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Argomentare “tirando dritto”

ARGOMENTARE “TIRANDO DRITTO”


Sillogismo → dal generale al particolare (deduzione) Esempio → dal particolare al generale (induzione)
Sillogismo = 2 premesse + 1 conclusione; se le 2 premesse sono vere allora lo è anche la conclusione
Premessa maggiore → tutti gli uomini sono mortali – tutti gli X sono Y
Premessa minore → marco è un uomo – Z è X
Conclusione → marco è mortale – Z è Y
La struttura del sillogismo è semplice, quindi basta modificare leggermente le premesse per trasformare una tesi opinabile in una certezza

Le nostre mappe tendono a generalizzare cancellando le differenze

Forma universale affermativa → tutti gli X sono Y
Forma universale negativa → nessun X è Y
Forma particolare affermativa/negativa → qualche X è/non è Y

I sillogismi possono essere rappresentati attraverso il diagramma di Eulero-Venn

Enfitema → sillogismo che sottintende la premessa maggiore (es. Marco diventa rosso perché è timido, dove “tutti quelli che diventano rossi sono timidi” è la premessa maggiore non dichiarata)
In questi casi la premessa maggiore viene spesso percepita come indiscutibile, ma non è detto che lo sia
Le premesse dei sillogismi sono spesso costituite da luoghi → percorsi di ragionamento diffusi e convenzionali che rispondono a criteri di economia mentale
• Luoghi comuni → schemi di ragionamento diffusi che fanno parte dell’enciclopedia condivisa da una cultura o un gruppo sociale
• Luoghi propri → schemi di ragionamento caratteristici di una disciplina o di un genere (es. le cose “tipiche”)

Un ottimo modo per persuadere è risalire di causa in causa fino a trovare un luogo comune utile alla dimostrazione della propria tesi
Se si vuole minimizzare un effetto bisogna presentarlo come una conseguenza
Se si vuole accrescere l’importanza di un effetto bisogna presentarlo come un fine

La chiarezza di un testo dipende dalla quantità di interpretazioni a cui può dar luogo; un testo sufficientemente chiaro non necessita di ulteriori precisazioni
In alcuni casi è possibile derogare alle norme grammaticali, purché il tradimento della regola sia intenzionale e funzionale alla formazione di un senso

Omonimi relativi → termini che si scrivono e pronunciano allo stesso modo ma appartengono a categorie grammaticali diverse (es. faccia è sia nome che verbo)
Omonimi assoluti → termini che si scrivono e pronunciano allo stesso modo e appartengono alla stessa categoria grammaticale (es. riso è sia il cibo che la risata)
Usare parole ambigue che possono generare più di un senso (es. omonimi) si possono formare frasi che dicono contemporaneamente due cose diverse
Scegliendo una parola piuttosto che l’altra si orienta l’interpretazione dell’interlocutore

Tratto da LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE di Fabio Merenda
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