Chlamydia e Chlamydophila: fisiologia e struttura
Come le spore, i CE sono resistenti a condizioni ambientali sfavorevoli. Sebbene siano privi di peptidoglicano, la loro densa zona nucleare centrale è circondata da una membrana citoplasmatica e da una membrana esterna a doppio strato. La parete contiene LPS e che ha soltanto una debole attività endotossinica. La proteina maggiore della membrana esterna, MOMP, è un componente della membrana esterna ed è caratteristica di ciascuna specie. In C. trachomatis, nel gene che codifica questo componente si trovano regioni variabili responsabili dei 18 diversi sierotipi. Vale lo stesso per C. psittaci, ma non per C. pneumoniae. Una seconda proteina della membrana esterna di grande importanza è la OMP 2, responsabile degli estesi legami crociati disolfurici che servono ad assicurare stabilità ai CE. Questi ultimi non possono moltiplicarsi, ma sono infettanti, cioè possono legarsi a recettori cellulari per stimolare l'internalizzazione. All'interno delle cellule i CE si trasformano in CR, metabolicamente attive e in grado di moltiplicarsi. Mancano i legami che assicurano stabilità, ma c'è la protezione della localizzazione cellulare. Si riproducono con un peculiare ciclo di crescita che si verifica all'interno delle cellule parassitate. Il ciclo inizia quando i CE aderiscono ai microvilli delle cellule ospiti, con conseguente penetrazione attiva. Una volta dentro, i batteri rimangono nei fagosomi, dove prosegue il ciclo. Se la membrana esterna è integra, viene inibita la fusione con i lisosomi e, quindi, il killing intracellulare. In 6-8 ore dall'ingresso nella cellula, i CE si organizzano nei più grandi CR. Questi ultimi si riproducono mediante scissione binaria. Dopo 18-24 ore, i CR si ritrasformano in CE, la cellula si rompe e quindi riversa all'esterno i batteri infettanti.
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Dettagli appunto:
- Autore: Salvatore Volpe
- Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Medicina e Chirurgia
- Esame: Microbiologia Medica
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