Interferenze da fiamma
Le interferenze in fase condensata possono anche essere rimosse riducendo la dimensione o il tempo di ritardo del campione nella fiamma. La dimensione dev'essere la più piccola possibile in modo che l'operazione sia veloce. Il calo di dimensione può essere controllato attraverso la percentuale di campione immesso, l'uso di gocce d'impatto, o nebulizzatori a flusso contato, e solventi organici.
Le interferenze in fase solida aumenteranno con la diminuzione della temperatura della fiamma. Per esempio, nelle fiamme aria-propano e aria-idrogeno la dissociazione termica è incompleta. L'analita può reagire nella fiamma con radicali ossigeno o idrossido, o con idrogeno per formare nuovi composti, di cui gli ossidi sono i più importanti. La formazione degli ossidi può essere minimizzata in condizioni riducenti aumentando la percentuale di flusso trasportatore rispetto alla percentuale di flusso ossidante.
Il punto di osservazione nella fiamma può anche essere affetta da segnale di assorbimento. Se l'analita forma ossidi termodinamicamente stabili, il grado d'interferenza può variare in differenti posizioni della fiamma.
La sensibilità è direttamente proporzionale alla costante di dissociazione del composto da analizzare. La composizione della fiamma dev'essere costante durante le misurazioni in modo da ottenere buona precisione e accuratezza.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Lazzara
[Visita la sua tesi: "Determinazione di arsenico mediante voltammetria di stripping anodico con elettrodo in oro"]
[Visita la sua tesi: "I laser a coloranti: fondamenti e stato dell'arte"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Chimica
- Esame: Chimica analitica
- Docente: Edoardo Mentasti
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