE
Fatto più volte al giorno;
Eliminare la flora transitoria;
Durare 1 minuto;
Fatto 2 volte;
Arrivare al polso ma non compreso;
Il sapone deve essere liquido e rispettoso del Ph della cute quindi no saponette ma dispenser.
3 momenti:
1. Bagnare;
2. Lavare;
3. Asciugare.
1.3.2 LAVAGGIO ANTISETTICO
Fatto prima di materie sterili;
Deve durare 2 minuti con acqua e un antisettico (sapone con proprietà decontaminante a base
di alcool);
Arrivare al polso compreso.
1.3.3 LAVAGGIO CHIRURGICO
Riduce al minimo la flora batterica residente e transitoria;
Deve durare 5 minuti + 2 minuti dei lavaggio sociale e antisettico;
Prevede il successivo indossamento dei guanti;
Lavaggio fino al gomito e accompagnato ad uno strofinamento con spazzolino di nylon vegetale.
1.4 FRIZIONE ALCOLICA
Con antisettico per 30 secondi, non permette la detersione cioè la rimozione dello sporco visibile perché non
richiede l’utilizzo di acqua.
MALATTIE INFETTIVE
Sono causate da microrganismi patogeni e sono le malattie più frequenti.
Un agente patogeno è genericamente i qualsiasi cosa che può provocare una patologia quindi una malattia;
può essere un batterio, virus ma anche una sostanza chimica o un agente fisico e per infettare deve essere
virulento cioè aggressivo.
1.1 BATTERI
Sono procarioti ossia esservi viventi privi di nucleo delimitato da membrana e con un ambiente interno
particolare; possiedono DNA ad anello è una parete cellulare ricca di carboidrati.
Alcuni batteri vivono all’interno dell’organismo umano con vantaggi reciproci.
1.2 VIRUS
Sono entità biologiche con caratteristiche di parassita obbligato la cui natura di organismo vivente o
struttura su cellulare è discussa così come la trattazione tassonomica.
La singola unità virale viene denominata virione, possono essere responsabili di malattie in organismi
appartenenti a tutti i regni biologici; esistono virus che attaccano i batteri, funghi, piante e animali dai meno
evoluti all’uomo.
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1.3 LEGGE 81/2008
Regolamenta la sicurezza sul lavoro; per avere l’infezione deve esserci:
1) Contatto;
2) Penetrazione tramite cute o le mucose;
3) Diffusione tramite il torrente emo – linfatico;
4) Localizzazione che può essere causale o elettiva;
5) Contrazione della malattia o espulsione del batterio senza infezione.
La comparsa della malattia si verifica solo quando l’individuo non riesce a debellare l’agente patogeno con i
propri meccanismi di difesa; le conseguenze della lotta tra agente patogeno e difese dell’organismo possono
essere variabili.
1.3.1 SERBATOIO DI INFEZIONE
Specie, animale o vegetale, o il substrato inanimato nel quale un agente infettivo patogeno vive e si
moltiplica.
1.3.2 SORGENTE DI INFEZIONE
Soggetto, uomo o animale, che sia in grado di disseminare i microrganismi che contiene.
Ciò che distingue un serbatoio da una sorgente di infezione è proprio la capacità di eliminazione dei
microrganismi che passano dal soggetto infettato al soggetto recettivo sano.
La sorgente di infezione più importante è costituita dal soggetto malato nel quale un soggetto presenta nel
suo organismo dei germi patogeni.
Si possono distinguere 3 tipi di portatori.
PORTATORE CONVALESCENTE
Soggetto che dopo essersi infettato e dopo aver avuto la malattia, continua ad eliminare il microrganismo
anche dopo la guarigione dalla malattia ovvero nel periodo della convalescenza.
PORTATORE SANO
Soggetto che è stato infettato da un microrganismo ed è in grado di eliminarlo ma non aha ancora
manifestato la malattia ovvero si trova ancora nella fase di incubazione.
PORTATORE CRONICO
Soggetto che elimina i microrganismi patogeni anche dopo il periodo della convalescenza e talvolta in modo
continuativo e cronico per decenni.
IGIENE PERSONALE
2.1 MASCHERINE
BFE e DELTAP che assicurano sicurezza e respirabilità.
2.2 GUANTI
Spesso utilizzati guanti monouso non sterili al lattice, la confezione è sterile ma viene aperta e questo
comporta ad una contaminazione infatti i guanti sterili sono confezionati singolarmente.
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Quando si sistema lo strumentario, che va sterilizzato, avranno utilizzati sempre i dispositivi di protezione
individuale, vengono utilizzati guanti in gomma lunghi e antici aglio per evitare o limitare la carica microbica
in caso di punture accidentali.
Il guanto deve essere scelto in base alla propria taglia per evitare perdite di sensibilità ed aumentare la
manualità.
Per i guanti l’indice di qualità è AQL normalmente deve essere inferiore a 5.
L’uso dei guanti deve essere sempre preceduto dal lavaggio corretto delle mani e i guanti vanno cambiati ad
ogni mansione.
2.3 DIVISA DI LAVORO
Uniforme di lavoro permette l’identificazione del ruolo.
Scarpe antinfortunistica rinforzate, divisa che dipende dal ruolo di lavoro (manovre di lavoro va indossata
una divisa bianca per sensazione di pulizia).
Divisa in cotone, lavato a base temperatura con detersivi igienizzanti e disinfettanti e non deve esserci
contatto tra i vestiti civili e lavorativi.
La vestizione superiore deve essere a maniche corte e con scollo a V perché alcuni studi dimostrano che
siano le caratteristiche che permettono il minor contagio possibile durante la vestizione.
Utilizzo di cuffie contenitive.
PERICOLO E RISCHIO
3.1 PERICOLO
Un agente biologico, chimico e fisico potenzialmente in grado di causare un danno alla salute
3.2 RISCHIO
Probabilità o la frequenza dell’accadimento di una certa dimensione di effetti o conseguenze non desiderate;
il rischio è la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o
esposizione.
Le 2 definizioni chiariscono che il rischio non è un evento pericolo o il danno, con i quali spesso vengono
identificati, ma una probabilità intesa in senso quanti – qualitativo ovvero il rischio dipende dalla gravità e
dalla probabilità.
R = D x P (rischio 0 danno X probabilità che l’evento si verifichi).
3.2.1 TIPI DI RISCHIO
RELATIVO: tasso di incidenza negli esposti al fattore di rischio o al tasso di incidenza nei non
esposti.
ATTRIBUIBILE: differenza tra tasso di incidenza negli esposti al fattore dir ischio e tasso di
incidenza nei non esposti.
ASSOLUTO: esami di routine per controllare chi è esposto al rischio, screening o follow up.
GRAVITÀ
La gravità del danno possibile è detta anche magnitudo e si configura sulla base di:
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