Appunti per l'esame di storia delle comunicazioni di massa, del primo anno del corso di scienze della comunicazione, a.a. 2021-22.
Esame in cui si studia lo sviluppo dei mass media che hanno coinvolto sempre di più la popolazione e hanno sviluppato la diffusione delle informazioni.
Si parte dallo studio della stampa, dal torchio al giornalismo attuale, cartaceo e online.
Si studia la nascita del cinema e di conseguenza la nascita della fotografia, le prime tecniche e i primi materiali, la prima foto in bianco e nero e i primi fotografi, lo sviluppo delle fotocamere analogiche.
Lo sviluppo di colori e foto in movimento fino ad arrivare ai primi cortometraggi dei fratelli Lumière. I primi cinematografi e l'industria cinematografica, le 8 case cinematografiche più famose e Hollywood.
Si studia la società di massa, come si è sviluppata, da quali problemi è partita e come i mass media influenzano le scelte del popolo e di come si formano le nicchie.
Si studia la cultura di massa e le conseguenti controculture come la beat generation, il rock'n'roll e la pop art.
La nascita della pubblicità, come si crea e quali tipi esistono. Conseguentemente come subentra la televisione e la radio.
I due differenti tipi di tecniche utilizzate per fornire notizie attraverso radio e TV, il metodo britannico e il metodo USA. Le regole e le leggi, il rapporto dello spettacolo con il governo.
Storia delle
Comunicazioni di
Massa
Appunti di Gaia Grazia Serra
Università degli Studi di Bologna
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Esame: Storia delle comunicazioni di massa
Docente: Matteo Pasetti
A.A. 2021/2022STORIA DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA
Comunicazione = scambio, dal punto di vista storico.
«È detto comunicazione di massa ogni processo di produzione, trasmissione e diffusione di testi, notizie,
immagini, suoni, atti a raggiungere in modo simultaneo o comunque entro brevissimo tempo un gran numero di
persone separate e disperse su vasto spazio e per lo più non in rapporto tra loro. I mezzi usati per attuare tal
genere di processo - cinema, stampa, manifesti, radio, televisione - sono detti mezzi di comunicazione di massa,
o, con ibrido anglo-latino entrato ormai in tutte le lingue, mass media. I materiali da essi diffusi, ovvero il
contenuto della comunicazione di massa, sono spesso designati in blocco come cultura di massa.»
In un'aula con 100 persone, numero elevato, si può considerare una comunicazione di massa? No, è
sicuramente meno interpersonale, avendo un mezzo come internet e classi virtuali, ma non si può considerare di
massa, l'aspetto da considerare è il rapporto simmetrico o asimmetrico. Interpersonale è simmetrico, perché c'è
la possibilità di invertire i ruoli, nella comunicazione di massa chi produce i contenuti, come una stazione
radiofonica li diffonde e chi ascolta non risponde. Nelle comunicazioni interpersonali il feedback è diretto e
improprio, diretto perché ho la persona davanti e posso ricevere una risposta, improprio perché non è solo una
persona a comunicare un messaggio.
Per masse intendiamo un gruppo di persone consistente, che a differenza di un assembramento o una folla, non
condivide necessariamente la stessa esperienza sociale, culturale, la stessa biologia o spazio, ma è eterogeneo.
La società di massa è la società che si forma sul finire dell'800 e che segna un passaggio graduale e controverso
dalla società aristocratica a una nuova, dove il proletariato non viene escluso dai diritti economici e popolari.
Il primo aspetto che caratterizza la società di massa è :
1. la crescita demografica: secondo gli studi dei demografi la popolazione mondiale cresce dalla seconda
rivoluzione industriale. Fra il 1820 si supera il miliardo di abitanti e si toccano i 2 miliardi verso il 1930. In
un secolo la popolazione raddoppia. Dal 1930 a oggi la popolazione è quasi quadruplicata. Si tratta di
un fenomeno di crescita demografica che ha cambiato il volto del pianeta. La crescita stravolge gli
equilibri ambientali, quelli climatici ad esempio. Ma gli aspetti positivi sono:
● miglioramenti igienico-sanitario, il degrado igienico provocava problemi di salute;
● miglioramenti in ambito medico, si fanno scoperte chimiche e farmaceutiche, nascono cure per malattie
che oggi si possono affrontare facilmente, ma che prima potevano causare grossi problemi o anche la
morte. Nascono i vaccini. Si abbassa il tasso di mortalità infantile, a causa delle condizioni misere
igieniche e sociosanitarie i bambini morivano dopo il primo anno di vita o prima;
● maggiore produttività agricola, il problema delle carestie è pressoché sparito. La fame non è più un
problema abituale, ma diventa un fenomeno.
La crescita demografica interessa soprattutto l'Europa e il nord America , in sintesi il mondo occidentale. A metà
del '900 conoscono la crescita anche l'Asia e l'Africa.
2. l’urbanizzazione: le cinte murarie erano abituali per definire i confini, per allargare le città e inglobare lo
spazio destinato all'uso rurale, vennero abbattute. Nascono nuove città, chiamate metropoli. Londra per
esempio, a inizio '800, superava già il milione di abitanti, come Pechino. Non hanno mai smesso di
crescere fino al '900.
Anche i flussi migratori spingono la popolazione a spostarsi verso le città, alla ricerca di un lavoro. Nel
tardo '800 i principali sono quelli verso le Americhe, come dall' Irlanda, Italia, paesi scandinavi. Ma
anche gli asiatici si spostano verso l'America occidentale, da qui nascono le comunità di China Town o
ancora, little Italy. Le grandi città offrono migliori condizioni abitative, sanitarie e anche possibilità di
divertimento, non solo il lavoro, in sintesi la modernità delle città è aspirata da tanti. Anche se nelle città
si concentra la delinquenza, il caos ecc.
3. l'industrializzazione: abbiamo le rivoluzioni industriali, (senza necessariamente dividere le due,
possiamo parlare di processo di industrializzazione) concentrandoci sul periodo durante la seconda
rivoluzione industriale, si sviluppano nuovi settori, come il chimico, il siderurgico, il meccanico, settori
trainanti: nascono le automobili, i treni, le navi, si scopre l'energia elettrica.
C'era bisogno di acqua per far girare i mulini, le nuove industrie invece hanno bisogno di manodopera, che
trovano nelle città. Le industrie modificano il paesaggio urbano, le città diventano vere e proprie città industriali.
(sorgono le ciminiere per esempio)
La caratteristica delle città è l’essere meccanizzate, occorrono grandi macchine mosse da energia elettrica e
carbone, non solo dal vapore, sicuramente l'ambiente è più inquinato e si ha un aumento dello smog. Hanno
bisogno di una manodopera meno specializzata e con determinate capacità manuali. L'operaio delle industrie
deve eseguire semplici movimenti, occorre solo la sua forza manifatturiera. Il lavoro funziona secondo la catena
di montaggio, il singolo operaio ha un ruolo monotono.
4. Segmentazione sociale: l'industrializzazione porta a un aumento dell'economia, quindi dei salari.
Cambia la costruzione sociale, quello che chiamavamo antico regime, prevedeva una distinzione tra
ceti, la nobiltà, la borghesia e il proletariato. Esisteva una scarsa possibilità di passare da un ceto
all'altro, chi nasceva ricco moriva tale e viceversa. Nella moderna società di massa questo fatto
sparisce, è una società più uniforme e eterogenea, non esiste il nobile o colui che per nascita è
superiore agli altri. La nobiltà dinastica perde lo status. Dal 19o secolo il successo si misura su
parametri economici, sulla ricchezza materiale, non coi titoli nobiliari. Ha successo chi fa esperienza
lavorativa e ottiene dei risultati. Nasce il mito del self made man, colui che costruisce la sua fortuna
partendo da zero. La borghesia è la maggioranza delle popolazioni europee e rivendica il suo posto
nella società, è costituita da diversi gruppi distinti per: ricchezza, tipo di lavoro, formazione culturale (chi
ha studiato e chi no). Nasce il termine "ceto medio", quella parte della borghesia intermedia, né troppo
ricca né troppo povera, vive nella città, ne ha completato il percorso di studio ne è analfabeta, l'uomo
medio. Cambia anche la vita della plebe, vi è una divisione di più figure: ci sono i contadini, gli artigiani,
gli operai specializzati, manovali, lavoratori precari, disoccupati, ecc. La divisione a causa della nascita
delle società di massa non è sempre come quella appena descritta, ma può essere ad esempio su base
razziale o etnica (USA).
5. Consumi e tempo libero: crescono, come crescono i redditi e di conseguenza l'offerta dei prodotti, che hanno
prezzi più accessibili alle grandi masse. Il tempo libero aumenta perché l'operaio ha degli orari fissi, avvengono i
primi eventi sportivi, si va nelle osterie, avvengono spettacoli di ballo e in teatro. La cultura è accessibile anche
alla massa. Nasce l'industria culturale. I beni di consumo immateriali e materiali vengono commercializzati in
nuove maniere: prezzi fissi, rate, pubblicità, il grande magazzino.
6. Ascesa dello stato-nazione: nel 19o secolo lo stato in quanto tale, indipendentemente dal tipo di governo, ha
un ruolo più importante nella gestione, amministrazione, stabilizzazione delle regole per le società. Il potere
politico interviene sull' economia, società e cultura. Avviene l'interventismo dello stato.
TRA GLI EVENTI PIU’ IMPORTANTI: i programmi di alfabetizzazione e scolarizzazione. Non saper leggere e
scrivere è un problema, molti prodotti culturali destinati alle messe prevedono che esse sappiano leggere.
7. Democratizzazione della politica: nonostante l'interventismo dello stato anche i vari centri sociali
iniziano a difendere i propri interessi grazie ai sindacati ad esempio, che li rappresentano.
Prima di Gutenberg tra i materiali stampati circolano dei fogli che servono per diffondere notizie, informazioni su
un determinato contesto sociale. Molte si chiamano gazzette, non hanno una periodicità fissa. Il primo foglio che
avrà la sua periodicità sarà un mensile, periodico (Rorschacher Monatsschrift, 1597)(il primo quotidiano sarà
«Leipziger Zeitung», 1660).
Quando il primo foglio verrà stampato quotidianamente nascerà anche il termine giornale. Nel 700 la diffusione di
giornali periodici è limitata, ma sicuramente maggiore rispetto a prima. Aggiornano sulle decisioni del governo ad
esempio. In Inghilterra la diffusione è abbastanza importante, il numero cresce, non solo in Europa. Per parlare di
stampa come la conosciamo oggi, bisogna aspettare il 19o secolo, i metodi di stampa erano pressoché i
medesimi nel 600, a fine 800/inizio 900, ci saranno delle migliorie, si innescano un insieme di fattori che danno il
via alla modernizzazione della stampa:
1. la macchina tipografica a vapore piano cilindrica: sostituisce il torchio, col quale prima si stampavano
circa 300 fogli all'ora, con la macchina 1500 circa.
2. Negli anni 40 dell'800 viene introdotta nella macchina la rotativa, un meccanismo nuovo di stampa che
prevede un grande cilindro di carta, che scorre e viene continuamente stampata. Si acquisisce velocità.
3. La linotype, nuova macchina che non serve per stampare, quanto più per comporre il testo e quindi le
pagine del giornale, verrà utilizzata fino agli anni 80 del ventesimo secolo. Verrà sostituita dai computer.
Nell'arco di un secolo il numero di pagine stampate aumenta da 300 all'ora a 90000.
4. telegrafo, strumento fondamentale per la comunicazione anche se negli ultimi anni è scomparso, questo
strumento di comunicazione interpersonale, non di massa, permetteva di scambiarsi messaggi,
telegrammi più precisamente. Manda segnali a un'altra macchina, che scorrono su una linea elettrica.
5. Nasce il codice morse (da Samuel Morse), per ogni lettera corrisponde un punto nella linea, tutto
dipende dalla lunghezza del segnale.
Cosa è richiesto? Disporre una grossa quantità di cavi elettrici, mittenti e riceventi.
Questo è quello che succede, per comodità i cavi vengono fatti correre con le ferrovie, la rete di comunicazione
di contenuti coincide con quella ferroviaria. Dalla metà dell'800 viene condotta un'impresa ingegneristica, un
sistema di cablaggio che collega le coste continentali attraversando gli oceani. Il primo cavo sottomarino
transatlantico che venne steso con successo collegava Londra e New York, nel 1858. A fine 800 i cavi
sottomarini hanno già collegato tutto il mondo. Ad oggi solo in minima parte vengono utilizzati i satelliti, ancora
usiamo principalmente i cavi, sottomarini o meno.
Perché parlare del telegrafo? Ha una funzione che riguarda il sistema giornalistico, viene utilizzato per scambiare
informazioni sull'attualità, per mettere in comunicazione i redattori dei giornali e i giornalisti, per inviare articoli
ecc. La figura del giornalista si delinea anche grazie al telegrafo. Serve per costruire il mass media che è la
stampa. (Si abbina anche l'invenzione del telefono. Figlio della stessa tecnologia del telegrafo, viaggia anche la
voce, come gli impulsi.)
6. agenzia di stampa: ufficio che raccoglie informazioni, crea notizie per poi comunicarle alle testate
giornalistiche. La rete telegrafica permette di gestire gli spacci di notizie. Cresce il numero di
informazioni e giornali.
La domanda di informazioni cresce a causa dell'aumento della popolazione urbana, l'aumento dei salari/reddito,
aumentano le risorse da spendere per essere informati e anche l'aumento del tempo libero per interessarsi,
inoltre riducendo il tasso di analfabetismo più persone si possono informare.
Condizioni più favorevoli: • miglioramenti dei trasporti e del sistema postale • maggiori possibilità di lettura grazie
all’invenzione della lampada a kerosene e poi alla diffusione dell’elettricità • in Usa (fin dalla fine del 700) e in
Inghilterra (dagli anni 50 dell’800) riduzione o eliminazione delle tasse sui giornali, con conseguente riduzione del
prezzo di vendita. Come erano fatti i giornali? grandi fogli, Broadsheet (quotidiani di grande formato), foliazione
canonica di 4 pagine (via via aumentate), grafica semplice e austera, con scarso ricorso a illustrazioni, contenuti:
priorità per temi politici ed economici, autorevolezza: sobrietà dei contenuti, attendibilità delle notizie, chiarezza e
completezza delle informazioni, verifica scrupolosa delle fonti, modello di giornalismo tradizionale, ma con
graduale adattamento alle novità, sia formali, sia sul piano del contenuto.
1. Nascono i penny press, in Usa, dagli anni 30 dell’800. Avevano un prezzo basso, (un penny) quindi
rivolti a un pubblico ampio, soprattutto dei ceti medi e popolari. Primi esempi: «The Sun» di New York
(1833), «New York Transcript» (1834); «The Morning Herald» (1835). La vendita non più per
abbonamento, ma per strada tramite edicole e "strilloni". Si ha la ricerca della notizia d’effetto, del fatto
strano o singolare, che colpisca ed emozioni il lettore; perciò la prevalenza è delle notizie di cronaca,
soprattutto di cronaca nera e locale (slogan: «bad news is good news»), rispetto a quelle di politica
nazionale o internazionale. Hanno un crescente spazio per inserzioni pubblicitarie, degli spazi vengono
venduti per la pubblicizzazione di eventi ecc. a esterni, è un'ulteriore fonte di guadagno per le testate
giornalistiche.
2. La stampa popolare: yellow journalism, corrispondono a un'evoluzione della "penny press", dagli ultimi
anni dell’800. Esempi: «The World», «The Examiner», «The New York Morning Journal».
Hanno una nuova veste grafica più d'impatto: titoli in corpo grande, largo uso di illustrazioni, immagini,
colori ecc.
Il giornalismo è di tipo scandalistico e populista, le fonti sono meno affidabili. Lo spazio è crescente per nuove
passioni di massa: sport, astrologia ecc. Ci sono introduzione di inserti, supplementi a colori domenicali, romanzi
a puntate (feuilleton), vignette e comic strips (“strisce” di fumetti). Il primo fumetto è pubblicato sul «Sunday
World»: Yellow Kid (di Richard Outcault), il protagonista vive delle avventure a new york e porta indumenti gialli,
da qui il nome. Questo tipo di giornalismo vuole conquistare il mercato. Anche in questo caso le fonti non sono
assolutamente affidabili. Le testate giornalistiche diventano imprese industriali, producono un materiale vero e
proprio, che è allo stesso tempo un prodotto culturale. Vendono un' informazione come se fosse qualsiasi altro
bene materiale. Questo porta, nel mondo anglosassone soprattutto, alla nascita di un nuovo tipo di imprenditore,
l'editore puro, che si dedica appunto al settore della stampa, produce periodici. (magnati della stampa) In altri
paesi questa figura non si diffonde allo stesso modo, le testate giornalistiche si legano ad industrie che le
finanziano, per pubblicità.
DALLA FOTOGRAFIA ALLA CINEMATOGRAFIA
Dopo la rivoluzione dovuta al miglioramento del sistema mediatico, quindi la stampa, si inizia a dare importanza
all’immagine e si sviluppa la fotografia.
Il termine "fotografia" deriva dalla congiunzione di due parole greche, phôs (luce) e graphè (grafia), e significa
letteralmente ‘scrittura per mezzo della luce’.
A differenza delle immagini figurative, derivate da procedimenti di astrazione eseguiti direttamente dalla mano
dell’uomo, l’immagine fotografica è il risultato della registrazione ottica e statica di un frammento di ‘realtà’,
ottenuta tramite un dispositivo ottico e proiettata su una superficie sensibile grazie a un processo di natura
chimica (o, in tempi recenti, di natura elettronica). Attraverso l’interazione tra luce e materia, la fotografia
riproduce in modo analogico l'immagine di qualcosa di esistente, cioè una porzione del campo visivo del
fotografo in un determinato istante.
- Serve necessariamente qualcosa di materiale da fotografare e la luce, non si può fotografare al buio. Si
cattura un’immagine dal punto di vista del fotografo che da importanza appunto all’apertura del
diaframma (focale) per gestire la luce e al tempo di scatto, per creare un movimento.
- Il dispositivo che cattura l’immagine, fissa la luce con delle lenti.
Durante il 19o secolo la fotografia si sviluppa attraverso delle scoperte:
● Joseph Nicéphore Niépce (francese): da vita all’ eliografia (intorno al 1822), utilizzando una camera
oscura e una lastra cosparsa di bitume. Il primo problema è la necessità di ridurre il tempo di
esposizione e fissare in quel breve tempo la luce. Lui realizza la prima foto della storia nel 1826. (slide)
● Louis Daguerre (socio di Niépce, francese): permette la dagherrotipia (brevetto libero dal 1839), usando
una lastra di rame argentata, esposta a vapori di iodio per renderla sensibile alla luce. La sua fu la prima
foto che ritraeva delle persone, nel 1838. (guarda nelle slide)
● William Henry Fox Talbot (inglese): crea la calotipia o talbotipia (brevettato nel 1841), consente di
stampare un numero illimitato di copie partendo da un negativo. Permette la riducibilità dell’immagine.
● Louis Désiré Blanquart-Evrard (francese): crea la carta all'albumina (1847).
Negli anni 70-80 dell’800 avviene un’ industrializzazione della produzione di strumenti (lenti e apparecchi ottici) e
accessori (per es. nuove lastre di gelatina secca) fotografici.
Ad avere maggiore successo è la dagherrotipia, che porta a una vera e propria Dagherromania. La tecnica di
Daguerre viene utilizzata soprattutto per realizzare ritratti, avviene la sostituzione del ritratto pittorico con il ritratto
fotografico: fino alla fine degli anni 80 dell’800 le fotografie erano sempre fatte da professionisti, principalmente
per ritratti di personaggi importanti o famosi, poi anche di persone comuni. (un famoso fotografo ritrattista è
Nadar, che fotografa personaggi come Edgar Allen Poe, slide.)
MA: a tale tecnica manca la riproducibilità, interviene George Eastman che inventa la pellicola di celluloide (il
‘film’) nel 1884 e dal 1888 un apparecchio fotografico automatico di piccole dimensioni, compatto (la Kodak),
dotato di un caricatore incorporato ricaricabile. La Kodak ha un prezzo accessibile a tutti ed è semplice da
utilizzare. Nasce uno slogan per promuovere la Kodak come prima fotocamera per non-professionisti: «You
press the button, we do the rest».
Eastman Kodak Co. (1892) è prima società che produce apparecchi fotografici su larga scala, semplici da usare,
a prezzi popolari, fornendo anche un servizio di stampa e assistenza: chi la compra può utilizzarla, riportarla al
negozio dove le foto vengono stampate e consegnate e la macchina fotografica viene restituita svuotata,
ricaricata con la nuova pellicola e nuovamente riutilizzabile.
La fotografia diventa uno strumento di documentazione della realtà.
Nascono i fotoreporter, che forniscono una documentazione visiva dei grandi avvenimenti (per es. i primi eventi
che attirano i fotoreporter in ampio numero sono le guerre: guerra di Crimea, guerre d’indipendenza in Italia,
guerra civile americana ecc., tra questi Timothy O’Sullivan, che crea fotoreportage sulla guerra civile degli anni
60 dell’800.). Verso la fine dell’800, anche i giornali iniziano a pubblicare fotografie. La fotografia diventa uno
strumento di informazione di massa ed è fondamentale per i mass media.
Come nasce il cinema?
Lo sviluppo della tecnologia fotografica (pellicola, lenti, macchina da presa ecc.) permette anche di perfezionare
la tecnica delle immagini in movimento. Da fine Ottocento, il cinema affianca la stampa popolare come strumento
di intrattenimento a buon mercato per le masse urbanizzate.
Alcune peculiarità del nuovo mass media:
• pubblico più ampio, non necessariamente alfabetizzato, non è necessario saper leggere per guardare un film, il
primo cinema è muto, sarebbe un limite, ma rappresenta un vantaggio, questo permette anche di far arrivare dei
film in tutto il mondo, senza bisogno di sottotitoli o doppiaggi.
• fruizione collettiva e meno selettiva, difficilmente si smette di guardare un film prima della fine, mentre coi
giornali si sceglie quali articoli leggere e quali no.
• circolazione non vincolata a una dimensione territoriale, ma tendenzialmente transnazionale, ci sono le basi per
una cultura di massa globale, con gli Usa al centro.
Nella prima metà del 900, il cinema rappresenta il mezzo di intrattenimento più popolare, ci sono ansie e
preoccupazioni tra le élite al potere e vengono messe in atto pratiche di censura e controllo dei contenuti.
Il cinema nasce fondamentalmente da una serie di scatti proiettati secondo un ordine logico, che danno l’illusione
del movimento.
ANTECEDENTI DEL CINEMA:
1. Lanterna magica (XVII secolo): serie di immagini (di solito dipinte su vetro) illuminate da una candela
dentro una “scatola” con un piccolo foro e proiettate tramite una lente sulla parete di una stanza buia.
2. Studi sul movimento anatomico tramite la registrazione e la proiezione di immagini scattate a brevi
intervalli l’una dall’altra: es. Animal Locomotion di Eadweard Muybridge.
3. Cinetoscopio di Thomas Edison (1891-94): apparecchio a gettonI che permette di guardare attraverso
un oculare una pellicola di una quindicina di metri.
Fred Ott’s Sneeze (1894): breve film realizzato in Usa da William Kennedy Laurie Dickson, collaboratore di
Thomas Edison, è il primo film coperto da copyright, registrato presso la Library of Congress di Washington come
paper print (sequenza fotografica in positivo dei singoli fotogrammi della pellicola).
- Al Gran Café del Boulevard des Capucines, a Parigi, davanti a una trentina di spettatori, i fratelli
Auguste e Louis Lumière inaugurano il primo spettacolo a pagamento di immagini in movimento
proiettando con il loro cinematografo una decina di film da circa un minuto l’uno. La data è il 28
dicembre 1895. I fratelli Lumière, di Lione, sono imprenditori del settore fotografico.
I film sono documentari della realtà, raccontano momenti di quotidianità. Si pensa però che le azioni nei
brevi film siano organizzate dai Lumière, gli attori seguono istruzioni cinematografiche.
Georges Méliès è stato un autore che dalla fine dell’800 produce pellicole, in modo diverso dai fratelli L., (anche
se andrà in rovina) lui non descrive la realtà quotidiana, ma una realtà inventata, certo fotografa persone
materiali, ma inventa effetti speciali, nasce il cinema di finzione. Un esempio è “il castello del diavolo”.
- abbiamo quindi due idee di cinema: quello che rispecchia la vita quotidiana e quello di finzione o di
narrazione.
Da Edwin Porter a David W. Griffith, nasce un approccio più raffinato al cinema narrativo:
● moltiplicazione dei punti di ripresa
● riprese in esterni
● primi piani dei personaggi
● stile di recitazione più naturale, meno teatrale
● dissolvenze di apertura e chiusura
● nascita del montaggio
Un linguaggio più evoluto e una narrazione più ricca e complessa pongono la necessità di film più lunghi, da due
o tre bobine: il lungometraggio.
- Primo lungometraggio della storia (più di un’ora): The Story of the Kelly Gang (1906), del regista
australiano Charles Tait.
- Sull’onda del crescente successo del cinema, David W. Griffith crea una propria epopea: il film più noto
è Nascita di una nazione (1915)
L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA
All’inizio si realizzano cortometraggi con contenuti semplici, curiosi, divertenti, spesso tratti da scene di vita
quotidiana; poi lungometraggi più strutturati. Vengono realizzate produzioni e proiezioni per iniziativa di piccoli
imprenditori. Le proiezioni itineranti avvengono nei teatri, nelle sale da ballo, nelle fiere, in luoghi pubblici
all’aperto ecc.; poi, dal 1905-06, si diffondono sedi stabili: le prime sale cinematografiche. La prima a Pittsburg,
Nickelodeon, famosa per il suo basso costo, ¼ di dollaro. Rappresentano una forma di svago e intrattenimento
popolare, a basso costo: all’inizio il suo pubblico è soprattutto la classe operaia delle città, poi si allarga anche
alle classi medie, si sviluppa fondamentalmente nelle città, è raro trovare proiezioni in ambienti rurali. Il cinema
diventa un fenomeno urbano e di rapido successo come scrive Antonio Gramsci, comunista italiano, sul giornale
“Avanti”.
«Si dice che il cinematografo sta ammazzando il teatro. Si dice che a Torino le imprese teatrali hanno tenuto
chiusi i loro locali nel periodo estivo perché il pubblico diserta il teatro, per addensarsi nei cinematografi. A Torino