Diagnosi della dislessia
DIAGNOSI DELLA DISLESSIA
Sindromica, di sede, eziologica, prognostica / funzionale.
La diagnosi sindromica si effettua attraverso la raccolta dei dati e l’osservazione dei vari segni e sintomi neurologici; ciò puo cominciare a suggerire la sede della lesione (diagnosi di sede). Ad esempio, un paziente afasico non fluente può cominciare a localizzare la lesione avvenuta nel SNC, e cioè l’area di Broca nell’emisfero cerebrale sinistro. Quindi, il neurologo affronta il paziente dal punto di vista anatomico e deve chiedersi: “dov’è avvenuta la lesione?” localizzare la lesione è possibile grazie, oltre all’anamnesi e all’esame obiettivo, all’estrema specificità delle varie strutture del SNC; per cui ad un sintomo / segno equivale una lesione in una precisa zona e viceversa. Ciò risulta molto importante anche per “indirizzare” l’esame radiologico: si suggerisce al radiologo di ricercare una lesione in una precisa zona del cervello attraverso le neuroimmagini aumentando fortemente la specificità dell’esame. Per fare ciò, occorre partire con le indagini dalla periferia più estrema per arrivare progressivamente al centro. Quindi si parte dal muscolo, poi la giunzione neuromuscolare, poi il nervo periferico, le radici, il midollo spinale, il tronco encefalico fino alla corteccia cerebrale dell’encefalo.
La diagnosi eziologica ricerca le cause che hanno causato la lesione (ictus, tumori, malattie infiammatorie degenerative). Per questo tipo di diagnosi, ma in realtà anche per le altre, acquista un grande valore la modalità di insorgenza: se è improvvisa, se e in quanto tempo si aggrava. Un tumore si aggrava lentamente e non peggiora dalla mattina alla sera, mentre lo stroke è acuto ed ha un rapido aggravamento. Anche la conoscenza dei vari fattori di rischio (se il paziente fuma, beve, se è diabetico, se è iperteso, ecc) può indirizzare la diagnosi eziologica. La diagnosi prognostica o funzionale è quella diagnosi che il neurologo dovrà effettuare quando i parenti e gli amici o il paziente stesso chiederà: “migliorerò? quanto? in quanto tempo?”. Il recupero, oltre all’entità del danno, dipende da svariati fattori e quindi non è mai semplice fare una diagnosi di questo tipo. Quando il neurologo si trova in un vicolo cieco, è necessario che riparata da zero e ricominci a effettuare una accurata anamnesi senza nemmeno iniziare l’esame obiettivo. L’anamnesi deve già dare una direzione ben precisa alla diagnosi.
Anamnesi -> esame obiettivo neurologico:
* Segni e sintomi
* Neuro immagini
* Modalità insorgenza
* Fattori rischio
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Dettagli appunto:
- Autore: Stefania Corrai
- Università: Università degli Studi di Sassari
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Fisioterapia
- Esame: Neuropsicologia
- Docente: Prof. Agnetti
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