Anatomia
Umana
Appunti di Michela Raffagnini
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Facoltà: Farmacia
Corso di Laurea Magistrale in Farmacia
Esame: Anatomia Umana
Docenti: Prof.ssa: Elena Pompili
A.A. 2021/2022 2
1. Anatomia: disciplina che studia le caratteristiche macroscopiche (forma, colore ecc) e
microscopiche (cose non visibili dall’occhio umano) delle parti che compongono il corpo umano, la
loro posizione e i loro rapporti topografici.
Si tratta di una disciplina antica, tanto che precedentemente venivano effettuati gli studi sui
cadaveri. Oggi possiamo basarci su tac, radiografie ecc… il corpo è soggetto a una variabilità
individuale, ma l'anatomia studia i casi più frequenti.
Il corpo è formato da miliardi di cellule (le più piccole unità viventi), che unite fra di loro formano i
tessuti (insieme di cellule specializzate per svolgere la stessa funzione). L'unione dei tessuti forma gli
organi (insieme di più tessuti che compiono una determinata azione) e più organi formano i sistemi o
apparati (insieme di organi che collaborano allo svolgimento di una stessa funzione).
Gli organi possono essere:
- Cavi: hanno un lume e una parete, si tratta di una sovrapposizione di diversi strati chiamati
tonache. Organi cavi sono lo stomaco o i vasi sanguigni.
- Pieni: non hanno il lume. Gli organi pieni hanno esternamente una capsula di tessuto
connettivo da cui si dipartono setti che si addentrano nell’organo e si dividono formando
setti sempre più sottili. Questa parte viene chiamata stroma e ha una funzione di sostegno
per il parenchima, cellule che svolgono la funzione specifica di quell’organo. Organi pieni
sono la milza, il fegato, i polmoni.
Sistema: insieme di organi morfologicamente e funzionalmente omogenei e con la stessa
derivazione embriologica.
Apparato: insieme di organi morfologicamente e funzionalmente omogenei e con diversa
derivazione embriologica
L’anatomia microscopica studia le strutture del corpo non visibili senza l’uso del microscopio:
- Istologia studia i tessuti, gruppi di cellule specializzate che lavorano insieme per compiere una
funzione specifica.
- Citologia studia la cellula.
L’anatomia macroscopica studia le strutture visibili ad occhio nudo:
-anatomia di superficie: studio della morfologia in superficie degli apparati;
- anatomia regionale: studio caratteristiche interne ed esterne di una data area del corpo;
-anatomia sistematica: strutture dei principali apparati e sistemi.
Per conoscere l'anatomia microscopica bisogna ricorrere alla microscopia ottica e alla microscopia
elettronica.
MICROSCOPIA OTTICA: ha una risoluzione inferiore alla microscopia elettronica (basso potere di
risoluzione). È composta da una sorgente luminosa e da alcune lenti (condensatore) che servono a
convogliare la luce sul campione, mentre altre servono a ingrandire l'immagine. Da questo tipo di
microscopio è possibile vedere la forma e le dimensioni delle cellule, il nucleo, il citoplasma e la
membrana plasmatica e si intravedono specializzazioni come le ciglia.
MICROSCOPIA ELETTRONICA: in questo tipo di microscopio viene utilizzata una sorgente di elettroni
e lenti che servono ad ingrandire l'immagine.
- Microscopia elettronica a trasmissione: il fascio di elettroni attraversa il campione. È
possibile vedere l'interno della cellula, il nucleo, la cromatina, il citoplasma, vari organuli
citoplasmatici, come i mitocondri e l'apparato di Golgi, e le ciglia.
- Microscopia elettronica a scansione: il fascio di elettroni viene riflesso. È possibile vedere
solamente la superficie della cellula, quindi la parte esterna della cellula, e le ciglia.
Ovviamente da questi due microscopi si ottengono immagini diverse.
PREPARAZIONE DEI CAMPIONI
Un campione per essere osservato al microscopio deve essere preparato. 3
Preparazione del campione per una microscopia ottica:
1. Fissazione: i campioni di un organo, una volta prelevati, devono essere fissati, sennò si
degradano. Il fissativo (acetone, metanolo, formalina, la più conosciuta) ha la funzione di
impedire la degradazione del campione e quindi bloccare il campione così com'era nel
momento del prelievo.
2. Disidratazione: il campione viene fatto passare prima in una soluzione di alcool con
concentrazione al 50%, poi al 70%, al 95% ed infine viene fatto passare nell’alcool assoluto.
Questo per disidratare il campione.
3. Diafanizzazione: il campione viene immerso in un solvente apolare, xilolo, che penetra nel
campione. In questo solvente a polare è solubile il mezzo di inclusione, la paraffina, cera che
si scioglie nello xilolo e che a temperatura ambiente è solida. Il campione poi viene immerso
in questa soluzione a 50-60 °.
4. Raffreddamento: il campione risulta inglobato nella paraffina solida, formando il cosiddetto
blocchetto. In questo modo il campione è stabile e può essere conservato per anni. Infatti,
l'inclusione nella paraffina serve a rendere il campione stabile e duro, in modo da poter
essere tagliato in sezioni sottili. Per il taglio del campione si utilizza uno strumento chiamato
microtomo, che produce sezioni dello spessore di 1-10 µm. Infine, queste sezioni vengono
messe sul vetrino e spesso vengono colorate. La colorazione più diffusa è l’ematossilina
(colorante basico, colora il nucleo in viola) -eosina (colorazione acida, colora in rosa il
citoplasma).
Una soluzione alternativa alla paraffina è il congelamento: il campione viene prelevato e congelato.
Per il taglio viene utilizzato il criostato, un microtomo inserito in una camera che mantiene la
temperatura bassa per non far scongelare il campione. I campioni congelati non possono durare nel
tempo.
Preparazione del campione per una microscopia elettronica:
I campioni prelevati devono essere molto sottili (per ottenere sezioni da subito sottili, i campioni
devono essere duri, infatti si usano resine diverse). Dopodiché il procedimento e uguale a quello della
microscopia ottica. Come fissativo si utilizza il glutaraldeide e per rendere il campione duro viene
utilizzata la resina epossidica. Le sezioni poi vengono messe sui retini, vetrini di rame, e poi vengono
osservati al microscopio a trasmissione. Si ottengono immagini su una scala di grigi poiché non tutti
gli elettroni passano attraverso il campione. I campioni non vengono colorati.
Posizione anatomica
Il soggetto è in piedi, il palmo della mano è rivolto verso avanti, le gambe unite e i piedi con talloni
uniti e punte leggermente divaricate, gli arti superiori si trovano lungo il tronco. Il primo dito della
mano si trova lateralmente mentre il quinto dito si trova medialmente. Per descrivere la posizione
dei vari organi bisogna far riferimento sempre alla posizione anatomica. Il cuore, per esempio, nella
posizione anatomica è situato anteriormente all’esofago e posteriormente allo sterno ma se
consideriamo il paziente steso sul lettino oppure nel cadavere il cuore è posizionato superiormente
l’esofago e inferiormente lo sterno.
Nel corpo umano si riconoscono il busto e gli arti (superiori e inferiori). Nel busto riconosciamo la
testa, il collo e il tronco. Nel tronco riconosciamo il torace, l’addome e la pelvi mentre
posteriormente il dorso.
Per stabilire la posizione degli organi si fa riferimento ai piani di sezione:
- Piano frontale: o piano coronale, divide il corpo in una parte anteriore e una posteriore 4
- Piano sagittale: divide il corpo in una parte destra e una sinistra. Il piano sagittale che passa
per la linea mediana si chiama piano sagittale mediano. I piani paralleli al piano sagittale
mediano vengono chiamati para-sagittali.
- Piano trasverso: o piano trasversale o orizzontale, divide il corpo in una parte superiore e una
inferiore.
I termini di posizione vengono usati per stabilire la posizione di un organo rispetto un altro:
- anteriore: ventrale
- posteriore: dorsale
- superiore: craniale
- inferiore: caudale
- laterale
- madiale
- prossimale: parte o organo più vicina al punto di attacco al tronco
- distale: parte o organo più lontana al punto di attacco al tronco
Nel nostro corpo sono presenti due grandi cavità:
- Cavità dorsale/pubo nevrassiale: contiene il nevrasse, cioè l’encefalo e il midollo spinale (s. n.
c.). Dunque contiene la cavità cranica, in cui si trova l’encefalo, e il canale vertebrale, in cui è
contenuto il midollo spianale.
- Cavità ventrale/ cavità splancnica: contiene i visceri. Comprende la cavità toracica, la cavità
addominale e la cavità pelvica. La cavità toracica e quella addominale sono separate dal
muscolo diaframma. La cavità addominale si continua con la cavità pelvica e insieme
costituiscono la cavità addomino-pelvica. Nella cavità toracica sono presenti due cavità che
non comunicano con l’esterno, la cavità pericardica che circonda il cuore e le cavità pleuriche
che circondano i polmoni. Nella cavità addomino-pelvica troviamo una cavità che non
comunica con l’esterno ed è la cavità peritoniale che circonda diversi organi.
Come si crea una cavità che non comunica con l’esterno?
Le cavità che non comunicano con l’esterno sono rivestite da una membrana sierosa. Le membrane
sierose sono tre, il pericardio, la pleure e il peritoneo.
Le membrane sierose sono formate da due foglietti:
- Foglietto viscerale: aderisce all’organo
- Foglietto parietale: è più esterno
I due foglietti si continuano l’uno con l’altro. Tra i due foglietti si crea una cavità che non comunica
con l’esterno, che contiene una piccola quantità di liquido sieroso. Quando il cuore, si contrae il
foglietto viscerale scorre su quello parietale senza attrito. La stessa cosa accade ai polmoni.
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ISTOLOGIA
Diverse sono le tipologie di tessuti: epiteliale, muscolare, nervoso, connettivo.
TESSUTO EPITELIALE
Il tessuto epiteliale comprende gli epiteli di rivestimento, epiteli ghiandolari ed epiteli sensoriali.
EPITELI DI RIVESTIMENTO
Gli epiteli di rivestimento rivestono la superficie esterna del nostro corpo e le cavità che comunicano
e non con l’esterno. Hanno una funzione protettiva e possono avere funzioni secernenti e assorbenti,
che possono essere svolte contemporaneamente.
Proprietà del tessuto epiteliale di rivestimento
- Cellularità: questi epiteli sono caratterizzati da tantissime cellule unite fra loro che
impediscono il passaggio di sostanze che per introdursi devono attraversare le cellule.
- Polarità: gli organuli citoplasmatici non sono sparsi in maniera uniforme.
- Adesività: le cellule epiteliali poggiano su una lamina basale, che serve a mediare gli scambi
fra le cellule epiteliali e i tessuti sottostanti. Al di sotto della lamina basale si trova uno strato
di tessuto connettivo. Il tessuto grazie alla lamina basale scarta anidride carbonica e
materiali di scarto, assumendo invece acqua.
- Avascolarità: né tessuto epiteliale non ci sono vasi sanguigni, in quanto sono soggetti ad
abrasioni.
- Rigenerazione: il tessuto può essere danneggiato e per questo deve essere rigenerato.
I tessuti epiteliali possono essere classificati in base al numero di strati di cellule che poggiano sulla
lamina basale:
- Epitelio semplice: se sia solo uno strato di cellule.
- Epitelio stratificato o composto: se si hanno più strati.
Inoltre, possono essere classificati in base alla forma delle cellule:
- Piatte o pavimentose;
- Cubiche o isoprismatiche;
- Cilindriche o colonnarie o batiprasmatiche.
EPITELI SEMPLICI PAVIMENTOSI
Sono composti da cellule pavimentose e disposte su un unico strato. Si trovano a livello degli alveoli
polmonari, per consentire la diffusione dei gas, a livello dei vasi sanguigni (tessuto chiamato
endotelio, che separa i tessuti sottostanti dal sangue) e a livello delle membrane sierose come per
esempio il peritoneo, che avvolge gli organi della cavità addominale (tessuto chiamato mesotelio).
EPITELI CUBICI SEMPLICI
Sono composti da uno strato di cellule cubiche. Si trovano a livello del tubulo renale e del doppio e
scrittore delle ghiandole.
EPITELIO CILINDRICO SEMPLICE
È composto da uno strato di cellule cilindriche e si trova al livello dello stomaco.
Si divide in:
- Ciliato: si tratta di cellule cilindriche concilia. Nell'uomo è poco rappresentato ed è presente a
livello delle tube uterine.
- Con orletto a spazzola (o con orlo striato): la membrana plasmatica delle cellule presenta
estroflessioni, microvilli che servono per aumentare la superficie di assorbimento. Si trova al
livello dell'intestino tenue e a livello del tubulo renale. Ha questo nome particolare in quanto i
microvilli, se osservati al microscopio ottico, hanno un aspetto particolare, come una striscia
spessa e striata.
EPITELIO CILINDRICO PSEUDOSTRATIFICATO CILIATO (epitelio respiratorio) 6
È composto da cellule cilindriche con ciglia che sembrano disposte su più strati. In realtà si tratta di
un solo strato e di conseguenza parliamo di un epitelio semplice che si trova al livello delle vie
respiratorie.
EPITELIO PAVIMENTOSO STRATIFICATO
Sulla superficie è composto da cellule pavimentose. È un tessuto molto resistente alle abrasioni e si
trova al livello della cavità orale, a livello dell'esofago, nella faringe, nella cavità anale dunque nelle
parti dove ci sono attriti. Si trova in ambienti umidi.
EPITELIO PAVIMENTOSO STRATIFICATO CHERATINIZZATO (epidermide)
Si tratta dello strato più esterno della cute, in ambiente secco e protegge anche dalla disidratazione.
EPITELIO CUBICO STRATIFICATO
È composto da cellule cubiche che vanno a formare più strati (2-3 strati). Si trova al livello dei dotti
escretori delle ghiandole.
EPITELIO DI TRANSIZIONE o epitelio urinario, urotelio o uroepitelio.
È composto da cellule che hanno un'elevata elasticità, soprattutto quelle superficiali. Si trova a
livello delle vie urinarie. Se la vescica è vuota, le cellule hanno una superficie rugosa, mentre se è
piena si appiattiscono per formare meno strati.
EPITELI GHIANDOLARI
Le ghiandole possono essere:
- Esocrine: se hanno un dotto escretore. Il loro secreto viene riversato all'esterno e sono
costituite da una parte secernente, adenomero, e una porzione tubolare, dotto escretore.
- Endocrine: non hanno un dotto escretore e riversano i prodotti (ormoni) nel sangue. Sono
ghiandole molto vascolarizzate e formano il sistema endocrino.
Il dotto escretore può essere unico, se composto da ghiandole semplici, o ramificato, se composto da
ghiandole composte.
L’adenomero può essere a forma di:
- tubulo, se è composto da ghiandole tubulari. Queste ghiandole tubulari possono essere
semplici, se il tubulo è unico, o ramificate, se il tubulo e ramificato.
- sfera, e quindi composto dall’acino (alveolo) che può essere singolo, se si tratta di ghiandole
acinose semplici, o ramificato, se si tratta di ghiandole acinose ramificate.
EPITELI SENSORIALI
Si tratta di epiteli che formano gli organi di senso: gusto, olfatto, uditivo, vista, equilibrio.
TESSUTO CONNETTIVO
Tessuto che unisce, infatti ha due funzioni principali:
- Connessione meccanica: ancora i tessuti fra loro per la formazione deglio organi e sostiene e
protegge gli organi.
- Connessione funzionale: consente e facilita il transito di sostanze (nutrizione e metabolismo)
e cellule (difesa immunitaria). Questo è possibile in quanto è un tessuto molto vascolarizzato.
In questo tessuto è molto importante anche la funzione dei globuli bianchi, funzione di difesa.
Il tessuto connettivo è formato da cellule immerse in una matrice extracellulare formata da una
parte non organizzata, sostanza amorfa o fondamentale, e una parte organizzata a formare fibre.
Le fibre si dividono in fibre collagene, fibre reticolari e fibre elastiche.
Sia le fibre collagene che le fibre reticolari sono costituite da monomeri di tropocollagene, tre catene
polipeptidiche a volte a elica. Queste molecole di tropocollagene interagiscono fra loro testa-coda e
nel momento in cui interagiscono tra di loro anche lateralmente, formano le fibre collagene. Le fibre 7
reticolari sono fibre collagene sottili, che tendono a formare reticoli. Le fibre elastiche sono fibre che
hanno la capacità di allungarsi tornando però sempre alla forma originale.
Il tessuto connettivo si divide in tessuto connettivo propriamente detto, tessuto connettivo liquido,
tessuto connettivo di sostegno.
TESSUTO CONNETTIVO PROPRIAMENTE DETTO
Le cellule del tessuto connettivo propriamente detto si dividono in:
- fisse o residenti: Fibroblasti (fibrociti, fibroblasti nella fase di riposo), cellule di forma
allungata che producono la matrice extracellulare, adipociti o cellule adipose, che
conservano lipidi, macrofagi, cellule coinvolte nella difesa dell'organismo, fagocitano cellule
morte, cellule esenchimali, cellule staminali che si dividono per dare origine ad altre cellule.
- migranti: sono cellule che raggiungono il tessuto connettivo da altre sedi. Si tratta di cellule
del sangue, in particolar modo i globuli bianchi. Un esempio sono i mastrociti, cellule che
contengono granuli e liberano mediatori dell'infiammazione.
MATRICE EXTRACELLULARE
La matrice extra cellulare è formata da una sostanza amorfa o fondamentale e dalle febbre.
La sostanza amorfa si divide in:
- proteoglicani: sono composti da proteine e glicani (zuccheri). Questi zuccheri sono composti
da tanti gruppi ossidrilici e per questo sono in grado di legare tante molecole d'acqua, tanto
che si forma un film acquoso che permette il passaggio delle sostanze dal sangue ad altre
cellule e viceversa. Questi zuccheri sono formati da glicosaminoglicani, zuccheri lineari. Ci
sono diversi tipi di proteoglicani ma tutti hanno la stessa funzione.
- glicoproteine: sono formate da una parte proteica virgola che prevale, e da zuccheri
ramificati. Le glicoproteine più conosciute sono la fibronectina e la laminina, che servono a
fissare le cellule alla matrice extracellulare.
I tessuti connettivi variano in base alla prevalenza di alcuni elementi:
TESSUTO CONNETTIVO LASSO
E il tessuto connettivo più diffuso, nella quale non c'è la prevalenza di nessun elemento.
TESSUTO CONNETTIVO DENSO/FIBROSO
In questo tessuto si ha la prevalenza di fibre collagene che possono essere disposte parallelamente
fra loro (tessuto connettivo denso regolare, resistente allo stiramento) oppure possono essere
intrecciate (tessuto connettivo denso irregolare, resistente alla compressione).
TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO
Se prevalgono le fibre elastiche.
TESSUTO CONNETTIVO RETICOLARE
Se prevalgono le fibre reticolari, che formano una rete. Nelle maglie di questa rete si trovano le
cellule che svolgono tutte le funzioni (midollo osseo).
TESSUTO CONNETTIVO ADIPOSO
Se prevalgono gli adipociti (cellula adiposa che sintetizza, accumula e cede lipidi). Il tessuto
connettivo adiposo può essere bianco (si trova in maniera più abbondante e ha la funzione di riserva
energetica) oppure bruno (abbondante nei bambini e negli animali che vanno in letargo, in quanto
come funzione ha la produzione di calore).
MEMBRANE CUTANEE
Il tessuto epiteliale è un tessuto non vascolarizzato che poggia su una lamina basale, sotto la quale
su trova uno strato di tessuto connettivo.
Lo strato formato dal tessuto epiteliale e connettivo viene chiamato tonaca o membrana epiteliale.
Questa membrana può essere: 8
- mucose: membrane che rivestono le cavità che comunicano con l’esterno del nostro corpo. Si
trovano a livello delle vie urinarie e respiratorie. Viene prodotto muco da cellule intercalate
fra le cellule epiteliali, chiamate cellule caliciformi mucipare, o da ghiandole che si trovano
nella tonaca propria. Questo muco viene riversato sulla superficie della membrana
dell’epitelio.
- Sierosa (pericardio, membrana del cuore, pleura, peritone): membrana formata da un
mesotelio, epitelio pavimentoso semplice, e da uno strato sottostante di tessuto connettivo.
Le cavità del corpo che non comunicano con l’esterno producono un secreto acquoso,
sieroso.
- Cutanea (cute): formato da epidermide e strato connettivo (derma).
Nell’uomo si ha anche la membrana sinoviale (membrana connettivale). Si trova a livello delle
articolazioni e produce il liquido sinoviale, che ha la funzione di lubrificare le articolazioni facilitando
lo scorrimento delle ossa a contatto fra loro.
TESSUTI CONNETTIVI LIQUIDI
SANGUE E LINFA
1. SANGUE
Il sangue è un tessuto connettivo in quando è formato da numerose cellule immerse nella matrice
extracellulare liquida, chiamata plasma. Le cellule immerse nella matrice vengono chiamate
elementi corpuscolati figurati del sangue.
Diverse sono le funzioni del sangue:
- Di trasporto: trasporta ossigeno, anidride carbonica, sostanze di scarto, ormoni, sostanze
nutritive e cellule come i globuli bianchi.
- Mantenimento degli elettroliti e della temperatura corporea.
Nel momento in cui il sangue viene prelevato, viene inserivo in una provetta eparinata, che non lo fa
coagulare.
Questa provetta sarà composta da:
- Plasma al 55%: composto da acqua, ioni e
proteine. Le proteine del plasma sono le
albumine e le globuline, che hanno la
funzione di trasporto, e la fibrinogeno, che
poi viene trasformata in fibrina, molto
importante per la coagulazione del sangue.
- Buffy coat a meno dell’1%: composto da
piastrine e leucociti.
- Eritrociti o globuli rossi al 44%.
Il sangue che deve essere studiato viene strisciato su un vetrino. Successivamente questa striscia di
sangue viene fissata e colorata.
1.1 GLOBULI ROSSI- ERITROCITI
I globuli rossi sono gli elementi più numerosi nel sangue, circa 5 milioni x μl. Hanno la forma di un
disco biconcavo e hanno un diametro di circa 7/7,5 μm. Sono privi di nucleo e degli organuli
citoplasmatici, per questo non possono essere considerate delle vere e proprie cellule.
L'emoglobina è la sostanza colorante dei globuli Rossi, è una proteina e alla funzione di trasportare
anidride carbonica. Lo scopo, dunque, dei globuli rossi è quello di trasportare l'ossigeno dai polmoni
ai vari organi grazie anche all’emoglobina. Hanno una vita di 120 giorni dopo di che vengono
distrutti a livello della milza, organo emocataretico, nella polpa rossa: il gruppo eme dell’emoglobina
viene trasformato in bilirubina e successivamente si trasforma in bile nel fegato. È nella membrana
dei globuli rossi che sono presenti glicoproteine responsabili dei gruppi sanguigni. 9
1.2 GLOBULI BIANCHI- LEUCOCITI
I globuli bianchi hanno una concentrazione nel sangue di circa 6/10 mila x ml³. Hanno la funzione di
difendere l'organismo. I globuli bianchi si dividono in granulociti e agranulociti.
1.2.1 Granulociti
I granulociti, in passato chiamati polimorfonucleati, sono globuli bianchi che hanno nel citoplasma
dei granuli, che si colorano in modo diverso. I granulociti si dividono in:
- Neutrofili: sono i leucociti più abbondanti, occupano circa il 60/70%. Hanno un diametro
superiore a 9-12 μm. Si riconoscono in base a nucleo, diviso in 3-5 lobi uniti da materiale
genetico. Sono cellule che fagocitano microrganismi, batteri, e una volta che hanno
fagocitato, muoiono e formano il pus,
- Eosinofili: sono i granulociti che si colorano con l’eosina (colorante acido). Occupano circa il
2-4% dei leucociti e hanno un diametro di 10-14 μm. Hanno un nucleo diviso in 2 lobi uniti fra
loro. Intervengono in infezioni da parassiti e sono coinvolti nelle reazioni allergiche.
- Basofili: sono presenti all’1% e nel citoplasma hanno organuli che si colorano con coloranti
basici. Hanno un diametro di 8-10 μm. Intervengono a difesa dell'organismo, rilasciano
mediatori dell'infezione come l’istomina e la seratonina che aumentano nelle reazioni
allergiche. Il nucleo è diviso in 2 lobi sempre uniti fra loro.
1.2.2 Agranulociti
Gli angranulociti sono globuli bianchi che non hanno granuli nel citoplasma. Si dividono in:
- Linfociti: sono i costituenti principali del sistema immunitario e sono presenti nei globuli
bianchi al 25-33%, hanno un diametro variabile (piccolo, medio e grande). Hanno un nucleo
molto grande che occupa quasi tutto il citoplasma. Si dividono a loro volta in linfociti B, che
producono anticorpi e differenziano le plasmacellule, e in linfociti T: linfociti T citotossici, che
uccidono gli agenti patogeni rilasciando perforine, i linfociti T helper, necessari per attivare i
linfociti B e i linfociti Tc, i linfociti T suppressor, riducono l’intensità della risposta
immunitaria. Infine, ci sono anche le cellule NK (natural killer) che uccidono virus, batteri,
cellule infettate e cellule neoplastiche, agiscono in maniera specifica.
- Monociti: occupano il 3-8% di cellule nel sangue, si riconoscono perché hanno un nucleo a
forma di rene, incurvato. I monociti raggiungono i tessuti connettivi differenziandosi in
macrofagi attraversando la parete dei capillari. Hanno un diametro di 12-14 μm.
1.3 PIASTRINE
Non sono delle cellule come i globuli rossi, ma frammenti di cellule che si trovano nel midollo osseo,
chiamate megacariociti. Hanno un diametro di 2-4 μm. Sono coinvolte nella coagulazione del
sangue. Se c'è una lesione dei tessuti si innesca il processo della coagulazione in cui le piastrine
insieme alle fibrine formano una rete che funge da “tappo” che impedisce la fuoriuscita del sangue.
Tutte le cellule del sangue hanno origine da una cellula staminale, totipotente, presente nel midollo
osseo. da questa cellula totipotente nascono appunto cellule staminali:
- la cellula linfoide: da cui hanno origine i linfociti. Alcune cellule restano nel midollo osseo
come i linfociti B, mentre altre vanno nel timo, dove si originano i linfociti T. Questi linfociti
raggiungono le altre sedi del corpo.
2. LINFA
La linfa è costituita da cellule, i linfociti, e dal plasma, simile a quello del sangue. La linfa si trova a
livello dei vasi linfatici.
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TESSUTI CONNETTIVI DI SOSTEGNO
CARTILAGINE E OSSO
1.CARTILAGINE
La cartilagine è formata da cellule più una matrice extracellulare, molto più resistente e compatta
rispetto a quella del tessuto connettivo propriamente detto. Le cellule che compongono la
cartilagine sono:
- Condroblasti: cellule che producono la matrice extracellulare nella fase attiva.
- Condrociti: cellule che producono la matrice extracellulare nella fase di riposo.
La matrice extracellulare è formata dalla sostanza amorfa, proteoglicani e glicoproteine, e dalle
fibre, proprio come il tessuto connettivo propriamente detto.
Le cellule si trovano in alcuni spazi, dette lacune, della matrice extracellulare. In una lacuna ci sono
gruppi di 4- 8 cellule, chiamati gruppi esogeni, che derivano dalla divisione della stessa cellula.
Il tessuto cartilagineo non è vascolarizzato, prende nutrimento dai tessuti circostanti. Il nutrimento
deve raggiungere gli strati più profondi della cartilagine e per questo quest'ultima non può essere
troppo spessa. La cartilagine difficilmente si riforma ad eccezione della cartilagine articolare,
rivestita da uno strato di tessuto connettivo propriamente detto, chiamato pericondrio.
Si hanno diversi tipi di cartilagine:
- Cartilagine ialina: è la più rappresentata. ha un colore biancastro è un aspetto lucido. Si
trova al livello della trachea, nei bronchi e nelle articolazioni.
- Cartilagine elastica: è composta da fibre elastiche e si trova a livello del padiglione auricolare
e a livello dell'epiglottide.
- Cartilagine fibrosa/fibrocartilagine: è composta da fibre collagene. ha caratteristiche medie
fra il tessuto connettivo propriamente detto e la cartilagine ialina.
2. TESSUTO OSSEO
Il tessuto osseo e la componente principale delle ossa (organi). È composto da cellule più la matrice
extracellulare, divisa in una parte organica, composta da sostanza amorfa e le fibre, e una parte
inorganica mineralizzata, infatti comprende dei sali, sali di calcio (formano cristalli) e fosfato. Sono
questi sali rendono il tessuto duro. Il tessuto osseo ha la funzione di deposito e rilascio, quando è
necessario alle altre cellule, del calcio e di conseguenza non è un tessuto stabile. Nel tessuto ci sono
diverse cellule:
- Osteoblasti: producono la matrice extracellulare nella fase attiva.
- Osteociti: sono gli osteoblasti nella fase di riposo.
- Osteoprogenitrici: cellule staminali che danno origine agli osteoblasti.
- Osteoclasti: macrofagi del tessuto osseo che degradano la componente inorganica del
tessuto e facilitano il rilascio di calcio nel sangue.
Macroscopicamente si osservano due forme di tessuto osseo:
- il tessuto osseo compatto: spesso e denso, si trova sulla superficie di tutte le ossa, spesso
nella diafisi delle ossa lunghe.
- il tessuto osseo spugnoso: è composto da tante piccole cellette e in mezzo è composto dal
midollo osseo.
2.1 Le ossa
Le ossa si dividono in base alla forma:
- ossa lunghe: sono composte dalla parte centrale chiamata corpo o diafisi, in cui si trova il
midollo osseo, e da due estremità chiamate epifisi, in cui si trova il tessuto osseo spugnoso.
- ossa piatte e ossa brevi: in cui il tessuto osseo spugnoso occupa tutto l'interno dell'osso.